Capitolo 45 - Apparenza e realtà

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Essere ma non essere davvero. Tornare e in qualche modo rimanere.

Questo mi sta capitando. Forse non per la prima volta nella mia vita. Forse solo una volta in passato.

Eppure eccomi qui. Il mio loft nel Village di New York, o forse no. Forse sono ancora a Parigi, come tre settimane fa, con Shawn sugli Champs Elysee, al Louvre per una visita in notturna solo per noi oppure in battello, comprato per l'occasione, lungo la Senna dopo quella cena in cui ho capito che, spesso, nulla ciò che sembra e a volte invece è proprio come appare.

Tre settimane... cavolo sono volate. Mai il tempo mi era sfuggito così velocemente. Stare con Shawn mi assorbe completamente. l'altro giorno abbiamo navigato sull'Hudson, con la sua barca a vela. L'ha chiamata Beverly. Poi, a Broadway ha riservato un intero teatro per "Cats" che, gli avevo confidato, essere stato il primo spettacolo teatrale in cui mi ero intrufolata senza biglietto solo per una recensione sul mio vecchio blog. Tutto perfetto... e intanto Susanne preme per il mio articolo mensile.

Non avrei mai pensato di dirlo ma forse qualcosa in me sta cambiando. Lo avevo notato anche prima di lui, quando i pensieri del passato si erano fatti sempre più presenti e rumorosi. Ora, proprio ora, che il ricordo di Luke è più vivo, ecco che arriva Shawn con la sua galanteria, con il suo "savoir-faire" come dicono i francesi appunto, con un'innata apparenza da sciupafemmine ma con la sua reale sensibilità inguaribilmente romantica.

E mi chiedo ancora chi è.

E più me lo chiedo, più ci penso e più ci penso più mi convinco di essermi stupidamente innamorata di nuovo.

Perché? Perché mi faccio del male da sola? E poi la mia missione? Le mie lettrici cosa ne penseranno? Cosa diranno di me?

Dovrò dirlo a Susanne... cazzo se mi odierà. Proprio ora che tutto fila liscio, che la rubrica va come non era mai andata. Proprio adesso.

Colpa del mio orologio biologico mi dico. In un film, qualcuno diceva che tutti hanno una data di scadenza, per le donne è solo più ravvicinata.

Forse sento avvicinarsi quella data.

Stupida! Stupida Beverly! In cosa ti sei cacciata? Lo sai com'è andata l'ultima volta? Lo sai quanto ci hai sperato? Quanto hai creduto fosse solo lui e adesso... mi sembra un po' di accontentarmi, in fondo, di tradirlo. Lui e il suo ricordo.

Già... Luke.

Mi sembra passata una vita e probabilmente è proprio così. O forse no? Se mi guardo adesso allo specchio mi sembra di non essere mai cresciuta, di essere ancora radicata in quella stupida cittadina, a Dennis Port, lontana da tutto, da tutti, lontana dal mondo che conta davvero, ancora chiusa in quella realtà fatta di pettegolezzi e di sogni irrealizzabili.

Maledetta Beverly! Cosa ti è successo? Mai come ora capisco che la vita è un labirinto, fatto di bivi, strade chiuse e svolte sbagliate. Forse è la mia coscienza che mi dice di essere davanti ad un muro, che la svolta l'ho sbagliata tanto tempo fa, con il lavoro mi ha imposto una missione che forse, anzi sicuramente, in parte sentivo. Una vendetta che Dio solo sa quanto ho cercato, ma che alla fine non mi ha portato giustizia ma solo altra sofferenza.

E per la prima volta non mi va di scrivere.

Non mi va di raccontare cosa faccio, in che modo faccio soffrire gli uomini, di quanto loro possano far soffrire noi.

Heather... chissà perché mi viene in mente adesso.

Non ricordo il cognome. Sarà stato due, o forse tre anni fa. Mi mandò una lettera. Mi pare fosse agosto. Scriveva di avere trentadue anni. Scriveva di essersi innamorata quando ne aveva venticinque, ma che quell'amore in realtà era sparito ben presto.

In un'onda emotiva sposò quella essere umano che aveva conosciuto al college. Pensava di cambiarlo. Pensava di poter modificare quella sua nomea da violento e pericoloso, quel suo comportamento che presto scoprì non essere virile ma sono insicuro.

Mi raccontava che uno stupro si chiama così anche all'interno del matrimonio, che un pugno si chiama così anche se al dito c'è una fede. Dava la colpa all'alcol che lui ingeriva ogni sera, all'infanzia travagliata di quell'essere, infine a se stessa per i suoi vestiti troppo scollati quando usciva con le amiche o per quei messaggi che, per lui, sapevano di infedeltà.

Non potei fare altro che dirle che si sbagliava, che se quegli istinti erano dentro di lui c'erano sempre stati, al di là del suo vestiario o del cellulare e che non aveva nulla da rimproverarsi se non di aver creduto in lui.

Non ricordo il cognome.

So solamente che due mesi più tardi lo USA Today raccontava una storia simile nella sezione della cronaca nera.

Lei si chiamava Heather e aveva 32 anni quando venne uccisa da qualcuno che, come mi aveva scritto lei, non aveva mai detto veramente di amarla.

Di uomini veri ne ho conosciuti pochi in vita mia. Uomini che avrebbero rischiato tutto per la donna che amavano. Quelli che non hanno paura di esprimere i propri sentimenti, che non hanno bisogno di celare la propria inadeguatezza dietro stupidi e forzati comportamenti maschilisti.

Del contrario, il mondo n'è pieno. Non uomini, ma esseri maschili di una specie umana deviata. Ominidi che l'evoluzione ha schifato, per i quali non c'è cura e neppure possibilità di redenzione.

Forse questo era lo scopo dei miei articoli. Far capire, e farmi capire, che la gente non cambia; che l'innato istinto di crocerossine porta a credere di poter curare qualcuno che spesso non può essere curato; che forse non accadrà niente ma per chi si illude nel migliore dei casi rimarrà una semplice, seppur amara, sconfitta con il sapore aspro di un tradimento. Ma purtroppo spesso finisce anche peggio.

È questo il punto: la gente non cambia. Le persone non cambiano e questa è la spiegazione del perché mi sento così attratta da Shawn.

È per la distanza tra la sua copertina ed il contenuto della sua anima, perché lui non ha paura di esprimere ciò che pensa e che prova, perché nel suo caso il mondo lo dipinge nella maniera opposta ed io lo riconosco perché ho già incontrato una persona come lui.

Per questo motivo, e per me stessa, ho preso la mia decisione. Ho deciso di chiudere la rubrica una volta per tutte.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:
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