Capitolo 2: Visioni

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<<Come ti sei ridotta l'occhio così?>> le domando, mentre Nadia continua a guardarsi intorno nella libreria.

L'impressione che ho, però, è che non stia davvero osservando i volumi.

È inquieta e lo percepisco.

Vi starete domandando per quale ragione abbia chiesto a una sconosciuta qualcosa di tanto personale. Il fatto è che si crea una sorta di legame, sapete. Tra me e...

Beh, sì. La persona di cui ho visto la morte.

<<L'occhio... non è niente. Ho pensato di fare due passi. Per distrarmi. Baia Azzurra... è un gran bel posto.>>

Mentre mi parla sento lo stomaco chiudersi. Non credo sia possibile abituarsi a una cosa del genere. Mio padre dice che è una questione di responsabilità, e che non c'è nulla che possa farci. Qualcuno ha deciso che sia così. Io non so se...

<<Ci siamo dati quest'ultima occasione. Una vacanza insieme e poi basta. Io e mio marito, sai.>>

La guardo e annuisco, senza saper cosa dire.

<<Non è che l'abbiamo messo giù per iscritto o roba del genere. Soltanto... sono le cose non dette che però in un certo senso si sanno. Se anche questa vacanza non funzionerà, torneremo a casa e poi divorzieremo.>>

Fa scivolare un dito sotto l'occhio, sfiorando il livido.

D'accordo: il "legame" –se così vogliamo definirlo- per quanto ne sappia di solito è soltanto da parte mia, nel senso che sono io a provare una sensazione di vicinanza nei confronti della persona di cui ho letto come saranno gli istanti finali di vita. Stavolta... sembra diverso. Perché questa donna si sta confidando con me? Non riesco a capire.

<<Andiamo al bar qui accanto. Chiediamo un po' di ghiaccio>> le propongo, avvicinandomi di un passo.

Ma Nadia scuote la testa e forza un sorriso.

<<No, ti ringrazio. Non ce n'è bisogno. Non fa neanche più tanto male.>>

Istintivamente le poso una mano sulla spalla, e quelle che poco prima erano state immagini nella mia mente, diventano eco di parole lontane, parole che ho letto. Un anno fa.

Le sento risuonare nella testa.

Verrà uccisa da chi la attraeva. Un guanto nero stringerà l'impugnatura di un coltello da cucina. E affonderà i colpi con furia e forza. Ferite multiple su tutto il corpo. Poi le taglierà la gola. Morirà nella vasca da bagno.

Nella vasca da bagno.

Nella vasca da...

Sento gli occhi riempirsi di lacrime. Vorrei fare qualcosa per aiutarla. Dirle ciò che so. Ciò che ho letto sul libro.

Ma com'è andata in passato, quando ci ho provato?

Mi hanno presa per pazza.

<<Ho voglia di un bel romanzo d'amore. È per questo che leggiamo, giusto?>>

La guardo ma non rispondo.

<<Ma sì. Perché vogliamo entrare in altre realtà. In altre vite.>>

Sfiora la copertina di un libro che non mi è piaciuto affatto ma che ha venduto qualche milione di copie. Lo prende in mano, dà un'occhiata al retro e lo rimette a posto.

<<Perché sei entrata? C'è scritto che siamo chiusi.>>

Non volevo essere scortese. Sto soltanto cercando di capire per quale ragione abbia suonato il campanello del negozio.

Perché più la guardo e più sento un'ipotesi prendere forma tra i miei pensieri. Ha anche a che fare con la potenza delle visioni, con il modo in cui si sono manifestate quando mi ha toccata. E con il modo in cui continua a guardarmi.

Quasi come se...

Come se stesse...

Cercando delle risposte?

Nadia stringe la mia mano. Mi guarda negli occhi e provo qualcosa. Come una scossa, breve ma intensa.

<<D'accordo. Ti sembrerà stupido. Mi prenderai per pazza, fai pure. Ci sono abituata.>>

Pronuncia queste parole sottovoce, quasi come se abbia paura che qualcuno possa udirla. E non molla la presa sulla mia mano. Si è avvicinata al mio orecchio e posso sentire il suo fiato caldo addosso.

La guardo esitando, ma non dico niente. E lei riprende a sussurrare.

<<Ho suonato il campanello del negozio perché sono una sensitiva. E ho percepito... che avrei dovuto farlo.>>

Esito ancora, ma sento i battiti del cuore accelerare. Non penso affatto che sia assurdo, come lei temeva. Proprio io... come potrei?

La strana energia che ho provato quando mi ha preso la mano era reale. Lo è ancora, posso ancora sentirla. Non è uno scherzo della mia immaginazione.

Sento la testa girare. Nadia stringe più forte e le sue dita si intrecciano con le mie.

Verrà uccisa da chi la attraeva. Un guanto nero stringerà l'impugnatura di un coltello da cucina.

Nella vasca da bagno.

Nella vasca da bagno...

Mi guarda e ho l'impressione che i suoi occhi mi stiano quasi...

Implorando.

<<Siediti>> le dico.

Verdiana leggeva il futuroWhere stories live. Discover now