Capitolo 50: "La prossima vittima"

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Teodoro ha trovato la prossima ragazza.
Rossa di capelli, alta, il fisico attraente.
Sembra perfetta per la ricostruzione.
La osserva mentre esce dal campus universitario della Palazzina Einaudi, su Corso Regina, non molto lontano da Palazzo Nuovo
Giugno è tempo d'esami, per gli studenti.
Per Teodoro, invece, è tempo di caccia.
Sente la tensione crescere non appena la vede. Il corpo snello e sensuale è stretto in un abito nero e corto, più adatto a una serata in discoteca che a una sessione d'esami. Ma non ha importanza.
La osserva mentre attraversa il viale che dall'ingresso della facoltà conduce su Corso Regina. La strada si snoda attraverso un grande parco prima di sfociare in mezzo al traffico cittadino.
La ragazza è in compagnia di un'amica, una biondina che ride, ride, ride. Si domanda che cos'abbia da ridere. Pensa che starebbe meglio zitta.
Morta, magari.
Sotto terra.
Ma non può lasciare che certi pensieri prendano il sopravvento, distraendolo.
Ha un progetto preciso in mente, e intende portarlo a termine.
Ricostruire il giorno in cui la sua esistenza è arrivata al punto di svolta.
Dovrà essere preciso.
Allora, quando avrà fatto, sarà come tornare a respirare quegli anni. I momenti insieme a lei.
Il grande amore della sua vita.
Lara.
Oh, Lara.
La rossa e la biondina imboccano finalmente Corso Regina e si separano.
È tempo di seguire la preda, pensa. Come se fosse un animale. È così che si sente, in fin dei conti. Agisce per placare l'appetito, ed è una fame strana, subdola, mai uguale a se stessa.
Come lui, che ha cambiato pelle, anche il suo desiderio si evolve. Adesso è diventato più esigente. È smania, voglia di controllo, ossessione.
Tutto dovrà quadrare alla perfezione.
Allora sarà onnipotente. Se ci riuscirà, sarà come riavvolgere il nastro del tempo. Potrà far tornare indietro la pellicola.
Durante gli anni che sono trascorsi dal giorno fatidico, non ha pensato ad altro.
Ha ucciso tante volte. Ha imparato a respirare l'odore del sangue come se fosse ossigeno.
Si è adagiato tra i morti. Tra tutte le vite che ha portato via.
Ma adesso vuole di più. Ne ha bisogno. Non è libero di scegliere. Sa soltanto che dev'essere così. È il suo compito, il suo scopo.
Ricreare il momento topico.
Ricostruirlo una volta e per sempre.
Per sempre...
La rossa gira a sinistra. Costeggia vetrine di negozi, un bar, un tabaccaio, un supermercato. Arriva ad un semaforo, nel punto in cui Corso Regina incrocia Corso San Maurizio.
Teodoro rimane a distanza di sicurezza, camminando con le mani sprofondate nelle tasche dei jeans. Non può avvicinarsi troppo. La prudenza è la base di tutto. Ma non deve perderla di vista.
Si augura che stia tornando a casa, perché vorrebbe scoprire subito dove abita. E spera che non condivida l'alloggio con qualcuno, altrimenti sarà un po' più difficile.
Non ha importanza comunque, si ripete.
Ho scelto, ormai.
Sarà lei.
La ragazza gli ricorda Lara. I capelli rossi sono simili, sia per il colore che per il taglio.
E anche il fisico si avvicina molto.
Lo osserva mentre si perde tra gli altri studenti in sessione d'esami, che brulicano sulla grande scalinata di Palazzo Nuovo e nella strada che si affaccia davanti. È attento, i sensi all'erta. Non la fa uscire dal suo radar. All'incrocio con via Verdi guarda verso destra, ripentendo un movimento che era solito fare tanti anni prima. Solleva gli occhi e cerca la punta della Mole. La trova sempre lì, al suo posto. Svetta verso il cielo azzurro, maestosa.
Che giornata magnifica, pensa.
E quanto è bello essere di nuovo qui
Il pedinamento procede fino a Via Po.
La ragazza svolta a sinistra, cammina sotto i portici per una trentina di metri e poi raggiunge la fermata del pullman. Si appoggia alla balaustra, apre la borsetta, prende un pacchetto di sigarette. Ne sfila una e l'accende.
Teodoro è a pochi metri da lei, accanto a un pakistano che cerca di vendere rose alle coppie di studenti.
La osserva senza farsi notare.
Fuma in fretta, forse perché teme che l'arrivo dell'autobus la costringerà a sprecare il tabacco.
Che vizio, pensa.
Pagare per morire.
I sette capretti è una bella storia, oppure no?
Papà picchia sempre mamma. Sempre sì sì sì.
Forte, anche.
Prendimi una birra, Teodoro!
Muoviti, stupido! Muoviti prima che ti riempia!
Poi un bel giorno ZAC!
Le taglia la gola. Non mi ha nemmeno spiegato perché.
Perché, papà?
Chi può dirlo?
E Biancaneve... Biancaneve.
Bianca come la neve.
Oh... Lara.
Riscostruirò tutto.
Tutto.
Il pullman arriva. Si ferma, le porte si aprono. La rossa getta a terra il mozzicone fumato quasi del tutto, poi lo calpesta.
Sale.
Teodoro supera il pakistano, che rimane dov'è, in attesa della prossima ondata di studenti.
Timbra il biglietto –ha fatto scorta non appena è arrivato in città- e siede proprio dietro di lei.
Chiude gli occhi per un momento.
A Lara piaceva attraversare Torino con il bus, ricorda.
Quante volte l'hanno fatto insieme.
Quante...
Riapre gli occhi e si avvicina di un paio di centimetri ai capelli della ragazza. Ne respira il profumo.
È lo stesso che aveva lei, pensa.
Lo stesso.
Sarà perfetta.

Verdiana leggeva il futuroWhere stories live. Discover now