Capitolo 57 - Nuova vecchia promessa

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Lo so. Lo so.

So che avevo promesso. So perfettamente cosa avevo detto. Con tutta me stessa. Ma voi siete testimoni. Giuro, ci ho provato. Mille e più occasioni, anzi, sessanta come i nostri giorni.

Eppure eccomi qui.

Il caos è quello di sempre. Il panorama, idem. Le lettere, le stesse. Ed anche io.

Ma non sono da biasimare.

Vi assicuro che... no non devo giustificarmi. Con nessuno, benché meno con me stessa.

Era tempo che non sentivo più così, lo devo ammettere. È stato bello sentirsi persa ed, a tratti, avere qualcosa da perdere.

Ma io sono sempre io e gli uomini... quelli poi non cambiano mai.

Nulla cambia. Neppure Susanne. Devo ammettere è stata di parola. Mi ha solo ammonita: "Che non ricapiti di nuovo!", quando le ho consegnato l'articolo.

Sì, lo so. Molte di voi staranno dicendo o pensando che sono stata una stupida. Ma Beverly non può.

Non può passare sopra ad una cosa del genere. Sono ormai dieci anni che non faccio altro e le vecchie abitudini, come si dice, sono dure a morire.

Nuova vecchia promessa: rimanere me stessa.

Basta cotte adolescenziali, basta cercarlo in chi non è.

Mettitelo in testa Beverly: lui non c'è più.

E mi ritrovo qui, a pensare a ciò che è stato mentre un'altra stagista viene cacciata brutalmente dall'ufficio di Susanne, seguita a breve distanza da una spillatrice lanciata ad altezza uomo.

Ma ormai nessuno ci fa più caso.

E se fosse questo quello che succede quando la tua vita diventa il lavoro e viceversa?

Nel mio caso sarebbe più corretta la prima ipotesi. È questo ciò che accade? Diventi una macchina. I sentimenti si atrofizzano, carbonizzati come benzina nel motore della carriera. Ed ecco che di te non rimane altro che un guscio vuoto e ringhiante come Susanne e me, mi dico.

"Mi dico".

Strana espressione. Come se in me una parte volesse comunicare con una opposta. Come una vecchia amica che mi consiglia dove andare o, meglio, dove non andare.

Ma io ci sto andando, consapevole dei miei errori del passato e del presente. Ma non posso farne a meno. Perché sangue chiama sangue, perché non posso permettere che il ricordo di Shawn mi possa perseguitare come fa quello di Luke.

Urge una soluzione e presto anche.

Susanne chiede altri articoli, forse solo per vendetta. Dice che devo farmi perdonare con i miei lettori. Qualcosa mi dice che la mia prima lettrice è lei.

Ebbene sì! L'ho fatto! Confesso!

L'ho sputtanato davanti a tutta New York. Ho raccontato di quanto sia meschino e sfigato, delle sue miserabili tecniche, dei falsi sentimenti, di quanto poco conti anche nella sua stessa azienda, di quanto le sue emozioni siano lo specchio di quella vacuità che è il suo impero e la sua vita .

E mi sento meglio.

Perché, in fin dei conti, la vendetta paga ed anche bene. Siamo stati fotografati insieme al ristorante ed, appena si è sparsa la notizia della nostra rottura, decine di testate scandalistiche mi hanno pagata per avere i dettagli dell'inarrivabile "Re del cemento di New York" con un ritorno di immagine anche per la mia rubrica.

Ma ora basta.

Torno ad essere Beverly Pierce. La donna inarrestabile, che non teme nulla e nessuno, neppure il giudizio della gente e che lascia agli altri l'onere di innamorarsi.

Certo, voi lo sapete più di me. Sarei ipocrita se dicessi di no, che mai come in questo periodo mi sono accorta di quanto lo sia ancora. Innamorata... chissà.

Ma non certo di Shawn.

Lo ricordo.

È stato tanto tempo fa. In un luogo diverso, una persona fa. 

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Nuova vecchia Beverly anche se inizia ad ammettere che il proprio amore per Luke continua ad essere presente nei suoi riordi. Riuscirà a mantenere la sua promessa? Riuscirà a dimenticarsi di Luke?

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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