Capitolo 21 - Nuova preda

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Solito posto, solito lavoro. Solito "Fortynine" zeppo della solita gente.

Jim, il buttafuori, ormai mi conosce. Forse è l'unico qui dentro che sa tutto sulla mia identità.

È successo circa un anno fa quando leggendo Woman ha ricollegato nomi e visi di un mio articolo. Lì per lì mi sono sentita perduta. Sì perché dovete sapere che Jim è un uomo afroamericano alto due metri e dieci e peserà centocinquanta chili di muscoli. Non a caso fa il buttafuori. Ne ho visti di ragazzoni lanciati fuori dal locale perché ubriachi. Mi attendevo il loro stesso trattamento conscia che gli uomini troveranno sempre il modo di spalleggiarsi.

Quella sera, inaspettatamente, però mi ha stretto la mano, mi ha chiesto un autografo ed infine una foto per il suo compagno. Mi raccontò che in realtà il vero fan era il suo ragazzo e che egli aveva avuto il merito di fargli conoscere la mia rubrica. Quando ciò avvenne tra loro il periodo era critico, sul punto della rottura. Altrettanto inaspettatamente scoprii un potere imprevisto dei miei articoli: il merito di far riflettere su tutti gli uomini sbagliati al di fuori di una relazione... e salvarmi la vita.

Ma, scherzi a parte, quella sera imparai che, per quanti muscoli si possono avere, le ferite che l'amore lascia non temono la forza fisica.

« Buonasera Jim! »

« Beverly! » esclamò scostando il manicotto di velluto rosso ed allontanando una sfigata che non aveva compreso la gerarchia.

« Novità dentro? »

« Carne fresca per la tua penna! »

« Com'è? »

« Fidati... lo noterai! »

Curiosità, curiosità. Tu mi porterai alla rovina.

Entro. Guardo. Cerco. Studio uno ad uno tutti i presenti ma a me sembra sia la solita gente avvolta dalla solita musica a tutto volume. Qualche marito ciondolante tra uno scotch ed un tradimento, un paio di ragazzini, uno dei quali assomiglia a qualcuno che conoscevo, qualche ragazza in cerca di attenzioni per colpa di un padre assente, bancari o avvocati con la cravatta allentata da una dura giornata di lavoro e da una vita diversa da come immaginata. Il solito marasma di fauna che mi spinge a credere Jim si sia sbagliato.

« Ehi! »

Qualcuno mi chiama. Destra. Sinistra. Neppure l'ombra.

« Ehi! Qui su! »

Giovane. Forse poco più grande di me. Sulla trentina, corti capelli biondi, colore degli occhi indistinguibile da qua giù. Mi guarda sorridente appoggiato alla balaustra del privè.

« Dici a me? » chiedo guardandomi intorno.

« Sai che sei la cosa più bella entrata fino ad ora? »

Mi chiedo come il mio lavoro possa essere più semplice. A giudicare dall'abito taglio sartoriale, dai gemelli d'oro e dal Rolex al polso deve guadagnare bene o, in alternativa, spendere bene i soldi di famiglia.

« Sai che sei la centesima persona che me lo dice? » rispondo seccata.

Non potermi avere li fa impazzire.

« Dubito esista anche solo uno come me! »

Che sbruffone! Già odio quel suo sorrisetto. Quel suo fare da grand'uomo solo perché ora si trova fisicamente più in alto di me. Probabilmente se mi volto dalla parte opposta mi chiederà di salire.

Ciò che faccio.

« Come vuoi. È stato un piacere! » mi saluta sparendo oltre il parapetto.

Maledetto. Come si permette? Fosse l'ultima cosa che faccio, lui finirà nel mio articolo.

« Scusa! Ehi! Tu! » urlo travestendomi da disperata.

Si affaccia nuovamente con un flũte di champagne in mano.

« Dici a me? »

« Chi sei? »

« Prima le signore! »

Giuro. Gli concedo solo questo. Solo il mio nome. Da qui in avanti sarò io a dettare le regole.

« Mi chiamo Beverly! »

Promesso. Solo questo.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora