Capitolo 39 - Buca

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Nessuna via di mezzo. Nessuna scorciatoia, nessun dubbio.

Fare o non fare. Le mezze misure erano state usate senza alcun risultato. Una vita fatta di mezze misure.

Ma la realtà delle cose era uno specchio di fronte al quale le colpe venivano riflesse ed obbligate alla vista.

Cercare sollievo. Quanto possono darne le lacrime? Sfogare un desiderio mancato rimane pur sempre mancato.

Pedalare e piangere. Già, perché, se non altro, la frustrazione e la rabbia l'avrebbero fatta arrivare a casa prima.

Ma era ben poco sollievo e "casa" non il primo traguardo. Doveva parlare, doveva chiedere, doveva... fare qualcosa.

Ciò che aveva visto era una verità che troppo a lungo Bry aveva rifiutato di ammettere. Ed ora la certezza che tante, anzi troppe, catene incatenavano Luke alle sue responsabilità era il sigillo di un amore iniziato e già finito.

Perché difficile costringere la persona amata a rimanere immobile nella tempesta. Perché l'unica prova d'amore è mettere l'interesse altrui prima del proprio.

E Bry lo sapeva. E Bry amava.

Ma ciò che aveva visto non poteva essere usato per giustificare tale decisione. Non poteva andare da lui, non poteva confessargli di aver scoperto, di averlo spiato, di averlo visto.

E piangere ancora seminando lacrime sul proprio cammino, pregando qualcuno le scoprisse, sperando lui le seguisse fino a lei e capisse senza bisogno di parole.

Ma lui non c'era. Lui era sempre più lontano, perso chissà dove, chissà perché. Perso nella politica opposta, nella religione distante, nella classe differente, perso per qualche stupida ragione lontana da loro e dai loro cuori che ogni secondo perdevano un po' della loro forza.

Essere impotenti. Guardare senza combattere.

Pedalare, pedalare ancora fino a quasi ad un avere più fiato, fin quasi a sentir morire le ultime forze, le ultime lacrime e sperare di seguirle.

Perché non restava altro da fare che morire se lui non poteva essere davvero suo e se il suo amore tanto voluto e tanto amato doveva perire per un capriccio del mondo, della politica o di tutto ciò che con loro non c'entrava.

Un vento caldo aveva iniziato a soffiare, bruciava sulla pelle, sui ricordi di una vita che ora sembrava essere migliore, per quanto solitaria.

Che illusa sono stata!

Credere in quel sogno, credere di essere più forte di un mondo opposto.

Eppure, inerme, la sua speranza le consigliava di perseverare quanto la sua coscienza di arrendersi. Lì in bilico tra volere e potere, un equilibrio su pedali instabili che presto avrebbe scoperto quanto essere precari.

Quella buca, quella dannata buca che fece sobbalzare la ruota, che la costrinse a cercare di risponderle qualche modo, di controbattere al suo tentativo di farla cadere.

Non ci riuscì.

Una caduta infinita. Il mondo perdersi nell'astratto gesto di un istante: l'estremo tentativo di proteggersi.

Rotolò sull'asfalto. Una, due, tre volte prima di rendersi conto di essere caduta proprio vicino al suo traguardo. La chiesa bianca di legno in lontananza, il campanile dalla stretta cupola e poi casa sua e di suo zio, le assi logore del tetto. Tutto sembrava fissarla. Tutto sembrava di ridere il suo tentativo. Ma a distanza come se volessero evitarla.

Ma qualcuno l'avrebbe risollevata da terra per l'ennesima volta.

Suonò quel campanello sopra la sua testa.

« Bry! Che cavolo! Stai bene? »

« Toby... » ansimò rialzandosi da terra aiutata.

« Non stai bene vero? Ancora lui?»

« Smettila di chiedermelo! Non lo vedi? No! Non sto affatto bene! » urlò calciando la ruota della bicicletta ancora riversa a terra.

« Almeno siamo d'accordo su qualcosa! »

« Non sono davvero dell'umore per le tue battute! »

« Non sono battute! È la verità! »

« E io che pensavo di poter venire da te, raccontarti perché piango e non essere giudicata! »

« Non ti sto giudicando, Bry! Non l'ho mai fatto! »

« E allora... cosa? Perché non mi aiuti? »

« Perché voglio che la smetti di farti del male! »

« Per l'ennesima volta, Toby: non sono una bambina! Sono una donna e so decidere da sola! »

« Ma guardati! Non hai mai sofferto così tanto! E per cosa poi? »

« Lo sai per cosa! Lo sai da una vita! »

« Sì che lo so! Sei tu che non sai nulla, che non capisci! Guardati attorno! »

« Cosa dovrei vedere, Toby! Dimmelo tu, visto che non sono in grado di capirlo da sola! »

« Che lui non è come noi! Che i tuoi genitori non avrebbero voluto vederti visto stato! Che ti avrebbero detto di fidarti di chi ci è sempre stato e di diffidare di chi crede che il mondo sia ai suoi piedi! »

« Allora avrebbero sbagliato anche loro! »

« Brianna ascoltami cazzo! Sai quanto me cosa significa aver perso un genitore! Sai quanto me quanto è raro trovare persone ci amino incondizionatamente! »

Toby non dice mai parolacce...

« Dove vuoi arrivare? » chiese assecondandolo.

« Sono stanco di vederti sporca di terra, di vederti piangere e pensare siano le ultime lacrime che piangerai per lui! Ci sono cose che non puoi cambiare! Ci sono persone che, loro malgrado o non, si sono macchiate degli stessi peccati dei loro genitori semplicemente perché non li hanno combattuti e Luke non fa eccezione. Non te lo dico per infrangere il tuo sogno, lo dico solo per proteggerti perché ci tengo a te, perché da quindici anni a questa parte sei stata la mia vicina, mia sorella, mia amica e la mia spalla. Sei stata tutto ciò la morte di mio padre mi ha portato via! Sei stata la forza di credere di poter essere ancora utile a qualcuno. Brianna, tu sei stata e sei la mia unica ragione di vita e questo nessun McLoud del mondo potrà mai comprarlo! » 

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Si riprende così, dopo una pausa estiva per ricaricare le batterie e trovare nuove idee per molti altri libri. Ma ora concentriamoci su questo capitolo: una Bry sconvolta pedala verso casa. I suoi pensieri sono negativi e l'unica persona con cui può parlarne è il suo vicino di casa. Si affida a Toby ma per lui le motivazioni di questo pianto sono uguali a tutte le altre: Luke. Ha ragione secondo voi? Luke le sta facendo del male? Cosa dovrebbe fare Bry? Lei sta imparando che amare può fare male e forse arrendersi è la scelta più giusta anche nei confronti di Luke. Cosa ne pensate? 

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora