12 - Alle nove passa a prendermi. Stronzo...

342 47 41
                                    

Sono a casa.

Mi fermo sull'ingresso, metto definitivamente stop alla sessione di allenamento.
Dieci chilometri in tutto, cinque all'andata e altrettanti al ritorno.

Non male, sto migliorando!

Godo battendomi da solo una pacca virtuale sulla spalla. Solo qualche mese fa ne facevo meno della metà.

Apro la porta di casa, richiudendola alle spalle. La cucina è la mia destinazione, ho bisogno di acqua. Acqua da bere, questa volta. E la voglio fresca, pure.

L'acqua la trovo ma, a fare compagnia alla luce nel frigo, c'è solo un tubetto piuttosto strizzato di maionese, uno yogurth scaduto da giorni e mezzo pacco di carote.

«Come siamo caduti in basso, amico mio...»
Parlo al frigorifero, vergognandomi della desolazione che ho trovato tra i suoi ripiani.

Lo guardo mentre bevo.
Immagino.
Penso e mi domando come sarebbe il frigo, se Lei vivesse qui con me.

La bottiglia scricchiola mentre si contorce, privata dei suoi fluidi fino al midollo, fino a diventare una sottiletta di plastica schiacciata.

Forse sarebbe pieno di cose buone, preparate in casa, cucinate con perizia e dedizione.
Con amore.

Abigail ieri mi ha confessato che, a detta di tutti i suoi amici, è un asso ai fornelli.

Faccio uno sforzo di fantasia e li riesco a vedere davvero quei manicaretti, preparati con le sue mani, stazionare nel mio frigo.

Nel nostro frigo.

Riesco a vederlo quel carpaccio di salmone sul ripiano superiore, tagliato a mano sottilissimo e decorato con fette di agrumi e pepe rosa in grani. Un vero tripudio di sfumature aranciate.

Al centro, appena sotto il carpaccio, una teglia di lasagne attende solo di essere infornata. Ha disegnato le nostre iniziali con la besciamella.
Che carina...

In fondo al frigo, sotto sotto, c'è un largo piatto d'argento con sopra mezzo ananas che gioca a fare il puntaspilli, infiocinato da nunerosi spiedini con ogni genere di frutta appresso. Persino le fragole! Dove le avrà trovate, in questa stagione?

Di lato nella porta del frigo, nel suo scompartimento dedicato, un rosato aspetta il suo momento di gloria, fermo alla rigorosa temperatura di dodici gradi. È di quelli buoni, lo riconosco. Di quelli che si stappano solo per le grandi occasioni, che ogni sorso è un brindisi alla vita.

Abi... ma, sbaglio o manca il dolce?

La sento. Mi risponde alle spalle.

Lo sto facendo adesso, sciocco, non vedi?

Mi volto. Faccio un ulteriore sforzo di fantasia e ci riesco.
La disegno nella mente.
Rubo l'oro dei numerosi tramonti che ancora non abbiamo visto insieme e le dipingo i capelli. Per la silhouette uso le forme di una clessidra, quella che girerò ogniqualvolta la maledetta notte, ladra di tempo e di sogni, tenterà di andare via troppo presto.

Sì, la vedo chiaramente dietro le palpebre...

È di spalle, mi avvicino abbastanza da intravedere le sue mani indaffarate, intente a inzuppare i savoiardi nel caffé uno per volta, per poi man mano adagiarli nella pirofila di vetro decorata, posta poco distante da lei.

Mi avvicino un po' di più.
Ora rimesta la crema, con dolcezza e maestria, attenta che il mascarpone non impazzisca di colpo, rovinando l'opera. La versa sui savoiardi lentamente, senza fretta, facendola scorrere in delicate pieghe che si sovrappongono e mescolano.

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora