Capitolo 12 - Faro

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La sabbia sembrava averla divorata. Una vernice azzurrognola lasciava il passo ad una porpora, tradendo gli strati dei vari restauri. Ma ormai restava poco da poter restaurare. Tra i bordi consunti si poteva sbirciare all'interno.

Una piccola spinta e la porta si spalancò.

Urtando il muro spaventò un paio di gabbiani appollaiati sulla sporgenza creata da un crollo. E di crolli ce n'erano e ce ne sarebbero stati.

Logoro e consumato. Ma, per quanto decadente fosse l'atmosfera che si respirava all'interno, ciò che si percepiva era la storia racchiusa in quei mattoni e non il loro aspetto. Meritavano il rispetto dei più anziani, di coloro che, nonostante tutto, ancora si ergono certi che le proprie sofferenze verranno prima o poi state riconosciute.

Un po' come Bry.

Ma lei non aveva resistito centinaia di anni sotto la costante usura dell'acqua, del vento e della sabbia. La stessa sabbia che, ora, si infiltrava tra di essi coprendo quasi totalmente il pavimento.

Da esso una scala in legno, dalle superfici arrotondate, si arrampicava fino al primo piano da dove il sole riusciva a infiltrarsi.

« Vuoi salire? »

« Te ne prego! »

Sapeva scherzava. Per Luke non era niente più di una gita e tutta quella galanteria era solo tattica per ottenere la sua visita guidata. Ma la solitudine è un'ombra fredda ed in quindici anni il sole era sempre stato solo un lontano calore per il suo cuore. Ora lo desiderava più che mai.

Quando li accolse al primo piano, in presenza di Luke quel rifugio non sembrò più così angusto.

Lo osservò volteggiare sul posto, con il naso all'insù verso la stretta cupola che era il sommità del faro. Sorridente riflesse la propria immagine distorta nello specchio aveva ospitato il focolare, prima, ed, in seguito, i fari. Poi, come sorpreso da una presenza, si voltò verso la vetrata che si affacciava sull'oceano. L'indice toccò il ferro arrugginito che la divideva in piccoli riquadri. Alcune imposte mancavano.

Accostò il viso ad una di esse. La schiena si tese, la maglietta con essa, riempì i polmoni. Respirò profondamente la brezza del mare e, per una volta, Bry si rilassò in sua presenza.

« Devo confessati una cosa. » espirò.

Breanna silenziosa attese che qualcosa rovinasse quell'idillio.

« Tempo fa, quando era nel consiglio comunale, mio padre propose di abbattere questo faro. L'idea non passò per un solo voto. Allora ero piccolo, poco più di un bambino. Ricordo che fu un periodo... oserei dire tragico. Lui ci era sempre più distante, a me e mia madre intendo, e temevo che una mia lamentela avrebbe potuto farlo allontanare ancora più di quanto già non fosse. Eppure non capivo. Questo faro era stato il traguardo di innumerevoli passeggiate ed il ricordo di ognuna di esse. Non riuscivo a concepire come il padre che mi accompagnava era il medesimo che lo voleva abbattere. »

« Pensavo andaste d'accordo. »

« Apparenze, Bry. Sai meglio di me quanto in questo paese i ruoli siano una invariabile costante. » appoggiò la fronte ad uno dei vetri. « Anche per te deve essere così. So come ti vedono a scuola ma so anche che tu non hai mai dato motivo di pensarlo. La stessa cosa vale per me. Tuo zio, mio padre... »

« Ruoli che non ci appartengono. »

« Vuoi la verità? Con il senno di poi, sia su mio padre che su questo posto, mi pento di non essermi imposto con più forza contro il suo abbattimento. »

Luke...

Novità, rivelazioni, trasformazioni. Stati della mente a cui Bry non pensava avrebbe mai dato credito su quella persona di fronte a lei. Quindici anni si riflettevano in quel momento. Assumevano contorni che neppure il cuore aveva mai immaginato e di colpo quell'entità astratta che si palesava solo nei ricordi prese forma nel suo sguardo e la vide per come realmente era.

« Ma alla fine il mondo prende sempre la piega migliore. Giusto? P... perché mi guardi così? » chiese lui.

« No! Perdonami! È che sei la prima persona che entra qui da non so quanto tempo e... non saprei! »

« Sto rovinando il tuo luogo segreto? »

« No! No! Il punto è proprio questo. Mi sembra... »

... che tu ci sia sempre stato.

« Cosa ti sembra, Bry? » chiese confuso da quella strana ragazza.

« Niente. Stupidi pensieri. »

« Davvero Bry, in fondo questo posto lo hai trovato tu per prima. Se pensi sono di troppo prometto di non rimetterci più piede e che rimarrà un segreto. »

« Grazie Luke, ma per quante strane sensazioni possa provare, sono contenta che tu sia qui. »

Breanna Chapman! Cosa fai? Non puoi! Per un milione di motiv...

« Anch'io sono contento, sai? »

Fu un solo istante. Quando tutto tacque. Quando le onde non ostentarono più il loro sciabordio. Quando i gabbiani smisero di garrire ed il vento di fischiare. Quando gli occhi si incontrarono al centro della stanza ed il sole si tuffò nel mare. Allora, solo allora, i pensieri lasciarono il passo ai sentimenti ed il mondo non ebbe più domande ma solo risposte.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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