01 - Un altro occhio sbirciava dall'altro lato?

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Circa tre anni dopo...

«Posso aiutarla?»

Un suono fastidioso mi distoglie dalle mie valutazioni. Mi volto verso l'origine di quel gracidio, senza staccare il pugno dal mento e l'altra mano dal gomito.

Devo abbassare lo sguardo trenta centimetri più del previsto. Sono stato troppo generoso a valutarlo un metro e ottanta quanto me...

Un commesso del fai da te, divisa rossa su scacchiera bianca, mi rifila una curiosa smorfia. Un misto di gentile professionalità e stizzita cortesia, impacchettata a forma di sorriso.

Non fosse stato per i capelli unti, gli occhialini tondi alla Gramsci s'un naso a patata, un viso che sembra la luna quand'è piena, le gote rosse da ubriacone, le ascelle pezzate e un generale aspetto da coglionazzo, mi sarebbe anche sembrato simpatico.

«Non saprei. Può?» gli rispondo, scettico.

Lui alza il suo mono sopracciglio, di stupita meraviglia davanti alla mia più che lecita domanda.
Ah, c'era anche quello nella lista di prima...
«Certamente, signore. Ma deve prima dirmi cosa le serve, o cosa deve realizzare. Mi metta alla prova!»

«Devo abbattere un muro»
Insisto, sempre più scettico.

«Oh, perfetto. Le serve un martello pneumatico quindi, ma è nel reparto sbagliato. Questo è il corridoio tre, Utensileria, deve andare al cinque, Attrezzi per l'edilizia. Due corridoi più giù, scaffale...»

«Mi sono espresso male...»
Lo fermo con l'imposizione di una mano. La magia riesce.
«Non devo buttare giù la casa intera. A me interessa... scalfirla. Cioè, solo la parete... ha capito, no?»

No, dalla sua espressione incerta deduco che non sembra aver capito affatto.

«Intendo, la parete... non voglio distruggerla. Solo vedere che c'è dietro»

Mi guarda come se gli avessi chiesto un kit da scassinatore. Forse non ha neanche tutti i torti, però.

«Senta, ho bisogno di un martello. Grosso. Molto grosso. Uno, due colpi e bam, buco nel muro. Il resto non la riguarda»
Taglio corto.

«Mattoni? Cemento? Tufo?»
«Cosa?»

Sbuffa.
«Il muro. Di cosa è fatto?»
Anche lui inizia a dare i primi segnali d'insofferenza.

«Ma che ne so. È un muro e basta, di una casa normale. Un fottutissimo muro, Dio santo!»

Sbuffa ancora.
Alla lista si aggiunge la sua pessima imitazione di un treno a vapore.

Prende una delle mazze davanti a me, la porge e va via brontolando una sfilza d'imprecazioni a mezza bocca.
Sottovoce.

E mica ci voleva tanto, no?

Quest'affare è piuttosto pesante.
Mazza a gemma - 5kg.
Piroscritto su di un estremo del suo lungo manico in legno.

Speriamo vada bene...
Incrocio le dita della mente.

Alla cassa c'è coda, ne approfitto per posare la mazza per terra e prendere il bancomat dal portafogli.

Capto distrattamente alcuni frammenti di conversazione, qualche posto più avanti di me, lungo la fila.
Un ragazzo al telefono, una moglie al marito, due amici.

«Ti dico che è stasera! Succederà qualcosa di grosso... io me le sento a pelle, queste cose!»

«Pare accada solo ogni mille anni, o qualcosa del genere...»
«Non dirmi che credi a queste stronzate...»

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora