Capitolo 42 - Ribellione

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Quanto può essere stupido arrabbiarsi per cose appena provocate? Quanto può essere irrisorio pentirsi l'istante seguente le nostre parole?

Non è facile. Non è mai facile fare qualcosa che riteniamo giusto. Ma spesso lo facciamo ugualmente, nonostante tutte le difficoltà.

Difficile spiegare cosa la mente di Breanna pensò in quei momenti, cosa le sue paure l'avevano spinta a credere e cosa aveva provato quando il suo cuore saltò quel battito guardando Luke uscire dalla sua vita.

Già, difficile fare la cosa giusta ma per lei era appena stata fatta. Inutile rammaricarsi di ciò che era appena accaduto. In cuor suo credeva profondamente in ciò che era stato ma ora, per qualche strano motivo, lo stomaco non smetteva di stringersi, la gola di serrarsi e le lacrime di cadere.

La porta della sua camera si chiuse, lasciandosi alle spalle anche le ultime speranze. Per qualche strano motivo.

Perché forse aveva sperato, in fondo al cuore, un qualcosa, un tentativo. Che l'avrebbe afferrata, che l'avrebbe scossa per convincerla che la sua decisione era errata, che avrebbe combattuto, urlato, svegliato perfino lo zio per dirle quanto il suo amore era grande e quanto lei fosse stupida a pensare quelle cose e credere di essere in diritto di scegliere per lui.

Forse il motivo non era poi così strano.

Ma nulla era accaduto e nulla poteva cambiare ciò che era stato.

Quanto è difficile fare la cosa giusta a volte.

E più ci pensava e più si giustificava. Si diceva: "L'ho fatto per lui; per non vederlo soffrire; per non sapere quanto il nostro amore possa essere causa delle sue ferite; perché, anche se lontano da me, io lo saprei, lo sentirei, perché saprei di averlo lasciato nell'occhio del ciclone, a combattere da solo per qualcosa che appartiene ad entrambi... forse non viverlo è il modo migliore per non soffrire".

Eppure stava soffrendo. Eppure quel nodo alla gola non smetteva di stringersi e di stillare ogni singola lacrima gli occhi di Bry non avevano ancora pianto. Eppure, mentre cadeva sul letto e affondava il viso nel cuscino, sperava quasi esso la soffocasse, che facesse il suo dovere, che ponesse fine a quelle sofferenze che a nessuno dei due erano dovute ma che esistevano per tutti e due.

Solo un urlo venne soffocato da quel cuscino, un grido di disperazione, il suono della fine.

Ripensò alle sue parole. Cercò in ogni modo una giustificazione, un minimo appiglio alla sua convinzione, ma tutto ciò che le tornò in mente erano le preghiere di Luke, era quel: "Non puoi importi di non amare per paura di soffrire!".

Ma come posso chiedergli un sacrificio così grande?

Forse era preoccuparsi inutilmente. Probabilmente era l'unica a preoccuparsi veramente. A pensarci, nonostante le inevitabili conseguenze, Luke le aveva cercate, le aveva volute, con la stessa forza con cui aveva voluto Breanna.

Dicono bisogna stare attenti a cosa si desidera, che desiderio ci si può rivoltare contro. In un certo senso per loro era stato così. Inutile fingersi forti, inutile dire che sarebbe andato tutto bene. Non sarebbe mai andato tutto bene, non sarebbe mai stato facile per loro stare insieme.

Ma ora, era lui che glielo chiedeva come mai prima, come mai in quindici anni di lettere scritte nel faro, scritte chissà a chi, ad un'entità beffarda che in qualche modo aveva risposto.

Fu così che arrivò ad una conclusione.

Mi sono persa.

E pensare che la sicurezza di un amore non corrisposto si era presto trasformata nella certezza di un amore sopito. Qualcosa di mai sognato neppure nei più fervidi momenti di ottimismo. Tutto grazie a un foglio, grazie al vento ed al destino in attesa sotto quella finestra rotta del faro.

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora