Capitolo 37 - Solo lavoro

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Infine sono qui. Fine della corsa. Fine, forse, anche dei misteri.

Arthur è stato lo chauffeur più gentile ed affabile mai incontrato. Non che ne abbia incontrati tanti, ma me li sono sempre immaginati come dei tipi piuttosto introversi ed ingessati, costretti nel loro abitacolo e nei loro abiti sempre inappuntabili.

Siamo arrivati a destinazione, infine. C'è voluta circa una mezz'ora, minuti in cui i grattacieli di Manhattan hanno lasciato il passo alla più tranquilla periferia newyorkese.

Ma alla fine siamo arrivati.

Il rumore si fa più assordante ad ogni passo verso quel cancello che Arthur mi ha indicato e dove una guardia solleva la sbarra d'ingresso senza neppure chiedermi le generalità.

Strano, deve essere opera di Shawn.

Sopra di me, ancora rumore. Un rombo che si allontana alle mie spalle.

« La signorina Pierce? »

« Si, sono io. » rispondo all'appello.

« Prego! Da quella parte! Il numero due! »

Il sorriso gentile della guardia mi indica la direzione.

Ancora avanti. Eppure io non vedo nulla. Solo asfalto, asfalto a non finire.

Nuovo rombo, nuovo: "Chissà dove andrà?".

Con il naso all'insù mi sento di assomigliare ad una bimba alla parata di Macy's per la prima volta.

Prima volta. C'è n'è una per ogni cosa. Amore, sesso... questo.

Alla mia destra il numero uno sfila veloce mentre il vento si incanala dentro esso e mi scompiglia i capelli.

Non pensavo fossero tanto grandi e tanto bianchi.

Terzo rombo assordante. La sua ombra proiettata sull'asfalto mi investe, facendomi perdere per un attimo l'orientamento. E mi chiedo come sia fisicamente possibile che questi bestioni riescano a sollevarsi da terra.

Ma non è il momento di perdersi in quesiti da quiz show.

Il numero due campeggia cubitale sulla fiancata del secondo hangar.

« Eccoti! Finalmente! Ero in pensiero! »

La mia mascella probabilmente ha anticipato lo stupore.

Sono qui. Io, lui, una bionda con lo sguardo assassino ed un ripetitivo tic di guardare l'orologio. Cosa manca? Nulla, se si esclude il gigantesco concorde parcheggiato alle sue spalle.

« Shawn... dimmi che stai scherzando! »

« Te lo avevo promesso, ricordi? Andremo dove non prendono i cellulari cosi nessuno potrà disturbarci! »

« O mio Dio! » scandisco nell'incredulità. « Credevo non volassero più dagli anni settanta! »

« Già! Ma i tempi sono cambiati e con essi la tecnologia! Le mie fabbriche me lo hanno costruito basandosi sul vecchio progetto degli aerei supersonici ma migliorandone l'affidabilità! »

« Non riesco a crederci! »

Ed è in questo istante che mi accorgo che sono così vicina a lui che le nostre dita sono già strette tra loro. Le sciolgo immediatamente.

Cacchio Beverly! Riprenditi!

« Vogliamo salire? » chiede piccata la donna.

« C... come? Anche io, Shawn? »

« Ovvio! Altrimenti perché ti avrei fatta venire? »

Contieni la gioia Beverly! Contieniti!

« E... e dove andiamo? »

« Sei mai stata a Parigi? »

« Scherzi! »

« Vado lì per affari, giusto una firma su un documento ma, appena avrò terminato, ti propongo due giorni di puro relax per te e per conoscerci.»

« Mi prendi in giro? »

« Con questo cattivone impiegheremo solo tre ore e mezza per attraversare l'Atlantico! » afferma accarezzando la carlinga di poppa.

« V... va bene! Però dovrei tornare a casa a fare una valigia, prendere qualc... »

« Giselle! Chiama Parigi e avvertili di farci trovare al Plaza tutto ciò che può servire a Beverly per due giorni! »

« Come vuole. » risponde pronta la ragazza.

« Visto? Tutto risolto! »

« Io... non saprei... con il lavoro... »

« Ho già chiamato! Non ci sono stati problemi! Non userai neppure le ferie! »

E lo guardo attonita mentre sale il primo gradino della scaletta.

Probabilmente ha parlato con Susanne, probabilmente lei avrà capito che fa tutto parte del mio prossimo articolo.

Ora so chi è Shawn, so cosa si prova in sua presenza e so che quel viso rilassato nasconde curiosità di conoscermi.

Ed io? Cosa so di me? Solo che mi tremano le gambe, che ho una paura fottuta e che in queste condizioni la mia missione è destinata al fallimento.

« Allora? Cosa ne dice, madame? » chiede porgendomi la mano.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Ecco svelato il programma che Shawn ha pensato per conoscere meglio Beverly. Tipo sicuro di sé il nostro Shawn, pratico se si stratta di organizzare un weekend e determinato più che mai. Interesse troppo sospetto? Voi vi fidate? Beverly afferma di aver capito chi sia: secondo voi si illude?

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora