Capitolo 15 - Tempesta

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La tempesta infine era arrivata.

Seduta in cucina, Bry ne poteva sentire le prime conseguenze. Una catena di temporali si abbatteva ormai senza sosta da più di due ore ed al notiziario, John Creek, da molto più tempo avvertiva la popolazione di barricarsi in casa ed attendere il passaggio di Wanda.

Chissà perché danno sempre nomi femminili alle tempeste?

Ma in effetti il meteorologo di canale nove aveva avuto del profetico. Alle otto di sera le prime gocce caddero pesanti sulle vetrate della piccola casa sul retro della chiesa di Saint Mary, costringendo il reverendo ad un rapido trinceramento delle finestre con assi di recupero.

Ovviamente poco potevano contro l'acqua che, a raffiche, inondava i vetri . Ancora meno contro il roboante suono dei tuoni che, ad ogni scoppio, facevano sobbalzare Bry sulla sua sedia al tavolo della cena.

Lontani ricordi di una notte lontana. Forse erano essi il motivo di tanta paura.

Sopra di lei, la lampadina dell'applique strideva ad ogni fulmine perdendo la sua lucentezza e lasciandola, per qualche istante, al buio. D'altronde la vecchia centrale elettrica di Barnstable poteva vantare una storia ormai secolare in quella contea e, nonostante le sue macchine fossero gli ultimi ritrovati, i cavi che da essa partivano potevano raccontare la sua medesima storia.

Un lampo.

Uno... due... tre... quattro... cinq...

Il basso ruggito di un tuono. Lontano. Lentamente più vicino. Si irradiava nelle nubi. Fece vibrare i vetri e rivivere a Bry antichi ricordi.

« Stai tranquilla! Lo sai che non devi preoccuparti, no? Dimmi piuttosto com'è andata oggi! Successo qualcosa di interessante? »

Qualcosa di interessante...

« Una cosa sì! »

« Cosa? »

« Zio... ho ascoltato un comizio giù in città stasera! »

La cena era quasi pronta nonostante il reverendo Chapman non avesse mai nutrito troppo interesse per l'arte culinaria. Cucinare un piatto di maccheroni al formaggio per lui era un'impresa che aveva del divino e, tra pentole e padelle, neppure un miracolo lo avrebbe fatto resistere più di cinque minuti. Ma comunque ci provava, forse più per amore di Bry e per la salute della nipote che per lui stesso.

Senza distrarsi dal suo compito serale chiese pur conoscendo la risposta.

« Trevor McLoud? »

« Sì. »

« Ultimamente si dà un gran da fare per spargere in giro odio di cui il mondo non ha bisogno. »

« Ha detto una cosa... »

« Su di me? »

« Sì. »

Quel tasto dolente era stato spinto fin troppe volte e tanto a fondo da lasciare ancora un marchio sulla dignità del reverendo, nonostante fossero trascorsi anni.

« Allora Bry? Cosa ha detto? »

« Era su un palco a Ocean Grove Square. Per fortuna non c'era tanta gente attorno... »

« Bry! Me lo dici o no? » chiese incrociando il suo sguardo di sfuggita.

« So che te l'ho chiesto tante, forse troppe volte ma... »

« Ho capito. Ti scongiuro Breanna! Sono stanco, ho fame e devo ancora scrivere il sermone per domani! Possiamo mangiare e andare a dormire? »

« Possiamo anche mangiare e, nel frattempo, parlare! » obiettò.

« Cosa vuoi che ti ripeta? »

La pasta arrivò in tavola fumante.

« Lui ha parlato delle indagini. »

« Immagino mi abbia accusato dei crimini di cui hanno sempre sparlato tutti. »

« Sì. »

Un lungo sospiro a saggiare la propria pazienza e ciò che il suo ruolo gli imponeva mentre un fulmine, o forse un ramo sui pali dell'elettricità, faceva calare l'oscurità in cucina.

Dal primo cassetto della cucina, Terrence, recuperò una candela, la accese, fece colare un po' di cera all'interno di un bicchiere e la bloccò appoggiandola poi al centro del tavolo.

« Appena in tempo per la cena. Vedi Bry, il fatto che molti di noi fossero giovani all'epoca in parte spiega ciò che ricordiamo di quel periodo. Il fatto che io e mio fratello, tuo padre, litigassimo spesso per qualunque idiozia è stato un facile appiglio per persone che fanno del pettegolezzo il loro unico argomento di conversazione. »

« Ed il fatto che, prima di sposare papà, mia madre sia stata la tua ragazza non ha aiutato vero? »

« No. » rispose distogliendo lo sguardo verso la finestra. « Non ha aiutato. »

« Quindi sono tutte bugie? »

« Lo sai. »

« Lo so. Ma voglio me lo ripeti. »

« La polizia ha indagato su di me per il semplice motivo che, all'inizio delle indagini, non si escludeva la possibilità che qualcuno avesse manomesso i freni della macchina. Tutto qui. Quando furono concluse e fu accertato fu solo un incidente, le chiacchiere si erano ormai radicate in paese a tal punto che la chiesa perse molti fedeli. Tutt'oggi esistono persone che non mi salutano neppure se mi incontrano. »

« Ricordi dov'eri? »

« Proprio qui. Scrivevo un sermone sul perché nulla può prescindere mai dal proprio opposto. Il resto lo sai. »

« Ha bussato la polizia e, prima di andare in centrale, sei venuto a prendermi. »

« Non potevo lasciare sola una bambina. »

« Come adesso. »

Uno sguardo d'intesa e di affetto. Un semplice gesto come un sorriso. Qualcosa di facile, di gratuito ma qualcosa che arricchisce e scalda come l'amore.

L'ultimo maccherone si sciolse sul palato lasciando a Bry la sensazione che l'affetto verso suo zio li avesse fatti diventare più buoni del solito.

Un tonfo. Era vicino seppur non a casa.

Qualcosa urtò la porta della cucina. Qualcosa che per poco non fece cadere il piatto dalle mani di Breanna.

Un colpo secco. Si ripeté. Una, due, tre volte.

Qualcuno cercava di entrare.

Terrence si avvicinò alla porta scostando la tendina che copriva il vetro. Tra le assi intravide una figura incappucciata. China su se stessa si proteggeva dall'incessante scrosciare del ciclone.

« Ma che... »

Girò la chiave. Quando aprì, la figura fece un passo verso l'interno.

« T... Toby? » 

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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