Capitolo 30: Fantasmi

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Non ci avevo fatto caso, in un primo momento.
Si tratta di una delle fotografie contenute nelle pagine finali del dossier. Carlo ha infilato in fondo alla cartellina gli scatti che non vuole mostrarmi, ma ha lasciato quelli che ritraggono dettagli della scena dell'omicidio.
Sono immagini relative ai reperti rinvenuti sulla scena dell'omicidio: i frammenti delle boccette di profumo rotte, le schegge dello specchio, il phon appoggiato sul water, un paio di asciugamani. I vestiti di mia madre, sul pavimento davanti al lavandino.
E poi, uno scatto che quasi non avevo considerato.
È la fotografia di un foglietto di carta tagliato a metà e stropicciato, come se fosse stato accartocciato e poi riaperto.
È sul davanzale della finestra del bagno.
L'immagine non è troppo nitida, ma abbastanza da permettermi di vedere quanto mi serve.
Su uno sfondo nero, che sembra un cielo senza stelle, risalta una scritta in rosso:
"The Smells like teen spirit Nirvana Cover Band presenta: Nirvana for summer!"
E sotto, una piccola immagine in bianco e nero della band di Aberdeen, con Kurt Cobain in primo piano. Accanto, sulla destra, il ritratto dei membri della cover band.
Più in basso, un'ultima scritta:
"Non perdetevi l'appuntamento che anticipa l'estate! Sabato 20 giugno 2009, vi aspettiamo al..."
Non riesco a leggere altro, perché il volantino è stato strappato.
Ripenso al ragazzo con la maglietta dei Nirvana.
È comparso più volte nelle mie visioni. Al ristorante, poi in piazza, quando sarei dovuta andare al cinema con Felix e Rebecca. E infine sulla spiaggia, al Lungomare del Vento. Sorrideva, e con il capo mi indicava ciò che stava accadendo a Nadia.
<<Questa immagine>> chiedo, rivolgendomi a Carlo, indicando la foto del volantino, <<Per caso riesce a ricordare qualcosa in merito?>>
Lui la osserva mentre Spartaco osserva me.
Sento l'adrenalina a mille.
<<Certo, ricordo>> risponde, dopo qualche istante, continuando a guardare la fotografia, <<L'abbiamo interrogato. Questo capellone, il cantante... sì, il gruppo musicale... ricordo. Abbiamo parlato con lui e con gli altri componenti della band.>>
Sollevo le sopracciglia, poi guardo verso Spartaco. I suoi occhi sono spalancati.
<<E non avete scoperto nulla, giusto?>>
<<Giusto. Nulla che ci sia sembrato rilevante, almeno.>>
Ci penso su per qualche istante. Senza le visioni che ho avuto io sul ragazzo con la maglietta dei Nirvana, questo volantino non è altro che un volantino. È normale che le indagini all'epoca non abbiano tralasciato niente, ma il valore che questo dettaglio assume ai miei occhi è ben diverso.
<<Le dispiace se scatto una foto all'immagine?>>
Carlo mi fa cenno di procedere.
<<Fai pure. Ti sembra... interessante?>>
Scuoto la testa.
<<Non... non lo so.>>
<<Se fosse saltato fuori qualcosa dai ragazzi della band, l'avremmo riportato nel dossier>> commenta. Percepisco la frustrazione nella sua voce. Dopo anni, è ancora lì. A prendersi gioco di lui.
Solleva le mani, scuote il capo, ci guarda e poi sposta gli occhi verso il mare. La luce del sole è più tenue, ormai. Il pomeriggio si prepara a cedere il passo alla sera. Spartaco si alza e tende la mano a Carlo Imperatore.
<<Grazie per il tempo che ci ha dedicato, signor Carlo. È stato molto utile parlare con lei.>>
Mi alzo anch'io, ma ho ancora una domanda per lui.
<<Si ricorda dove avete parlato con i ragazzi della cover band? E nel dossier sono presenti i loro nomi?>>
Lui esita per qualche secondo, socchiudendo le labbra.
<<Sì>> dice infine, guardando prima me e poi Spartaco.
<<Ma... pensate di...>>
Spartaco fa un cenno sbrigativo con la mano.
<<Non si preoccupi, Carlo. Credo che potremmo trovare i nomi dei membri della band anche su internet. Non...>>
<<Eccoli, sono scritti qui.>>
Rivolge il dossier verso di noi. Sollevo il cellulare nel gesto di scattare una foto e lui mi dice di procedere.
<<Li abbiamo interrogati a Rimini, all'epoca. Se non sbaglio, abitavano da quelle parti, e giravano l'Italia con il loro spettacolo.>>
Annuisco.
<<Grazie.>>
Lui mi porge la mano ed io la stringo.
Mi guarda negli occhi senza mollare la presa, ma anzi portando anche l'altra mano sulla mia.
<<Verdiana... voglio...>>
La sua voce è flebile, adesso. I suoi occhi brillano, lucidi.
<<Voglio solo che tu sappia quanto mi dispiace per tua madre.>>
Sposta gli occhi a terra, poi verso il prato e verso l'orto.
<<E mi dispiace per non essere riuscito a chiudere il caso.>>
Lo abbraccio, e mi viene spontaneo farlo.
Un'immagine si materializza nella mia testa. Lui, solo in questa casa, in piedi sulla sua veranda. Il giardino, l'orto e i fantasmi che si porta dentro.
<<So che avete fatto il possibile>> gli sussurro all'orecchio. <<E per me significa tanto.>>
Carlo annuisce, si stacca da me, fa un passo indietro.
<<A volte, vincono loro>> dice. 
Spartaco ci osserva, rimanendo in silenzio.
<<Andiamo>> dico infine.
E proprio mentre stiamo lasciando la veranda, urto con la gamba il dossier appoggiato sul tavolino, facendolo cadere.
Le fotografie che Carlo aveva riposto in fondo scivolano fuori, sparpagliandosi a terra.
Abbasso gli occhi e vedo mia madre, distesa in un lago rosso.
Scorgo il braccio che pende dal bordo della vasca. Le unghie della mano strappate. I tagli su tutto il corpo.
Il sangue è ovunque.
La gola è tagliata, la testa piegata all'indietro.
Salgo con lo sguardo fino ai suoi occhi. Sono aperti, come se fosse ancora viva.

Verdiana leggeva il futuroWhere stories live. Discover now