46 - Da questa frattura, almeno, possiamo parlarci...

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Apro gli occhi.

23:21 sul display del mio cellulare, poggiato sul comodino.

Sete che nemmeno fossi da giorni nel centro del Sahara. Gola arsa e cattiva sensazione sulle spalle, le mie due compagne.

No. C'è anche lei, il mio raggio di sole privato al mio fianco. Che dorme.

Dio, quanto è bella...

Potrei restare ore così. A fissarla mentre dorme. A osservare il dolce movimento del suo ventre, su e giù, in ogni respiro. A giocare con le morbide linee curve dei suoi boccoli neri. A inebriarmi di quel suo prezioso e speciale profumo di mirra. A disegnarle il profilo con lo sguardo e ricalcarlo dentro la mente.

Ma la sete è troppa. Devo scendere a bere, prima di morirci soffocato.

In silenzio, con la massima cura possibile, abbandono il nostro talamo per scendere al piano inferiore. Quatto, come un felino, lascio la camera da letto in favore delle scale.

Il frigorifero, finalmente. La luce, sebbene fioca, mi abbaglia. Strizzo gli occhi, per ripararmi, mentre prelevo una bottiglia dallo scompartimento laterale.

Bevo. Bevo a canna, baciandola sulle labbra. È una pessima abitudine, lo so, ma Zahira non mi dice nulla al riguardo. Del resto lo fa anche lei. È una delle poche cose che abbiamo in comune. Quella e la passione per le patatine fritte...

Tonfo. Sordo. Lontano. Nel silenzio.

Zahira?

Acuisco l'udito. Nulla, solo...
Un secondo. Poi un terzo, un quarto. Una serie pazzesca, che non sembra finire.

Ma che...?

Salgo un paio di gradini. No, non viene da sopra. Quindi...

Lei!

Batte sul muro, dietro la frattura.

Che faccio? Dovrei svegliare Zahi?

Sarebbe la scelta più saggia, ma istintivamente non la seguo. Scenderò a dirle di smettere. Abbiamo deciso di chiuderla, abbiamo deciso in favore di un addio. Ho scelto Zahira, non ha senso continuare questa giostra insensata.

I tonfi sono cessati prima ancora che riesca a raggiungere l'ultimo gradino, ma c'è una novità ad accogliermi.

Luce.
Dalla frattura.

È di nuovo aperta?

Faccio scattare l'interruttore, accendendo il lampadario. Attendo qualche secondo per abituarmi alla luminosità. Poi, con cautela, mi avvicino alla frattura.

Guardo le scale. La cattiva sensazione cresce esponenzialmente sulle mie spalle. Se Zahira dovesse beccarmi, sarebbero guai seri.

Minimo si farebbe una collana con i miei gioielli...

Preferisco non pensarci nemmeno.
Basta indugiare, però. Sbircio.

Lei. La vedo, parla con qualcuno. Un uomo, credo. Ma non riesco a vederlo, è di spalle. Attendo, osservando la scena.

È veloce, troppo veloce pure per stupirmi. L'uomo si volta. Riesco a vederlo avvicinarsi.

È... sono... io!

Dall'altro lato, sbircia nella frattura pure lui. Riesco appena a vedere qualche istante, prima che una luce blu elettrica mi abbagli completamente.

«GIO!»
Sembra la voce di... Zahira?

Divento aria. Un corpo incorporeo, astrale. Lo sento muoversi come attraverso un tunnel. Luci, stelle o pianeti? Scorrono come una texture sui lati di questo misterioso. Immagini, confuse, viaggiano insieme a esse. Vedo Abigail. Vedo me. Vedo auto di notte, per strada. Pioggia che cade. Un ombrello, rosso.

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora