Capitolo 62 - Mai se non con te

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Come possono fargli questo? Come... come si può concepire un tale piano.

Pensieri che inevitabilmente si scontravano contro la natura umana. Contro la religione, la politica e, a guardar bene, i soldi.

Assurdità. Nient'altro. Processi che il pensiero di Brianna non riusciva a comprendere neppure a seguito di una spiegazione.

E si è inermi. Indifesi come un feto, come nudi sotto la pioggia. Pensieri che continuavano a scontrarsi mentre risaliva rapida in macchina e accendeva le luci. Perché lei poteva fare ben poco se lui non fosse riuscito a salvarsi da solo. E quali possibilità aveva lei? Lei che per prima era stata causa di tutto ciò, che non aveva fatto nulla per impedirlo.

È soltanto colpa mia.

Inevitabile. Perché, alla fine, si arriva ad un unica conclusione: quella che il mondo vuole farti credere. E poco importa ciò che uno vuole. La disubbidienza rimane l'unica arma. Ribellarsi anche a costo di pagarne le conseguenze, ma fare qualcosa per la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile ed anche oltre se necessario. Questo è il solo modo di vivere in pace con se stessi.

La quarta marcia non entrava. Il suono gracchiante della frizione la accompagnò lungo la Ocean, oltrepassando gli ottanta chilometri orari di fronte al porticciolo.

Aveva fretta. Talmente tanta che se una pattuglia della polizia le avesse intimato di accostare, lei avrebbe accelerato rischiando le pallottole ed un inseguimento sulla TV nazionale.

Doveva arrivare. La scuola era a pochi isolati e le prime limousine noleggiate per la serata iniziavano a vedersi ai margini della carreggiata.

Devo farcela.

Spinse affondo il pedale scivolando in basso sul sedile. Non lo aveva neppure avvicinato al volante per la fretta e il reverendo era più alto di lei di circa trenta centimetri.

Lo stridio dei freni quando gli pneumatici disegnarono una lunga striscia nera sull'asfalto e poi sul marciapiede.

Non c'era tempo di parcheggiarla. Non c'era tempo di badare agli sguardi attoniti degli altri studenti che la videro scendere di corsa dal mezzo.

Non c'era tempo. Punto.

« Avete visto Luke? Luke! Lo avete visto? »

Tutti elegantemente vestiti e tutti ugualmente divertiti da quella ragazza che urlava loro di volere sapere. Tutti ugualmente silenziosi. Tranne uno.

« Bry! »

« Toby! »

« Luke è andato via un quarto d'ora fa con Beverly. »

Merda!

« Toby... grazie. »

« Non ringraziarmi. » rispose sommessamente.

Doveva aver anticipato le sue intenzioni. Beverly, sempre un passo davanti a lei.

Secondi che i timori addensavano e le paure moltiplicavano. Stessi sguardi, stesse risate quando si fece largo correndo tra gli studenti.

La macchina, sempre lì. Si accorse di aver occupato il posto riservato a Beverly.

Inserire la retromarcia forzandola ad ingranarsi nel rumore metallico di ingranaggi. Poi la prima, la seconda e così via fino alla quinta, fino ai cento chilometri orari.

Imboccò l'interstatale facendo scarrocciare il pick-up verso la corsia di sorpasso. L'eco lontano di un clacson e parole che tornavano prepotenti alla mente: "Holliday Star Hotel di Barnstable".

Sapeva dov'era. Distava non più di venti minuti di macchina da Dennis Port. Venti interminabili minuti.

Ogni singolo metro l'unità di misura perfetta delle sue paure. Perché il tempo è matematica e non ammette singolarità.

Loro erano già lì. Almeno quindici minuti di anticipo, se non di più.

Uscì dall'interstatale sfiorando il guardrail.

Non ci fu il tempo.

Semplicemente, scorse come le strisce delle corsie lasciate in autostrada, come un'onda che lievemente ti solleva per poi rompersi sugli scogli e non lasciare più niente di lei.

La lasciò scorrere, perché l'importante era ciò che l'onda successiva avrebbe portato. Forse per la prima volta in quei mesi, forse per la prima volta in tutta la sua vita. Lei le stava correndo direttamente contro, la affrontava sperando non fosse troppo tardi, sperando che quegli scogli, che erano la sua sicurezza, avrebbero resistito.

Quella città. Aveva lasciato scorrere anche lei senza dargli importanza. E poi ripetersi e ripetersi. Come una preghiera, sperando qualcuno, per una dannata volta rispondesse.

Ripetersi che doveva fare presto, che in un modo o nell'altro doveva essere lì il prima possibile per salvare ciò che per lei non era semplicemente amore, non era vita, era la consapevolezza che tutto quello valeva davvero la pena.

E la fede, oltre che la speranza, è sempre l'ultima a morire. Prima della resa, prima della verità.

Il pick-up si inchiodò nel parcheggio di quello che era il miglior hotel di tutta Barstable.

« Signorina! Non può lasciare la macchina qui! »

L'usciere le si fece rapidamente vicino appena scesa dalla macchina. Un'oumo massiccio, sulla trentina, vestito in una inappuntabile divisa.

« Solo due minuti! Devo parlare con una persona! »

« Se non è una cliente non può parcheggiare qui! »

« Le ho detto che si tratta di una questione di due minuti! » insistette cercando di smarcarsi da quella massiccia figura.

L'usciere la afferrò per un polso.

« Due minuti o due ore non importa! Lei deve andare via di qui! »

« Non me ne andrò mai via senza di lui! »

Le spalle verso l'entrata. Una lotta impari e la certezza di aver fatto tardi. Le lacrime versarono l'ultima speranza quando due mondi opposti finirono, inevitabilmente, per trovarsi. Una voce, poche parole, il futuro.

« Ed io mai se non con te, Bry! »

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Vi chiedo umilmente scusa. Purtroppo non è facile scrivere con la febbre ed un mal di testa martellante ma giuro che ci ho provato XD. Spero il risultato vi soddisfi e spero mi perdoniate se dovessero verificarsi altri ritardi.

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora