Capitolo 72 - Domande

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Perché a me? Perché adesso? Perché così?

Ed è inevitabile scontrarsi con la realtà delle cose, con l'ironia chele pervade e con la consapevolezza che una volta di più il destino sceglie al posto tuo. E non esiste rimedio se non continuare a piangere, a mangiare svogliatamente un gelato di cui non si sente neppure il sapore, a guardare controvoglia una stupida sitcom di quelle con le risate di sottofondo che ti suggeriscono quando ridere ma che, in realtà, non ascolti neppure.

Perché mi sono persa, mi sono persa nei miei pensieri, nella considerazione di quanto impotente io sia e di quanto inutile continuino ad essere i pensieri.

Lui si sposa. Fattene una ragione Brianna.

Lui è arrivato, se n'è andato, è tornato di nuovo ed ora di nuovo lontano.

Pensieri,brutti pensieri. Meditare di essere nata sotto una brutta stella, chela felicità per me non sarà mai un gelato da scavare con il cucchiaio fino in fondo al barattolo ma piuttosto sarà come questo telefilm che mi dice lui quando ridere e quando sorprendermi.

Sto pensando a tante cose, alcune delle quali si accavallano tra loro, si fondono, in una danza che crea sempre nuove forme ma con una sola direzione: lui.

Ed io cosa dovrei fare ora? Correre da lui? Correre a casa quando per lui "casa" è un altro luogo ed un'altra persona? Forse farei meglio a stare qui, nonostante Susanne spinga ancora per l'ennesimo mio articolo nel quale la vergogna è l'unica protagonista.

Come posso vivere in questo modo? La risposta è una: non posso.

Ammettiamo per un attimo che la sua sia stata una richiesta d'aiuto, immaginiamo per assurdo che tutto ciò che mi ha detto sia la prova della sua volontà di riallacciare un rapporto in extremis, ora che tutto sembra perduto, o meglio sembrava, ora che la nostra vita si è ristabilita, ora che abbiamo un contatto.

E se fosse così?

Eppure non sono più Beverly. Io davvero non riesco a fare a meno dimettermi nei panni della donna che sta per sposarlo; lei che,probabilmente, lo ama quanto lo amo io... cavolo, l'ho detto.

Ma non è forse vero che ammettere un problema è già la strada per risolverlo? Pensieri e domande che si rompono e ne creano altre mille.

Solo ora mi accorgo di essere davvero sola. Solo adesso, perché forse tene fotti finché non arriva il tanto temuto "momento del bisogno".Solo quando ogni altro essere dell'universo pensa ad un'altra persona, solo quando tu e le tue lacrime riuscite a farvi compagnia a vicenda.

E penso al passato, a qualcosa o qualcuno che di gentile forse c'è.

È lontano nel tempo e probabilmente nello spazio ma è davvero l'unica persona che può aiutarmi a decidere.

Frugo nella borsa. Cerco qualcosa che non ricordo neppure io che colore abbia. Dio, spero solo di non averlo buttato! Penso gli possa far piacere anche a lui, in fondo è stato lui ad insistere. Spero davvero.

Le mie dita toccano qualcosa in una tasca laterale. Sì, dev'essere lui!Lo riconosco dai bordi spigolosi e dal minimo peso. Davvero tutto quello che volevo. Il cellulare si è nascosto tra i cuscini del divano. Io ho bisogno di entrambi. Faccio il numero scritto sul biglietto sperando in qualcosa che non so neppure io. Magari è al lavoro, magari è occupato. O magari ancora non ne vuole più sapere di me. Mi accorgo che è davvero l'ultima spiaggia.

Suona. È già qualcosa. Tre, quattro squilli. Poi un suono metallico e finalmente una voce.

«Pronto ? »

«Pronto Arthur! Non so se ti ricordi di me... »

«Beverly! Che bello sentirti! Allora l'hai usato davvero quel biglietto da visita! »

«Certo! Ma non voglio disturbar... »

«Ti sento strana... è successo qualcosa? »

«Se hai un minuto Arthur vorrei parlarti. »

«Ma certo... non vorrai sapere di Shawn, vero? »

«No! No! Assolutamente no! Se hai un po' di tempo per me mi piacerebbe poterti vedere... ho bisogno di un consiglio e non conosco nessuno più adatto di te a cui chiederlo. »

«Ora però sono dall'altra parte della città ma... dammi mezz'ora e ci vediamo in quel bar tra la Prima e la Houston per te va bene ? »

«Certo! È perfetto! Grazie davvero, non sapevo con chi altro confidarmi. »

«Beverly stai bene? Devo preoccuparmi? »

«Tranquillo, tranquillo! È solo che ho bisogno di un parere su una faccenda un po' delicata... mi serve qualcuno che tenga a me. »

«Ti dirò una cosa Beverly: non so perché ma quando ti ho dato quel biglietto da visita sapevo che in un modo o nell'altro stavo facendo il tuo bene e prometto che continuerò a farlo! »


© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

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