20 - Tutta la vita non è abbastanza...

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Lo rivivo nella testa e sono cinque giorni ormai. È un organismo che gode di vita propria.

Lui.

Ha preso parte della sua anima e l'ha impressa dentro di me.
Non riesco a rimuoverlo dalla mente, è un tarlo che ha fatto groviera del cervello.

Ma come si fa, eh? Come? Come si fa a vivere pensandolo così intensamente? Come posso fare per dimenticare? Come posso anche solo pensare di volerlo scordare?
Dio, quanto mi manca...

Mi sento l'aridità del Sahara dentro. E anche così è tragicamente bello, che mi fa sentire un po' più a casa.
Ho sbagliato tutto. Tutto quanto.
Una partita perfetta al contrario. La boccia perennemente nel gutter e 'fanculo manco un birillo giù.

Aspetta, mi dicevo.
È ancora troppo fragile, mi dicevo.
Appena sarà il momento verrà lui da te, mi dicevo.

«Argh!»
Faccio l'isterica strozzando l'aria.

E non ci riesco nemmeno perché queste dannate maniche mi coprono tre quarti delle mani. Sono troppo lunghe per me. Questa tuta mi va enorme.
Però non riesco più a toglierla.

Ha il suo profumo.

È come sentirmelo ancora addosso. Come l'altra notte. Addosso a me, per tutta la notte. Se ci penso mi sento risalire una monta che nemmeno un toro in astinenza.

Poi... quella lettera.
Mi colpisco la testa con i palmi.
«Stupida! Stupida Zahira, stupida!»

Dove sei, ora? Cosa stai facendo? Stai venendo da me? Oppure starai cercando il modo di raggiungerla?

Quella... quella troia!

Non si fa così, però.
IO sono stata a salvarti.
IO ti ho ripescato dal fondo del mare.
IO ti ho ripulito, dentro e fuori.
Però tu... tu vuoi lei, non me.
E io stupida, qui, a fottermi il cervello e il cuore per te.

Maledetto.

Maledetto e bastardo. Come hai potuto? Come? Come hai potuto guardarmi con quegli occhi? A che pensavi mentre lo facevi? A che pensavi mentre mi spogliavi? Pensavi a lei mentre ti muovevi sopra di me?

L'ombra di un orgasmo nello stomaco.

Non posso nemmeno fare finta di pensarci che il mio corpo ti richiama all'ordine. Ha ancora bisogno di te.
Io ci provo ad allontanarmi, a fuggire, ma lui t'insegue. Ti desidera ancora. Io ti voglio ancora.
Ma tu dove sei?

Sono fuggita da casa anche questa mattina, presto, sempre con la stessa scusa del bar. Stare a casa mi deprime e qui è anche peggio. E io non voglio stare meglio.
Io non voglio stare proprio, se non con lui.

Sì, stare qui è definitivamente peggio.
Qui tutto mi parla di te. Ogni angolo, ogni centimetro di questo posto è pieno di te.

Un ricordo. Il primo...

«Gio»
«Solo Gio?»
«Si. Solo Gio»

Tiro su col naso lacrime che non voglio versare.

Fermatevi bastarde, smettetela!

Una frenata brusca, fuori. La porta d'ingresso che si spalanca e sbatte.

Lui.

Che si ferma sull'uscio e mi guarda. E poi il tempo rallenta. E i ricordi che m'invadono come una slavina inarrestabile. E non c'è limite, nessun argine naturale o umano o alieno mai creato che abbia la forza, la capacità, la pretesa di poterla contenere. Viene verso di me ma non lo guardo.

Ci hai messo cinque giorni a venire da me, figlio di puttana!
Non l'avrai la soddisfazione di vedermi così, distrutta. Disposta a pregarti in ginocchio pur di farti restare. Avrai un po' del gelo che mi porto dentro, prima.

Si siede sul suo sgabello. Non permetto a nessuno di invadere quel posto. Lo riservo solo per lui.

No... no!
Devo reggere.
Resisti Zahira, resisti! Non cedere. Affrontalo. Accettalo. Se lui ha deciso di andare o di non avanzare... che sia così.

Mi fissa come fa sempre, con quello sguardo profondo che sembra dover tirare fuori chissà quale cazzo di verità assoluta. E poi non dice niente.

Che pensi, Gio? Che cazzo tieni nella testa? Perché ti diverti a torturarmi così? Con i tuoi sguardi pieni di oscurità. Mi hai rubato l'anima. Ma adesso la rivoglio. E non me ne fotte niente se l'hai rotta, o l'hai persa o ti ci sei pulito il culo.

La rivoglio. Ora!

Ma non riesco a parlare. Non riesco a dirglielo. Sono bloccata. Chiusa in un limbo senza una cazzo di uscita d'emergenza. Annegata in un oceano di filo spinato. Prendo il cellulare. Cerco una canzone. Vado al ritornello.

Play.

Ecco come mi sento, Gio. In un oceano di filo spinato. Io ti ho dato tutto ciò che potevo: amicizia, comprensione, pazienza, tempo.

E tu?

Tu che mi hai dato? Ti sei preso pure la mia anima, ora non vuoi nemmeno restituirmela? Mette stop. Ancora non dice nulla. Mi guarda e basta.
Parla, cazzo. Parla!
Dì qualcosa, non startene così, come una statua di cera. Freddo.

Non ce la faccio, non reggo più. Parlo per prima.

«Sei venuto per restare?»
«Sì»

Dio... ha detto sì. Ha scelto me, non lei!

Esulto.
Ma non basta. Ancora non ho vinto.

«Che intenzioni hai?»

Cosa vuoi da me, Gio? Solo amicizia? Non so se potrò ancora andare avanti così. Non reggo più.

Ma lui se ne sta in silenzio. Si morde il labbro e pensa.

Parlami! Ti prego... se non mi vuoi dimmelo, ma parlami!

Mi prende la mano, facendomi fare il giro intorno al bancone prima di finire tra le sue braccia. Mi guida sul suo petto e in un attimo mi sciolgo in quel calore.

Bastardo, ma perché ti diverti così?

Inizia a cantare una delle mie canzoni preferite. Volevo me la dedicasse dalla prima volta che l'ho sentita, ma lui no. Niente, manco a pagarlo. A pregarlo.

È stonato come una fottutissima campana, ma dolce. Pure quando sbaglia le parole. È un casino su due piedi. Un tenero casino su due piedi.

Il mio casino su due piedi!

Questa canzone è la dichiarazione d'amore più bella che mi abbiano mai fatto. Vince tutte le mie paure, le mie angosce. Sfonda tutti gli argini e m'inonda. S'interrompe prima della parte finale. Capisco.

Ma non fare lo scemo. Non voglio tu vada via. Non lo hai ancora capito? Sono tre anni che ti aspetto.

«Non andare. Non è troppo tardi...»
Sorride. Con quel suo magnifico sorriso da bimbo sperduto, spaurito.

Mi sciolgo tra le sue labbra. Mi dissetano tanto che un bacio trasforma il Sahara che ho dentro in un oceano azzurro.

Aspettavo solo questo.
Da cinque giorni.
Da tre anni.
Da seimila vite fa.

«Mi amerai?»
Gli chiedo.

«Sì»
«Fino a quando?»
«Per tutta la vita ti basta?»
«No...»

Tutta la vita non è abbastanza...

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora