Capitolo 48: Spartaco

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Spartaco costringe Verdiana e Nadia a riposare in albergo. Prendono tre stanze in centro, vicino Piazza Vittorio. Perché è lì che abita Clara Ravanelli.
Potrebbero farle visita anche subito, ma l'investigatore privato è irremovibile. Andranno a trovare l'ex compagna di classe della madre di Verdiana soltanto la mattina successiva.
Così, non è sicuro della ragione che l'abbia portato a raggiungere da solo, sul finire del pomeriggio, l'elegante palazzina in cui vive la donna.
Ha raccontato a Nadia e Verdiana che avrebbe approfittato del tempo libero per girare un po' la città. È stato sincere. In parte.
La verità è che da quando Verdiana l'ha coinvolto nel caso, non ha pensato ad altro. Anche se è bravo a non lasciar trapelare nulla, dentro arde. Gli sembra di sentire il rumore degli ingranaggi che hanno iniziato a girare. Si sono messi in moto e sa che non si fermeranno.
Se non si è aperto troppo con Verdiana, è soltanto perché è una ragazzina. E Spartaco crede che dovrebbe vivere come tale. Anche se appartiene a un mondo che lui stesso non conosce, né pensava esistesse.
Verdiana ha fatto crollare gran parte delle sue convinzioni in una manciata di minuti. Per fortuna, Spartaco non ha mai costruito barriere intorno all'universo. Il suo mestiere gli ha insegnato che per arrivare a una conclusione occorrono innanzi tutto prove, e Verdiana è la prova vivente che certe realtà esistono.
Ma intuisce quanto debba essere stato difficile per lei.
Vuole aiutarla. È l'unica cosa che gli interessa. Darle una mano a trovare un po' di pace. Ha letto l'angoscia che si porta dentro, nonostante la sua corazza sia solida. Ma capisce ciò che significherebbe per lei arrivare alla verità.
Ed è per questo che adesso si trova lì, nel punto in cui via Po incontra Piazza Vittorio.
Ha passeggiato per le vie del centro, scolato un paio di birre in un pub gestito da una simpatica famiglia cinese e mangiato hamburger.
Certo, Verdiana si arrabbierà quando saprà che si è mosso in anticipo. Ma non ha un piano. I grossi pollici infilati nelle tasche dei jeans lo fanno sembrare un vecchio, enorme pistolero di certi film western. È appoggiato con la schiena contro la colonna di marmo accanto all'ingresso del palazzo. Alla sua sinistra, piazza Vittorio si prepara ad accogliere la sera, con le sue promesse di festa e movida. I pub sotto i portici stanno aprendo. L'insegna della Nuova Rumeria si accende in lontananza, a ridosso del fiume. Dall'altro lato della strada, il Semaforo, storico locale frequentato da universitari, è pronto a offrire sogni d'assenzio a chi è disposto a provare le sfumature alcoliche più famose della città.
Spartaco osserva il viavai di anime che attraversano il centro, mentre il profumo di pomodoro, mozzarella e origano proveniente dalla "Piramide", storica pizzeria al trancio a pochi passi da lui, gli riempie le narici e gli riapre lo stomaco.
Si volta verso il citofono del palazzo, e gli occhi scivolano subito sul cognome che sta cercando: Ravanelli.
Non ha idea di quali informazioni la donna possa fornir loro, ma sa da dove partire: il ragazzo con la maglietta dei Nirvana. Verdiana ha visto che era accanto a sua madre Lara durante gli Mtv days di Torino nel maggio 2009, quando la donna era tornata in città dopo la telefonata di Clara Ravanelli, la sua migliore amica.
Forse ricorda qualcosa su di lui, o forse no. Ma di sicuro si tratta di una base solida.
Sta per premere il dito sul pulsante accanto al cognome, quando il portone della palazzina si apre.
Esce una donna sulla quarantina, molto attraente. Indossa un abitino nero che le arriva ben sopra le ginocchia, regalando lo spettacolo di un paio di gambe che a Spartaco fanno girare la testa.
I capelli lunghi e biondi lo sfiorano quasi mentre si avvia di fretta lungo via Po, nella direzione opposta a quella della piazza.
Subito dietro di lei, esce un uomo. Avrà più o meno la sua età, forse qualche anno in più.
La chiama.
<<Clara! Stupida troia che non sei altro!>>
Lei però non si volta.
Spartaco la osserva mentre continua ad allontanarsi a passo svelto e l'uomo, per seguirla, lo urta con la spalla.
<<Ehi, spostati, grassone!>>
L'investigatore lo guarda dritto negli occhi, ma non replica.
L'uomo aumenta il passo per raggiungere Clara Ravanelli.
<<Stronza, ti ho detti di fermarti, hai capito?>>
Spartaco inizia a camminare nella loro direzione.
Lo osserva. È alto, e porta i capelli biondicci raccolti in un codino sopra la testa. Ha un tatuaggio sul collo, una croce nera. Orecchini a entrambi i lobi. Gli verranno strappati di lì a poco. Una canotta senza maniche che mette in risalto i bicipiti allenati e abbronzati – che purtroppo non gli serviranno a nulla- e spalle larghe.
<<Sai cosa sei? Una gran puttana!>>
Clara non si ferma, ma lui ormai l'ha raggiunta. I passanti osservano la scena ma nessuno sembra intenzionato ad alzare un dito.
L'uomo la afferra per un braccio e la fa girare su se stessa, mandandola a sbattere contro il portone di un'altra palazzina.
Le stringe il viso nella mano, costringendola a voltarsi verso di lui.
Spartaco, intanto, li ha quasi raggiunti.
Riesce a vedere che la mano dell'uomo, aperta, si schianta con violenza sul volto di Clara. Una volta, poi un'altra.
Ed è l'ultima cosa che il tizio, da lì a pochi minuti, riuscirà a fare.
Per il mese di prognosi riservata che lo aspetta, almeno.

<<Ehi, signorina>> gli dice Spartaco, afferrandolo per il codino.

Verdiana leggeva il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora