Capitolo 45: Mi mancherai

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Dalla mattina in cui sono tornati a casa insieme, Lara e Teodoro iniziano a frequentarsi sempre più.
Si tratta di taciti appuntamenti che prendono vita quando la campanella d'uscita suona, mettendo fine alle lezioni.
Sommersi dal fiume di studenti e zaini e voci che si riversa fuori dalle aule, si aspettano in silenzio.
Lara prova un senso di sincero affetto per lui, e lo sente crescere man mano che i giorni passano.
Teodoro invece non sa definire i propri sentimenti, ma ha una certezza: da quando c'è lei, la vita ha preso colore.
Il primo trimestre cementa il loro legame, e poco importa che non frequentino la stessa sezione.
Ad ogni intervallo, comprano un panino al bar del liceo e lo dividono a metà. Escono a mangiarlo in cortile, sedendo su una delle quattro panchine se c'è il sole, o sul muretto riparato dalla tettoia se piove.
Teodoro non ha amici all'infuori di lei.
Lara ne ha, ma è diversa dalle sue compagne di classe, che pensano soltanto a trucchi, borsette firmate e vestiti. Non le importa trascorrere gli intervalli appoggiata a un termosifone, come loro, per farsi notare da uno dei tanti ragazzi più grandi.
Si trova bene con Teodoro perché si rende conto che anche lui è un "diverso".
Vorrebbe farsi raccontare di più sulla sua situazione famigliare, ma si rende conto di quanto sia difficile farlo aprire.
Sa che le cose non vanno bene, e ne è dispiaciuta. Non può immaginare fino a che punto, naturalmente. E non può sospettare che prima della fine dell'anno, il padre di Teodoro ucciderà la madre davanti a lui, per poi tagliarsi la gola.
Ogni mattina tornano a casa insieme, condividendo tutto. I voti, i pareri sui prof, quelli sugli altri compagni. E per la prima volta, Teodoro sente di aver trovato un piccolo porto sicuro in mezzo alle tormente che fino ad allora hanno imperversato nella sua breve esistenza.
Le sbronze del padre non sembrano più insormontabili, se il giorno dopo si vedrà con Lara.
Le telefonate segrete della madre, quelle che a lui non sono mai sfuggite, diventano quasi accettabili. Perché tanto l'indomani ci sarà l'intervallo con Lara, ad aspettarlo. E il ritorno da scuola insieme, spalla contro spalla. Si lascerà inebriare dal suo profumo dolce, di pesca e fragola. Potrà contemplare la fossetta sulla sua guancia destra, perdendosi nel solco che le disegna in viso.
Sentendosi a casa accanto a lei.
Quando il primo trimestre giunge al termine, sono inseparabili.
L'idea che le vacanze di Natale lo terranno lontano da Lara diventa per Teodoro sempre più difficile da sopportare. Ne soffre il peso, come se le feste fossero un macigno mortale, perché sa che tutto tornerà com'era prima. Ed è l'ultima cosa che vorrebbe.
Ma non c'è nulla che possa fare per evitarlo. Soltanto sperare che i venti giorni che li attendono scivolino via quanto prima.
<<Mi mancherai, Teo>> gli sussurra lei, quando si ritrovano sotto la neve del cortile interno a dividere il solito panino all'intervallo. È l'ultimo giorno prima delle fine delle lezioni.
<<Anche tu mi mancherai.>>
Fa fatica a dirglielo, ma si rende conto che è un grande passo in avanti. Soltanto un paio di mesi prima non ci sarebbe riuscito. Avrebbe tenuto dentro di sé le parole, comprimendole a tal punto da disintegrarle, liberandosene.
Invece, vuole che lei sappia almeno questo.
Già, perché ci sarebbe così tanto da aggiungere.
Vorrebbe dirle che la ama.
Così, senza girarci intorno. Ti amo, Lara Beltrami. E mi piacerebbe che Natale non venisse mai.
Invece, manda giù un boccone, beve un sorso di Coca dalla lattina che hanno comprato-sempre in condivisione- e raccoglie un po' di neve. Lascia che gli si sciolga tra le dita, cercando di evitare i suoi occhi.
<<Ehi, Teo. Non andiamo mica in guerra, eh?>>
<<Sì, lo so. Però sarai lontana.>>
Lei solleva la mano come per scacciare un'idea di poco conto.
<<Nemmeno io ho voglia di andare in montagna. Ma i miei sono fissati.>>
Teodoro accenna un sorriso, pensando a quanto gli piacerebbe che le fissazioni di suo padre e sua madre fossero quelle. Natale in montagna. Immagina il prossimo litigio al quale sarà costretto ad assistere. Insieme all'odore di alcool e alle bottiglie di birra e chissà che altro sparse ovunque in casa.
<<Potrai telefonarmi, Teo. Tutte le volte che ti andrà.>>
Si avvicina di un passo e gli prende la mano nella sua. Gli sorride.
<<Anzi, dovrai farlo. Così mi racconterai delle tue vacanze. D'accordo?>>
Teodoro arrossisce al contatto con la sua pelle.
<<Va bene>> dice infine, trovando il coraggio per ricambiare lo sguardo.
La campanella suona annunciando la fine dell'intervallo.
<<Ci vediamo all'uscita, allora>> gli dice Lara.
<<Certo. A dopo.>>
Si salutano e lui si rende conto che un ragazzo del terzo anno, a pochi passi da loro, sta guardando verso di lei. E le sorride.
Si gira per osservare la reazione di Lara, e quando la vede ricambiare, sente una morsa improvvisa e violenta dilaniargli lo stomaco.
È una sensazione che non ha mai provato prima, e lo coglie di sorpresa. Vorrebbe affrontarla, ma non sa in che modo.
Così lascia il cortile e torna nel corridoio, diretto verso l'aula.
Fino al termine della lezione, però, tutto ciò cui riesce a pensare è il sorriso che Lara e il ragazzo si sono scambiati.

Verdiana leggeva il futuroOn viuen les histories. Descobreix ara