22 - Mai più!

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Tre mesi prima

«A che pensi?»

Gli sposto un piccolo ciuffo di capelli dal viso, chiedendolo. Dito che scivola sulla guancia, la barba incolta mi pizzica ed è divertente giocarci.

«Penso che ho paura»

Una risposta che m'inquieta.

«Di cosa?»
Indago.

Non mi piace affatto.
Ma non risponde con le parole, mi salta addosso con tanta veemenza che mi solleva dal letto, per poi mettersi sopra di me. Mi serra i polsi, stretti con una mano.

«Penso che potresti morire dopo mezzora di questo!»

Mi solletica in ogni parte del corpo. Tanto che smetto di respirare.

Rido. Grido.
Grido senza volerlo. Rido con il cuore.

«Basta! Basta!»

Ma lui non smette. E io non voglio davvero che smetta. Mi piace, anche se insopportabile. È divertente sentire le sue mani sopra di me. Si ferma lentamente. Mi guarda in silenzio, con un sorriso che vuole dire soltanto una cosa.

Colgo subito e svicolo dalla presa.

«No. Time out...» una T con le mani «E poi devi andare a lavoro»

Scoppia a ridere. Mi bacia la fronte, le labbra, una guancia, il collo, l'orecchio. Ma poi mi lascia lì, sul letto, andando a farsi una doccia.

E io quasi quasi avevo cambiato idea...

Alzo le braccia sulla testa, distendendomi completamente. Faccio la gatta sul letto. Il suo. È piacevole. Sa di buono, sa di casa.

* * *

«Sai...»
«Cosa?»

Tace. Poi la bomba.

«Ho una cosa per te»

Uno scatolino. Il fiocco è meraviglioso. Mi dispiace scioglierlo ma è necessario. Lui parla mentre scarto.

«Lo so che forse è presto... però...»

Apro il pacchetto, lui continua. È un mazzo di chiavi. Le sollevo come fossero le chiavi di San Pietro. E un po' lo sono.

«Non devi trasferirti per forza, se non ti va. Però, se qualche volta vuoi passare, puoi...»

Lo zittisco. Questa è un'abitudine sulla quale dovrò lavorare. Parla troppo.

Anche quando non serve.

* * *

Sorrido chiudendo gli occhi. Tuffandomi tra i ricordi e le coperte del suo letto. Mi coccolano, entrambi.

Sono fortunata. Sì, decisamente fortunata.

«Zahi, che ore sono?»
Grida con la bocca sotto il getto dell'acqua.

«Sette e mezza»
«Cavolo, è tardi»

Lo raggiungo. Aspetto sulla porta che esca dalla cabina doccia. Mi faccio trovare vestita solo con la pelle. Lui esce distratto.

«Oggi rischio di fare tar...»
I suoi occhi su di me.

Resta secondi infiniti a fissarmi. Rido soddisfatta del colpaccio.

«Dici che ti faccio fare tardi? Allora non c'è tempo per...»
«Nah, ma se è ancora l'alba!»

* * *

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora