37 - Non divertirti troppo, senza di me

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Mentre sono in auto, di ritorno dalla villa di Salvo, un suono si propaga nell'abitacolo, interrompendo il delizioso cantare di Tom Chaplin sulle note di Somewhere only whe know.

Mi disturba pesantemente. Adoro quella canzone, specie da quando ho conosciuto Gio.

La frattura è il nostro posto che solo noi conosciamo.

Ma il mio cellulare, che non smette di squillare, irrompe prepotentemente nel mio vagare. La suoneria spezza l'incantesimo.
E rovina definitivamente il mio umore.
Rispondo, stuffata.

«Pronto?»
«Gali? Sono Lorena...»

Sospiro.

«Ehi, Lorè... dimmi»
«Tutto bene? Hai una voce...»
«Sì, certo, tutto bene...»

Non la convinco, ma non me ne curo più di tanto. Spero chiuda, il prima possibile. E se il prezzo da pagare è un po' di scortesia...

«Senti, mi ha chiamato Tancredi, poco fa...»

Dio, che vorrà quel rompicoglioni, adesso?

«Beh?»
«A quanto mi ha detto, un comitato cittadino ha chiesto se era possibile avere un rappresentante del ministero a una loro conferenza sull'ambiente»

Oh, no... ti prego, no...

«Pare il tema sia "la costruzione selvaggia e l'abusivismo edilizio nelle periferie"»

Ribatto, sempre con un monosillabico verso ovino.

«Beh?»
«Tancredi vuole che ci vada tu»

Lo stavo sapendo...

«Ma perché sempre io? Le odio 'ste stronzate. Si parla, si parla e non si stringe mai un cazzo. I politici si fanno belli, noi sprechiamo fiato al vento e tutto rimane com'è. No, se lo togliesse dalla testa. Non vado proprio da nessuna parte, io!»
«Gali, aspetta...»
«No, non aspetto un cazzo! Non ci voglio andare e punto. Che sia a Roma, a Canicattì, o nel posto più sperduto sulla faccia della terra. NON.CI.VA.DO!»

Urlo, forse troppo. Lorena non ha colpa, in fondo. Ma è bene che capisca il messaggio, in modo da riferirlo adeguatamente a quel rompicoglioni del mio capo. Che non ha nemmeno le palle per dirmi le cose in faccia.

«Non ci vuoi andare, quindi...»
«Manco morta!»

Sogghigna, talmente tanto che riesco a sentirlo.
Il tono della sua voce è strano, però, divertito. Sembra stia nascondendo qualcosa. Come se sapesse più di quanto mi abbia detto. Come se, nelle mani, avesse ancora un asso di briscola non giocato.

Non m'incanta, non riuscirà a convincermi in nessun mo...

«Nemmeno se ti dico che il convegno è a Taranto?»

Silenzio.
Ha calato il carico, ha sganciato la bomba. Ne sento il fischio, l'aria che s'infrange sull'ogiva, durante la caduta in verticale.

L'esplosione arriva, infine. Prima vedo il lampo, poi il fungo atomico in lontananza che sale verso il cielo. Poi arriva il suono.
L'onda d'urto è prorompente, devastante. È un brivido che m'investe, in ogni singolo millimetro cubo del corpo.

La pelle brucia. Specie sul viso.
Non ci credo. Ho bisogno di conferme che non trovo la forza di chiedere.

«Gali? Gali, ci sei ancora?»

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora