Capitolo 67 - Infine

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Quando tutto tacque. Quando l'odio si placò di fronte all'inaspettato. Solo un tonfo secco, le assi del pavimento che si piegano, la sabbia tra le venature proiettata in aria.

Brianna fu la prima, seguita da Trevor McLoud.

« Chiamate un'ambulanza! Presto! » urlava insistentemente. 

Il tremore delle mani, le lacrime che velavano la vista. Sentirsi impotenti, incapaci perfino di digitare tre numeri.

Aspettato ed inaspettato. Quale differenza? Il destino che batte la ragione, la paura che annienta la certezza. 

Perché? Perché?

Nessuno guardava nessuno. Trevor McLoud scuoteva vigorosamente il figlio pregando il cielo quella non fosse stata l'ultima conversazione. 

Le gambe di Brianna fecero forza alzandosi ed indietreggiando da quella scena. Ma non esiste mai spazio abbastanza grande dalla morte.

La notte si colorò di blu e rosso. Le sirene echeggiarono in lontananza impossibilitate ad avvicinarsi per via della sabbia. 

« Uomo, diciassette anni, perdita di coscienza con conseguente trauma cranico! » urlò il paramedico alla radio appena arrivato al faro. « Qualcosa che dovremmo sapere? » 

Il padre balbetto qualcosa sommessamente. Se ne accorse e ripeté.

« Non... non sta bene. Ha un tumore... un glioblastoma nel lobo temporale. Noi pensavamo... pregavamo... »

No! No!

« Ho capito signor McLoud! » lo interruppe il paramedico vedendo la fatica sul volto dell'uomo.

I paramedici sollevarono da terra Luke sistemandolo sulla barella prima di dirigersi verso la strada.

I pugni di Bry sul petto di Trevor McLoud. Facevano meno male di quanto la coscienza già non ferisse.

Le lacrime, mentre colpiva, mentre urlava di aver voluto sapere prima, di non capire perché nessuno glielo avesse detto, di vergognarsi perché non gli aveva permesso di vivere gli ultimi mesi della vita con la persona che amava.

« Tu non puoi capire. » iniziò e concluse con una calma che poco aveva dei McLoud.

« Invece io capisco! Capisco che lei è il peggior padre sulla faccia della terra! Che voi tutti siete le persone peggiori sulla faccia della terra! Che nessuno di voi merita la presenza di Luke nella propria vita, perché lui in questo mare di merda che il vostro mondo, è riuscito a crescere come nessuno sarebbe riuscito senza farsi corrompere dal vostro desiderio di potere! Solo io lo posso capire! Solo io merito di stargli vicino e voi avrete sempre una certezza che l'ultima cosa che gli avrete dato di voi è la vostra ipocrisia! »

Corse fuori mentre le lacrime tentavano di lavare invano quel posto che tanto aveva dato e tanto aveva tolto.

I paramedici erano già arrivati all'ambulanza. Affondando nella sabbia corse come mai aveva corso. Superò i duecento metri di spiaggia. Vide caricare Luke all'interno del mezzo.

« Aspettatemi! »

Il paramedico già salito al posto del passeggero abbassò il finestrino.

« Vuoi venire con noi? »

« Sì! »

« Sbrigati dai! Sali! »

Entrò in quella che più che un mezzo di trasporto assomigliava ad una vera e propria sala operatoria mobile.

Un medico era chino su Luke. Lo guardava con un'aria accigliata di chi sa che c'è poco da fare, ma quel poco lo faceva comunque ed in gran fretta.

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