Capitolo 29 - Domande

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Shawn. Shawn.

Perché continua a perseguitarmi questo nome. Non è neppure uno dei miei preferiti. Eppure eccolo lì, nominato per caso alla televisione ed io che, stupidamente, mi volto nella speranza del suo viso.

Beverly... che fine hai fatto? Possibile ti abbia persa per colpa di uno sguardo?

Ma devo essere sincera con me stessa: è stato uno dei più belli e profondi e conturbanti che abbia mai ricevuto. Forse secondo solo a... ma troppo tempo è passato da lui.

Beverly! Riprenditi! Ricorda la tua missione, la tua unica missione. Ricorda il male che ti hanno fatto. Ricorda quanto meschino possa essere un uomo. Ricorda che Susanne aspetta un articolo per la prossima settimana.

Ripeti insieme a me: "È solo lavoro. È solo lavoro. Niente di più, a parte un bel sedere e tanti soldi e quel modo di fare..."

Ah! È inutile sei davvero incorreggibile! Cosa vorresti fare? Proprio con lui? Con Shawn? Mister spocchioso, con quell'aria di superiorità ed il portafoglio di papà? A lui vorresti darla vinta?

Cosa mi prende? Eppure ero sicura. Ne ero certa. Lo giuro! E mi accorgo di quanto promettere non significa necessariamente mantenere, soprattutto se la parola data è solo nostra e, silenziosa, facilmente scappa via.

No, no, e poi no!

Le mie lettrici e lettori credono in me! Loro vogliono quanto me una rivalsa, una rivincita, una...

Sì... ma poi? No, smettila Beverly!

Però sono ormai quattro anni che faccio questo lavoro, cosa ne ho guadagnato? Un rubrica? Nulla di tangibile. Soldi? Ne ho più del tempo per spenderli. E come una ragazzina mi trovo all'angolo di una strada ad aspettare qualcuno il cui unico fascino è il mistero.

Possibile sia così superficiale? Possibile a ventisette anni abbia ancora il desiderio di farmi del male? Dovrei volere un uomo con la "u" maiuscola! Dovrei già avere un uomo a cui abbandonarmi, tra le cui braccia riposarmi da questa vita che non dà mai ciò chedavvero si desidera.

Perché, in fondo, cos'è che desideriamo realmente? Uno stronzo? Un santo? Settanta e trenta o trenta e settanta?

Perché? Perché i tipi come Shawn hanno tanta presa su di noi? O solo su alcune? Su di me sicuro e penso su molte. Forse perché amiamo il rischio, amiamo l'uomo che ci coinvolge, che ci mostra un lato diverso della realtà o che, per meglio dire, ce lo nasconde? È solo questo che ci attrae in un uomo? Il desiderio della scoperta?

E se poi si rivela uno stronzo? Ne ho viste di donne negare l'evidenza. Ne ho viste a decine, a centinaia, rifiutare la realtà adducendo ogni scusante, colpevolizzandosi per questa o quella inezia che credevano essere la causa scatenante dell'inferno a cui erano sottoposte. Ma allora... cosa ci tiene ancora ancorate a "lui"? La speranza di cambiarlo? Un'incrollabile istinto da crocerossine? Ma come si può rimanere inermi se fin da distante le nuvole appaiono, si colorano ed, in definitiva, sono minacciose e fosche?

Sono una volta mi è capitato un "santo". Perfetto, ogni gesto, ogni attenzione rivolta alla sua donna. Ad ogni richiesta, si prodigava, si faceva in quattro per soddisfarmi. Eppure, per qualche strano motivo, non ho mai provato il trasporto che provo ora per questo sconosciuto. Che la perfezione ci annoi? Perché forse amiamo le sfide, pur consce della possibilità di bruciarci? Perché forse di una donna bisogna conquistare prima il cervello e poi il cuore?

Certo, per noi donne è facile. Negli uomini non c'è cervello da conquistare e spesso neppure cuore. Solo... beh, avete capito con cosa pensano.

Domande, domande.

Ma pur sapendo le risposte, continuerei a comportarmi così. Come una stupida ragazzina con le farfalle nello stomaco. Spero finiranno appena scoprirò tutto di lui.

Il "Fortynine" giace nel più completo abbandono a quest'ora del mattino. Carte e giornali svolazzano ovunque con questo vento fresco di tarda primavera. E poi dicono il surriscaldamento climatico. Ma io ho un freddo cane e se non si sbriga ad arrivare prendo e me ne vado!

Una boriosa limousine nera svolta l'angolo con la quattordicesima e punta il mio marciapiede.

Non dirmi che...

Si ferma.

« La signorina Pierce? » chiede l'impettito autista senza attendere che il finestrino sia sceso completamente.

« S... Sì! »

« Scusi l'attesa! » esclamò scendendo dal mezzo. « Il signor Johnston la sta attendendo. »

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora