Capitolo 22 - Lontano

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Un martedì. Sì, era proprio martedì.

Quando tutto assunse una luce differente. Quando il mattino si fece più caldo e le coperte del letto eccessive.

Era un martedì quando l'estate arrivò.

Arrivò silenziosa. Nessun trambusto, nessun avvertimento. Un'estate in anticipo nel mese di maggio.

Un sottotetto, la camera di Bry e la finestra che si apriva a sudest, in direzione della casa di Toby.

La spalancò.

Bry aveva imparato a conoscere l'odore del mare. Fu per questo che lo percepì quasi subito. Non sulle prime. Nulla di diverso dal solito prima di aprire gli occhi.

Ma quel giorno l'oceano si era vestito di azzurro. Aveva finalmente abbandonato il suo tetro vestito livido. Si era lasciato alle spalle mesi di tempeste, di onde e di mareggiate.

Ora si rilassava. Il sole lo scaldava e, con esso, tutta Cape Cod sarebbe stata intenta a fare il cambio di stagione.

Ma come detto, Bry sentiva qualcosa di diverso. Non tutti lo avrebbero sentito. L'aria quel giorno portava con sé un profumo speciale: il ricordo di quanto accaduto. Il profumo di lui, delle sue parole, dei suoi occhi che parlavano di un interesse che sapeva di speranza, di tutte quelle lettere che avevano riempito il faro e riacceso quella torcia spenta da anni.

Duecento metri più in là, Toby fece il solito segnale dalla sua finestra rifrangendo il sole con uno specchietto verso l'amica come da bambini.

Lei non rispose.

Troppo fresco ancora il tradimento dell'amico, troppo pesante il peso delle bugie.

Per questo tacque. Perché era cresciuta.

È ora che cresca anche lui.

Eppure la mente continuava ad oscillare, la coscienza non smetteva di vibrare e l'intero equilibrio veniva continuamente messo a dura prova.

Prima a destra, poi a sinistra. Un'anima divisa in un solo corpo. Eppure Bry si sentiva trascinare da quelle emozioni, dai i ricordi dell'uno e dell'altro in una danza per la sua fiducia.

Perché forse Toby aveva ragione. Forse Luke era troppo distante da lei. A maggior ragione ora che avevano parlato, lei ne aveva coscienza; aveva la lucidità di ammettere che gli opposti si attraggono ma che rimangono, per l'appunto, opposti.

E nessuno più di Bry sapeva quanto Toby le fosse complementare, quanto le loro esperienze fossero sovrapponibili, quanto il dolore li avesse fusi schiena contro schiena. Giocare insieme, studiare insieme, combattere insieme.

Perché mai avrebbe dovuto mentirle? Perché depistare i suoi sentimenti quando in tutti quegli anni era stato un amico dalla fedina immacolata e dal quale aveva sicuramente ricevuto anziché donato?

Forse era semplicemente il suo pensiero, la sua opinione. Una persona che fin troppe volte l'aveva consolata perché in lacrime per Luke McLoud. Fin da bambina, fin da quel compleanno di Luke quando la consolò con una caramella e lei, piangendo, le aveva raccontato del braccialetto in regalo. Quel giorno Toby le disse di apprezzare ciò che si ha e non rimpiangere ciò che si potrebbe avere.

E aveva solo nove anni...

Ma ora era diverso. Ora era la realtà a bussare prepotentemente sulla spalla di quella bambina e trasformare quelle lacrime in occhi speranzosi e decisi.

Ora i sogni cedevano il passo ad un viso, ad un suono, al ricordo di ciò che era stato poche ore prima, e di ciò che sarebbe stato in futuro. E tutto questo era bellissimo. Era il sorriso che vide sul suo viso e nello specchio, era la gioia di alzarsi dal letto e l'impazienza di raggiungere la scuola, era la voglia di vita e la certezza che sarebbe stata degna di questo nome.

È Luke!

Già era sempre stato lui. Rabbia, depressione, speranza, gioia ed ancora tristezza. Sempre lui in un arcobaleno di emozioni, dalle più accese alle più tetre.

Ed ora, si diceva, se non fosse andata fino in fondo se lo sarebbe rimproverata per il resto della vita. Elaborare inutilmente cosa sarebbe potuto essere e non era stato, trasformare i ricordi dei sogni in rimpianto per le ossessioni. Perché solo il coraggio divide i primi della seconde.

Per fortuna Toby era prevedibile. Lui era sempre lì alle sette.

Per questo riuscì ad anticiparlo.

Raggiunse la bicicletta e scivolò silenziosa lungo la Lower County Road.

Di nuovo pedalare. Scappare per raggiungere. Ancora più forte perché la spinta di Toby era attrazione verso Luke.

Il vento, l'aria che tra i capelli esso soffiava, sentire le gocce di sudore rinfrescare la pelle.

Mai così. Mai tanta gioia aveva invaso i suoi sensi. Causa e conseguenza. Tutto qui. La felicità era il principio e la fine di ogni suo sentimento. La stessa che la colse in vista della Benjamin Baker high school.

Quel segnale stradale di attraversamento era sempre lì. Granitico negli anni aveva accolto la catena della bicicletta, distante abbastanza dalla scuola, nascosto agli sguardi degli studenti.

Forse non a tutti.

« Proprio te cercavamo! »

Un gruppo di tre ragazze presto la circondarono schiacciandola contro il suo mezzo.

« Posso aiutarvi? »

Conosciute solo di vista. Erano del Baker Lighthouse ma l'ultima volta Bry le ricordava tra i corridoi succubi di Beverly.

E forse non era cambiato tanto.

« Sai che questo è un piccolo paese no? » fece la più vicina dimezzando le distanze.

« S... sì... »

« E sai anche che di conseguenza le voci corrono rapide. »

« Cosa volete? »

« Vedi la nostra caporedattrice non è contenta di ciò che ha sentito. »

« Ovvero? » chiese recuperando dal retro della bici la borsa con i libri.

Non mostrare paura Bry!

« Ovvero che ti sei avvicinata un po' troppo a Luke questi giorni! »

« C... cosa? E chi mette in giro queste voci? E soprattutto lei non hai il coraggio di venire a chiedermelo di persona? »

Si mosse veloce. Rapida, un colpo secco sulla borsa. Talmente veloce che non si accorse di nulla se non quando vide i libri sparpagliati all'interno di una pozzanghera.

« Questo era solo un avvertimento. »

Bry si inginocchiò cercando di salvare più pagine possibile di quei quaderni ormai inzuppati.

Ma qualcun altro aveva assistito inerme alla scena.

Quando si risollevò, gli occhi di Luke la guardavano da lontano.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

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