Capitolo 2 - Passato

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« Good morning, Vietnam! » urlava Robin Williams una volta in un film. Ma Cape Cod non era il Vietnam, neppure lontanamente.

Eppure, agli occhi assonnati ed alla mente intorpidita di Breanna, quel mondo in cui si era svegliata assomigliava in modo inquietante ad una zona di guerra.

Guardò affranta la sveglia sul comodino segnare l'ora e, con essa, la coscienza.

Il solo pensare al suo liceo la gettava in una realtà fatta di professori come mine antiuomo e compagni di scuola come Vietcong.

Strofinarsi gli occhi e sperare che quel mondo appartenesse ad un incubo non è mai servito a nessuno per scappare dalla realtà. E non servì neppure a lei.

Con cuore affranto il suo sguardo si posò sulla scrivania e sui compiti di storia ancora da svolgere.

Non la miglior cosa da vedere appena svegli.

A poco a poco, ricordò le parti salienti della sua vita, le stesse che la spingevano nuovamente verso le coperte per non uscirne mai più.

Io odio la mia vita!

« La signorina Breanna Chapman è attesa nella sala colazioni! »

« Adoro la tua ironia alle sei e mezza della mattina, zio! » rispose con altrettanta ironia. « Ma soprattutto che entri in camera mia senza bussare! »

« Muoviti o farai tardi! » disse tornando al piano inferiore.

Tanto non credo ci sia qualcuno che si accorgerebbe della mia assenza.

Per essere inizio aprile faceva ancora un freddo cane ed a pagarne il prezzo furono, per primi, i piedi nudi di Breanna a contatto con le mattonelle del bagno.

Come ogni mattina la caldaia impiegava secoli per scaldare quel minimo di acqua utile per lavare via pensieri e paure. Ma era solo una timida illusione voler risolvere con una doccia.

Cercò di non pensare. Ma ripetersi ossessivamente di non pensare ti porta inevitabilmente a... pensare per l'appunto.

I compiti non fatti, lo zio, il suo fiato sul collo, ma soprattutto lei e...

Luke!

Già, Luke.

Quanti ricordi portava a galla quel nome. Perdersi in essi era affondare in un mellifluo bagno caldo, avvolgendosi di tutte quelle sensazioni provate e perdute per sempre ma, per Bry, più vivide che mai.

Il getto caldo dell'acqua sul viso stranamente simile a come si immaginava una sua carezza, sentirla scendere sulle labbra, lungo il collo, attorno alle spalle, sul seno...

« Breanna! »

« Che cavolo! Arrivo! »

Quell'uomo non sarà contento finché non sarò morta e lui a presenziare al funerale!

Maglione, jeans e scarpe da ginnastica. Lunghi capelli rossi legati in una comoda coda e giusto un minimo di fondo tinta per coprire le odiate lentiggini e non spaventare i ragazzi più di quanto la sua situazione sociale non facesse già.

Gradini. Sempre gradini. Salire, scendere. Per andare dove? Per cambiare cosa?

Spostandosi al piano terra Bry, si preparò a rispondere a quell'uomo che per quasi diciassette lunghi anni l'aveva cresciuta.

« Ce l'hai fatta! »

Con sorpresa la voce ad accoglierla fu diversa.

Un ragazzo la studiava appoggiato allo stipite della porta sul retro.

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora