Capitolo 9 - Incontro

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« Buongiorno! "Woman", per favore! »

L'obeso edicolante sembra non ascoltarmi. Stravaccato sulla sua poltrona girevole lo noto trangugiare un hot dog mentre la senape cade e si spalma sulla canottiera. « Mi scusi! Le ho chiesto se ha l'ultimo numero di "Woman"! »

« Ho capito! Ho capito! "Woman"? Cosa ci troverete in queste riviste infarcite di pubblicità, io non so! »

Con gesto arrendevole spegne la partita di football che stava ascoltando alla radio, spazzola via con il dorso della mano la senape cercando di toglierla ma macchiandosi ancora di più e si alza afferrando la rivista da uno scaffale.

Il suo disgusto per il mio lavoro è tutto racchiuso nella gentilezza con la quale getta la rivista oltre la sua caverna. Lo stesso schifo che mi coglie quando me lo trovo di fronte.

« Anche per noi è un mistero quando voi parlate di football! » rispondo pronta calcando il tono sui pronomi.

« Cos'ha? È agitata? Era solo per parlare! »

« Nessuno le ha chiesto di farlo! Due dollari e cinquanta giusto? Purtroppo ho solo una banconota da cento! »

Adoro farlo. Adoro guardare i negozianti svuotare la cassa dalle loro preziose banconote di piccolo taglio. In questo caso però... in questo caso la componente di disgusto per quell'essere che chiamano uomo medio si è fusa con il mio riscatto rendendolo particolarmente piacevole.

Stringo tra le mani il nuovo numero.

Potrei averlo gratis in redazione ma adoro immedesimarmi in una lettrice. Ogni settimana trovo un'edicola nuova per evitare di fossilizzarmi nello stesso ruolo. Una settimana sono un'avvenente donna di mezz'età di Tribeca, una settimana una madre single di Brooklyn. Questa volta sono una ricca, e alquanto scorbutica, moglie di un banchiere dell'Upper West Side.

Non importa quanto dovrò camminare o quanto, piuttosto, l'autista del taxi guidare. Posso permettermelo, questo e altri piccoli sfizi. E non parlo del mio ruolo di oggi.

Uno di questi piaceri è descritto nero su bianco:

"Parliamoci chiaro: il mondo fa schifo. E non lo dico per fare demagogia spicciola. Non sono una politicante e non mi interessa esserlo. Mi limito semplicemente a guardarmi attorno.

Disuguaglianze posate su stupide inezie a cui nessuno farebbe caso. Guerre a cui nessuno è interessato per possessi dei quali pochi godranno.

Mi chiedo... perché? Perché tutto questo? Mi rispondo con una sola parola: uomini.

Come scimmie si lanciano feci dalla mattina alla sera fermandosi solo quando passa un bel esemplare di un'altra lontana specie. Questa è simile a loro. Due gambe, due braccia, occhi, orecchie, insomma tutto l'insieme che rende un essere umano degno di questo nome. Ma c'è, ebbene sì, una differenza sostanziale. Un piccolo organo che sembra essersi raggrinzito con l'evoluzione nel genere maschile dell'essere umano: il cervello.

Solo quando una bella donna transita nel loro campo visivo allora, e solo allora, posano lo sterco con cui sporcano il mondo e si sbavano addosso, dandosi colpi di gomito uno con l'altro.

Probabilmente se un gorilla potesse parlare direbbe: "Guarda che gambe!".

Ma d'altronde a che serve biasimarli?

Tutti, cristianità compresa, ammettono la superiorità della donna come essere umano migliorato ed evoluto.

Vero: siamo lunatiche e complesse... per chi non ci comprende. Desideriamo sentirci perse, a volte bambine, altre affidarci a qualcuno. Cerchiamo ciò che non siamo, un opposto dai punti in comune.

Per fortuna, nella maggior parte dei casi, con il tempo e l'esperienza si cambia e la donna, degna di questo nome, cerca un uomo altrettanto degno.

Purtroppo, a parte qualche sporadica meteora che transita ogni milione di anni, la suddetta donna sarà costretta ad accontentarsi.

Se non lo fa immediatamente... lo farà. Fidatevi.

Data di scadenza, orologio biologico. Chiamatelo come volete. Rimane il fatto che siamo condannate. Un mondo di uomini e pieno di uomini... forse è per questo che fa tanto schifo.

So cosa state pensando: "È solo l'amaro sfogo di una donna che non sa trovarsi un uomo!"

E avete ragione.

Io non solo non trovo un "Uomo" ma, data la sua mitologica e mai provata esistenza, non desidero neppure cercarlo. Se non seguissi questo ragionamento dovrei allora rincorrere anche draghi, unicorni, fate e così via.

Come faccio? Semplice! Ascoltate bene, sono solo quattro parole ma non le ripeterò.

Faccio.

Come.

Fanno.

Loro.

Si perché, per quanto stupidi, hanno capito come godersi la vita.

Gli uomini, come abbiamo detto, sono esseri semplici, primitivi, che rispondono a semplici segnali fisici ed istintivi. Le donne, o la stragrande maggioranza di esse, come detto hanno la molto evoluta capacità di... pensare.

Tutto qui.

Noi possiamo accendere e spegnere quel loro interruttore che li separa da una terza base. Possiamo decidere quando accelerare o frenare per il semplice motivo che abbiamo il controllo di noi stesse e dei nostri ormoni. Abbiamo il comando perché pensiamo con la parte più alta del nostro corpo anziché con quella più bassa.

Prendete me. Sabato sera. Locale alla moda. Tubino nero che fascia i punti giusti. Un'ora più tardi avevo il mio piacere servito con tanto di animalesca – stavolta in modo positivo – foga. Eddy o Erick, ora non ricordo, cadde in un bellissimo e pesante sonno. Neppure il mio bagno nella sua Jacuzzi lo svegliò. Non si svegliò neppure quando feci cadere il gelato che teneva in frigo, neppure quando finii l'ultima bottiglia di vino nel suo frigo. La mattina seguente sgattaiolai via lasciandogli un numero di telefono sbagliato.

Pensate abbia qualche rimorso. Nossignore! Al posto mio, lui avrebbe fatto esattamente la stessa, identica cosa.

Perché farlo? Perché non esiste limite a ciò che una donna può ottenere da un uomo.

Un'unica avvertenza: pensare significa anche proteggersi.

Il mondo è pericoloso e con esso gli uomini che lo plasmano a loro immagine e somiglianza. "

Davvero un ottimo lavoro. Pagina tre non è poi così male. Pagina due: stiamo arrivand...

« Beverly! Beverly! »

Una voce conosciuta mi chiama. Strano, in questo angolo di città non conosco nessuno.

« Marta! » Sul viso occhi arrossati erano spenti e stanchi di piangere. « T... tutto bene? »

« Avrei un favore da chiederti... »

« Tutto quello che vuoi! »

« Non mi andava di parlartene in redazione. Lì è pieno di pettegole. »

I suoi singhiozzi mi rendono alquanto preoccupata.

« Tranquilla! Ma di cosa si tratta? Cosa posso fare per te! »

« Vendetta! » 

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora