Capitolo 4 - Visibile

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Pura e semplice. Niente di più complicato, nulla di più evoluto. La gola secca, le mani tremanti, l'ugola paralizzata. Lei, la persona che più di ogni altra incarnava la sua essenza.

E Beverly se ne approfittava.

Sapeva del fiato corto che soffocava Bry ogni volta le rivolgeva la parola, vedeva le tempie della poveretta battere all'unisono pompando sangue alla ricerca di una via d'uscita, conosceva la goccia di sudore lungo la schiena che, gelida, irrigidiva quel corpo dalle spalle strette nell'estremo tentativo di sparire.

Lo sapeva poiché era Beverly stessa a volerla provocare.

Scrutava Bry dall'alto del suo metro e ottanta, imponeva quei venti centimetri di differenza che alla vittima apparivano come duecento.

« Ti ho fatto una domanda! Cos'è? Stavi pregando? » urlò in modo che ogni studente nel raggio di cinquanta metri sentisse e guardasse.

Già... la religione.

Nonostante, delle due, quella più attenta ai precetti della propria chiesa fosse Beverly, vuoi per la parentela, vuoi per la limitata vita sociale, negli anni era passato il messaggio che la nipote del reverendo protestante fosse più simile ad una monaca di clausura che ad una ragazza di diciassette anni.

Al contrario, Beverly Green, apparteneva ad una famiglia di fede mormona da generazioni il che, in teoria, le avrebbe dovuto impedire molti atteggiamenti che il suo credo le proibiva ma, fatta forse salva la castità, passando da alcol e fumo le aveva infrante tutte.

« Cos'è? Zietto ti ha impedito anche di comprare vestiti nuovi? »

Ma Bry combatteva le proprie paure, il più delle volte. Alzò lo sguardo.

I muscoli del collo tesi in un innaturale spasmo al punto da manifestare i tendini tra essi, la mascella serrata a rendere ancor più acuminato un ovale già di per sé affilato.

E poi gli occhi. Sgranati, spalancati, confinati solo da tremanti palpebre.

Improvviso.

Con uno schiaffo gettò a terra i libri che Breanna teneva tra le braccia. I compiti di storia di Toby scivolarono lungo tutto il pavimento allontanandosi in direzioni opposte. Non aveva più difese.

« Ora capisci la mia lingua? » chiese ironica bussandole sulla testa. Bry poteva sentire il suo anello tintinnarle sul cranio.

Attorno gli studenti ridacchiavano, coprendosi la bocca per non far capire i loro, fin troppo espliciti, pensieri. Tra loro, impassibile, c'era anche Luke.

« N... no! »

« "N... no" cosa? Non capisci la mia lingua? »

« No, Beverly. La tua lingua la capisco, ma io non stavo guardando Luke. »

Fu a quel punto che temette davvero per la sua vita. Beverly gettò a terra la sua borsa, spostandosi dietro la schiena i lunghi e lisci capelli biondi che le cadevano sul petto.

« Come hai detto? » chiese a due centimetri dal suo viso. « Una nullità come te non deve neppure pronunciare il nome del mio ragazzo! Hai capito? »

« S... sì, Beverly! »

« Vediamo se hai imparato: come si chiama il mio ragazzo? »

Luke.

« Non lo so. »

« Brava! Ora tornatene nella tua chiesa, sfigata! » chiosò raccogliendo la borsa e sparendo in un gruppo di ragazzi.

La tensione scemò così come gli studenti che avevano assistito allo scontro. Bry invece rimase lì, immobile per quasi un minuto mentre il cuore rallentava e le lacrime acceleravano. Qualcuno la guardò, qualcuno provò pena, ma nessuno, proprio nessuno, la aiutò a risollevare i fogli sparsi fin sotto gli armadietti.

Cercò, rovistò, fece il più in fretta possibile. Non per le lezioni, non per l'orario. Solo per amor proprio. Perché piangere in pubblico sarebbe stata la sigla finale della sua sconfitta, sarebbe stato ammettere al mondo quanto veritiere fossero le parole di Beverly.

Forse vi starete chiedendo il perché di tutto questo. A dire la verità, Breanna era in buona compagnia. Anche altre ragazze avevano avuto a che fare con l'ira di Beverly. Il più delle volte per problemi di incomprensione legati al giornale studentesco ma qualche volta anche, come era appena stato, per sguardi nella direzione sbagliata, nella fattispecie Luke.

Soprattutto negli ultimi tempi, ovvero da quando il reverendo si era permesso di scrivere sermoni taglienti contro fede mormona e partito repubblicano, dei quali a Dennis Port due famiglie su tutte erano le rappresentanti, suo zio e Bry di conseguenza, venivano presi sistematicamente di mira anche dalle colonne del "Baker Lighthouse", in giornale del liceo dal quale il redattore capo, sempre Beverly, diceva a tutti cosa pensare e chi votare, non senza una buona dose di interesse personale.

Ma non c'era tempo di perdersi nei ricordi.

Raccolse l'ultimo foglio incastrato sotto il piede di una cheerleader che non si accorse neppure della presenza di Breanna ai suoi piedi.

Quando ci riuscì, fu il bagno, per l'ennesima volta, a divenire il luogo perfetto dove nascondersi e piangere.

Piangere perché il destino non accennava a voler ridare ciò che si era preso. Piangere perché lui l'aveva guardata, ignorata ed infine compatita. Piangere perché la sua paura più grande sembrava prendere forma ogni giorno di più.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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