Capitolo 71 - Spiegazioni

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È qui eppure è come se non ci fosse.

So che è qui, lo vedo, lo riconosco. La sua voce, i suoi occhi sono cose che non cambiano nel tempo e che neppure la malattia è riuscita a spegnere.

Locvedo: dall'ovale del viso, dal suo mento che prima era nascosto dacquel filo di barba e adesso, lungo il confine, si stacca dal resto del corpo leggermente spigoloso. Lo vedo dal colore dei suoi capelli che, sì, sono corti, più corti di quando lo conoscevo ma il colore, quel castano chiaro dalle sfumature dorate... il colore è sempre quello.

È davanti a me ma anche lontano. È nei ricordi che quel nome detto ha riportato alla mente. Non gli è bastato che uno sguardo per capire chi sono, per smascherarmi, per spogliarmi di tutte le mie certezze e dalle mie complesse difese che ora si sgretolano guardando la sua bocca aperta, capendo che, anche se non rispondo, il mio silenzio è un sì. Sì, sono io, sono Breanna e non Beverly. Sono sempre stata io... ma non ho il coraggio di dirglielo.

Le vecchie abitudini sono dure a morire, come ricordi e come l'amore.

Io, qui di fronte a lui, pietrificata. La musica quasi non la sento più, pensare al tempo che passa, a quello che è passato da quando lui ha parlato, non capire se sono passati anni o istanti. Pensare al nostro passato, gli istanti, in quel caso sì, sono passati come anni.

So che non l'ha dimenticato, so che ancora lì, come lui di fronte a me con il suo corpo più magro di quanto ricordassi ed io... sicuramente starà pensando a quanto sono cambiata.

Beverly...

Ma perché mi faccio chiamare con quel nome? Gli anni passano e la sua espressione di sorpresa, quasi di terrore, si trasforma in un sorriso... il più bello che abbia mai visto, quello di chi sa di essersi ritrovato dopo tanti anni.

«Brianna? Dì qualcosa... ti prego. » mi dice sorridente con gli occhi così lucidi che superano la luminosità dei flash.

«Io... io... »

E ripenso alle mie colpe. Penso che forse farei meglio a dirgli che si è sbagliato, che io non sono realmente io. Forse dovrei solo voltarmi e andarmene per relegare tutto questo ad un semplice sogno ad occhi aperti, a qualcosa a cui più pensi e più ti convinci che è stato tutto un abbaglio, un miraggio di questo ultimo periodo che non ha fatto altro che darmi delusioni.

Sì, è stato solo il mio subconscio ad ingannarmi, a farmi vedere quello che volevo vedere e quello che non avrei mai sperato di incontrare.

« Brianna, anche se non dici niente, lo so che sei tu. Potrai esserti tagliata i capelli, potrai averli tinti di biondo, ma dammi retta: so che sei tu! »

Dì qualcosa Beverley! Anzi no, dì qualcosa Brianna! È te che cerca, sei finalmente te che devi parlare! Ti prego di qualcosa!

« Mi dispiace... ti sbagli. Non sono chi pensi io sia! »

A volte fa troppo paura essere se stessi e io lo so bene. Preferisco scappare da qui piuttosto che rivivere le colpe di un tempo.

Mi volto cercando l'uscita. Non la trovo. Credo di essermi persa.

Lo sento alle mie spalle che mi guarda. Sento la mia mente urlarmi di tornare indietro, che mi rimprovera perché sono una debole e perché ho paura di vivere la mia vera vita, la mia vera io.

Faccio il primo passo lontano da lui.

« Perché? Perché sei scappata via? Ti ho cercata... »

« Sei tu che mi hai cacciato via! Sei tu che... »

« Lo sapevo che eri tu! »

« Sì, va bene! Sono io! Ma perché adesso? Perché qui? Com'è possibile? Come hai fatto a trovarmi? »

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora