39 - Cercami, trovami, raggiungimi

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Frammenti.

C'è solo questo, adesso, a riempire il vuoto spaziale della mia mente, della mia esistenza.
Sono tutti qui, sparsi ovunque nel mio soggiorno. Sparpagliati.
Un'entropia impossibile da riorganizzare, da ricomporre, da ordinare. Scivolano via tra le mani, come pixel in fading-out s'uno schermo che diventa nero.

L'addio è stato traumatizzante. E non mi aspettavo nulla di diverso.
Gli ho dedicato una canzone. Una che manco mi piace, ma che mi ronzava nella testa come un tarlo. L'ho sentita praticamente ovunque: nei locali, in radio, alla tv, nelle auto ferme al semaforo.
Non avrei mai pensato che l'avrei utilizzata per questo momento. Per frammentarmi l'anima. Per distruggermi.
E ora, dopo avergliela scritta, non mi resta altro.

Frammenti.
Attorno a me e dentro, dentro di me. Solo frammenti che si sciolgono, che scompaiono senza lasciare tracce.
Frammenti su carta, di parole sparse su fogli da disegno adagiati sul pavimento.
Frammenti di vita e ricordi, sbriciolati come sabbia sulla spiaggia dei sogni infranti.
Frammenti generati tutti nello stesso punto d'impatto, disgraziato, letale.

La frattura.

La fisso, senza riuscire a spiegarmi il perché di tutto questo.
Perché proprio io.
Perché proprio lui.

Esce dalla mia vita così, in un attimo, senza nemmeno averci messo per davvero un piede dentro.
Torna indietro, dopo aver bussato ed essere rimasto fuori, ad aspettare oltre la porta.
E io non posso fare altro che guardarlo fare dietro front, attraverso questo improbabile occhio magico.

Addio Abi.
Chissà come sarebbe stato se...

È un impiastro, d'inchiostro e vernice bianca. E non significa nulla, ora.
Ora che va via, per sempre.

È così vicino, eppure così irraggiungibile.
È un sogno, che per quanto vivido possa sembrare, di lui, al mattino, non resta altro che il ricordo.

Non lo raggiungerò mai. Perché non è qui, non è reale. Non è nella mia realtà.

Non potevo fare altro che dirgli addio.
E augurargli buona fortuna.

Dio...

Non riesco a fermare le lacrime.
Il dolore è lancinante. È disperazione.
Mi lascio andare, sul pavimento.

È freddo...

La stanza mi si stringe addosso, piccola come un cubicolo soffocante.
Non ho la forza di combattere. Peggio, non ne ho voglia. Mi lascio logorare, consumare, erodere.
Uno scoglio e lo sbattere incessante del mare, delle sue onde sul mio corpo, sulla mia anima.
Ma poi un'onda più forte si frange, un'onda di tempesta. Un'onda d'orgoglio, di rivalsa.

Devo chiuderla!

Scatto in piedi, posseduta da un pensiero, da una nuova ossessione. Devo spezzare questo legame, questa corda che mi strozza alla base del collo.

Devo richiuderla!
Se un addio dev'essere, che addio sia!
Se tutto è nato da una frattura, che frattura sia!

E buona fortuna, allora... amore che non ho mai veramente posseduto.

* * *

Trovare un ferramenta aperto la domenica non è stato facile. Ho dovuto ripiegare s'un ipermercato. Di quelli aperti tutti i giorni, popolato dagli schiavi del nuovo millennio.
Evito sempre, per etica. Ma questa è un'emergenza.
L'emergenza di una follia e attendere, la follia, non può. Ti guida verso scelte sbagliate, quasi sempre, ma resisterle è futile. Finirebbe solo per logorarmi ancora di più.

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora