Capitolo 49: Avete fatto arrabbiare l'uomo sbagliato

23 3 0
                                    

L'uomo si volta di scatto, sentendo un dolore intenso provenire dall'attaccatura del codino. Quando si trova di fronte l'enorme cranio di Spartaco, è troppo tardi per qualsiasi cosa.
L'investigatore privato lo aggredisce con la ferocia e l'agilità di un animale selvatico, rabbioso e affamato. Molla la presa dal codino mentre l'altro si dimena, ma soltanto per stringergli le dita intorno al collo. Clara Ravanelli, intanto, si scansa con la bocca spalancata per la paura.
Spartaco solleva l'aggressore con un braccio, tenendolo per il collo. Lo lascia cadere su un tavolino che fa parte del dehor della caffetteria Alberelli, sfasciandolo.
Il tizio si alza, poi inciampa, poi si alza di nuovo.
<<Ancora tu, grassone?>>
Sorride, perché non ha capito che cosa lo aspetta.
Infila la mano nella tasca posteriore dei jeans e tira fuori un coltellino. Fa scattare la lama e fa cenno a Spartaco di avanzare. Intanto, sotto i portici di del punto di via Po in cui si trovano non passa più nessuno. A quanto pare, le persone si sono dileguate.
Spartaco sorride e fa un passo avanti, poi un altro. E un altro ancora.
L'uomo lasica partire un fendente, ma con sorprendente agilità, l'ex commissario lo schiva senza fatica.
<<Potrei farti vedere che cosa tengo io nella tasca posteriore dei jeans>> gli dice, senza smettere di sorridere, <<ma immagino che non ce ne sarà bisogno. E poi sono stato con le mani in mano un po' troppo, di recente.>>
L'altro lo guarda con espressione interrogativa, poi fa partire un secondo colpo. Che va a vuoto come il primo.
<<Hai finito di esercitarti con la danza classica?>>
<<Che cosa vuoi, eh? Perché non ti fai i cazzi tuoi, stronzo? O forse...>>
Si volta verso Clara, lanciandole uno sguardo carico d'odio. <<Ho capito. È per lei, eh? La gran troia. Almeno un tempo aveva buon gusto. Invece adesso se la fa proprio con tutti, anche con le palle di lardo.>>
<<Per quale ragione>> risponde Spartaco avvicinandosi <<la gente continua a sottovalutare l'importanza della buona cucina?>>
Poi allunga la mano verso il polso dell'uomo. Con una sola mossa fulminea, vi stringe le enormi dita intorno, ed è come una morsa d'acciaio che sgretola tutto ciò che finisce all'interno.
<<Ahhhh>> grida lui, piegandosi in due per il dolore improvviso, e Spartaco stringe ancora più forte. Il coltello cade a terra e poi ciò che si sente è il rumore delle ossa del polso che si spezzano, una per una.
<<Maledetto bastard...>>
La mano dell'aggressore di Clara Ravanelli pende molle verso il basso, mentre lui continua a urlare, disperato.
<<Tirati su!>> gli ordina Spartaco, alzando il tono per la prima volta, <<non ho finito con te!>>
Il biondo, ormai nel panico, obbedisce, cercando in un vano tentativo di recuperare il coltello da terra.
Spartaco lo allontana con un calcio. Poi afferra di nuovo l'uomo per il codino e lo trascina verso gli altri tavolini del locale.
<<Mi sembra che sia il caso di sparecchiare, non trovi?>>
Tenendolo per i capelli, utilizza il suo cranio per liberare ogni tavolo da ciò che vi è sopra. Lo fa sbattere contro tazzine di caffè, piatti, bicchieri, zuccheriere, portatovaglioli. Sulla soglia del locale compare un tizio, probabilmente il titolare, ma non riesce a dire nulla. Osserva la scena impietrito, gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
<<I tavoli vanno sparecchiati. È importante essere ordinati, se si lavora con il pubblico!>> esclama l'ex commissario, continuando a trascinare l'aggressore di Clara Ravanelli per il codino da un tavolo all'altro.
Quando ha finito, il viso dell'uomo è una maschera di sangue. Schegge di bicchieri e tazze rotte gli si sono piantate nella pelle.
<<Sai che cosa c'è?>> gli dice Spartaco. <<Mi sembra che tu abbia troppi denti in bocca. Guarda, io ne ho uno d'oro. Ti piace?>>
Gli sorride, mostrandoglielo, ma l'uomo non riesce a rispondergli, troppo stordito per i colpi presi.
<<Ecco, questo marmo sembra l'ideale>> gli dice ancora, senza mollare la presa dal codino, dopo essersi avvicinato a una delle tante colonne di via Po.
<<Adesso, fai un bel sorriso.>>
Non ottenendo risposta, lo ripete, alzando la voce. Gridando.
Intanto, alcuni ragazzi di passaggio si sono fermati e stanno facendo un video con il cellulare.
<<Ho detto di sorridere!>> urla Spartaco, con le fiamme negli occhi.
L'uomo sorride a fatica, in un ultimo, estremo sforzo, e nel momento in cui lo fa, il suo viso va a sbattere dritto contro il pilastro, spinto dalla mano dell'investigatore. Un colpo, due, tre.
Gli saltano quattro denti.
<<Questo è per ciò che hai fatto alla signora. E anche perché mi hai chiamato "grassone". Mi piace mangiare, ecco tutto. Adoro la birra. Ma ho dei problemi con chi mi definisce "grassone".>>
Intanto, i ragazzi con i cellulari sono un po' più vicini, e continuano a filmare.
Spartaco ne ha contati tre.
<<C'è ancora una cosa>> dice, rivolto all'uomo a terra, che continua a tossire e sputare sangue, tenendosi in una mano il polso spezzato, <<questi orecchini fanno proprio cagare. Lascia fare a me, e vedrai come starai meglio, dopo. Un così bel ragazzo come te non ha bisogno di fesserie del genere, non trovi?>>
E gli strappa prima l'orecchino di destra, poi quello di sinistra. Le grida del biondo escono strazianti, disperate, spaventose, miste alle lacrime di dolore che ormai sono incontrollabili.
Spartaco si rialza e si volta verso i ragazzi che stanno filmando.
Li osserva, uno per uno. Indossano jeans attillati, canotte senza maniche e portano i capelli tagliati allo stesso modo, come una grossa scodella capovolta in testa.
<<Avete due possibilità>> dice con calma, gli orecchini stretti nelle mani sporche di sangue.
Loro non rispondono. Continuano a riprendere.
<<Adesso venite da me e mi mostrate che cancellate i video. Tutti e tre. Se mi fate perdere tempo, vi costringerò ad accompagnarmi dai vostri genitori, per raccontare loro la verità sui figli modello che credono di avere. E la verità è che siete delle giovani teste di cazzo, vittime di un sistema che giorno per giorno vi fotte il poco cervello che vi è rimasto. Lo succhia, capite? Come un vampiro. E la cosa più triste è che siete voi ad alimentare il sistema, girando video come questo. Mettendoli in rete.>>
Sorride, fa un passo verso di loro, inclina la testa. Lancia a terra gli orecchini insanguinati.
I ragazzi continuano a non rispondere, ma hanno abbassato i telefoni e non stanno più filmando.
<<L'altra possibilità che avete è... la fuga. Ma, ecco, non ve lo consiglio. Siete più veloci di me, è vero. Forse. Io, tuttavia, ho questo.>>
Porta la mano nella tasca posteriore dei jeans e tira fuori il martello.
Clara gli si avvicina.
<<Ehi... non penserai di...>> dice, ma Spartaco non la sta ascoltando.
<<Scaglierò questo fedele amico contro uno a caso di voi tre idioti, facendogli talmente male che cadrà a terra. Allora lo prenderò per il collo, come ho fatto con il bel biondino che avete ripreso, e mi farò dire dove abitano gli altri due. Verrò a cercarvi. Quando vi troverò- perché vi troverò- non vi piacerà scoprire che cosa succede se perdo la pazienza. E il modo in cui voi giovani usate la tecnologia mi fa davvero perdere la pazienza. Ormai l'avrete capito, no?>>
I giovani tremano. Sentono il panico crescere sempre più, di secondo in secondo.
<<Immagino che tra poco arriverà la polizia, quindi dovete decidere in fretta.>>
Il più alto dei tre si avvicina a Spartaco. Gli altri due subito lo imitano.
<<Bravi, ottima scelta. Sapete, non posso pensare di finire in rete. La violenza non deve essere spettacolo. Proprio non ci arrivate, eh? Sono cose così che stanno mandando il mondo a puttane. E adesso cancellate questa merda, su.>>
Eseguono, con le dita che tremano.
<<Bravi, bravi ragazzi. Così. Non è che mi avete messo in diretta su Instagram o dove sapete voi?>>
<<S... sì>> balbetta uno, <<ma... ma ho cancellato la diretta. L'avrà vista una persona. F... forse due...>>
Spartaco scuote la testa.
<<D'accordo. Andate, levatevi di torno. E aprite un libro ogni tanto, per la miseria! E chiamate un dottore per l'ammasso di letame alle mie spalle, mentre tornate a casa.>>
<<Certo, certo. Scusi per...>>
<<Via, via, sparite!>>
I tre si allontano a gran velocità.
Spartaco osserva Clara Ravanelli, che è ancora immobile a pochi passi di distanza.
La donna ricambia lo sguardo, mentre le persone stanno cominciando a ricomparire sotto i portici.
<<Clara Ravanelli, immagino>> le dice, sorridendole.

Verdiana leggeva il futuroWhere stories live. Discover now