16 - Il mattino è lontano, ancora

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Zahira dorme sul sedile passeggero, avvolta nella giacca del mio completo.

La mantiene stretta come se qualcuno dovesse portargliela via da un momento all'altro, come Linus fa con la sua copertina.

Alla fine, come avevo previsto, tornare sobri da una festa a casa di Dio è impossibile.
Il Ferrari Riserva Lunelli è un nettare troppo squisito per donargli soltanto un assaggio. È un'epifania di sapori e profumi, il vecchio ha saputo il fatto suo nella scelta. Del resto, quando hai la sua liquidità, avere gusto o no è solo una questione di scelte. Giuste o sbagliate, dipendono solo da te.

Però si è divertita molto.
L'ho fatta scatenare più di quanto s'aspettasse, probabilmente non ci sperava minimamente. Durante l'ultimo pezzo, un lento che nemmeno nei film, mi sono reso conto che era stanca.

Ballava, aggrappata al mio collo come fosse una questione di vita o di morte, come mi stesse implorando di qualcosa.

Non è molto tardi, sono appena le ventuno, ma la strada è completamente deserta. Il fuori stagione, da queste parti, causa una meravigliosa desertificazione del turismo. Rende tutto molto più intimo, specie per chi, come me, in questi posti è cresciuto.

La litoranea scorre lenta, non ho fretta e guido sul filo del limite, molto basso per la verità. Nonostante questo è piacevole. Ti permette di godere di panorami da sogno.

La luna è cresciuta un po', da quando l'ho incontrata l'ultima volta, e vederla riflettersi nel mare, su mille pieghe argentate, è qualcosa che emoziona sempre. Anche quando la vedi per la milionesima volta.

Zahira emette un suono, uno di quei dolci lamenti del sonno, tipici di chi sta sognando.

Cosa sogni, amica mia?

Penso, aggiustandole una ciocca di capelli. La malandrina s'era azzardata a coprire il suo bellissimo viso.

Lascio alle spalle le dune della Marina di Lizzano, con i suoi muretti a secco che dividono la strada dalle ripidi spiagge. Spiagge che in pochi metri si tuffano in un mare meraviglioso, adesso nero come petrolio e lievemente mosso dal vento.
C'è spuma tra le onde, che se ti scordi la temperatura ti viene persino la voglia di tuffartici in mezzo. E farti trasportare via, lontano, dalla risacca.

Prendo la strada interna, quella che costeggia i paesini della provincia. Filari di vigne che ti salutano al passaggio, che ti chiedono di tornare quando i loro frutti saranno diventati maturi. Abbasso appena il finestrino, l'aria qui sa di uva e mosto in tutte le stagioni. E poi gli ulivi, le loro fronde secolari, il riflettersi luminoso della luna sulle piccole foglie, la loro imponenza solenne.

Questi posti, questi luoghi, sono il distillato della nostalgia. Un'ambrosia dal sapore divino, quel sapore che prima ancora di provare, sai già che sarai condannato a sentirne la mancanza per il resto della vita.

Questa è la mia terra.

* * *

Non potevo riportare Zahira a casa sua, in queste condizioni. Così ho preso la strada di casa mia. Dormirà da me, il letto è abbastanza grande per entrambi.

Apro porta e cancelletto, prima di prendere tra le braccia la bella addormentata dal prosecco.
Con i piedi serro l'uscio e mi dirigo al piano di sopra.

In casa c'è la temperatura perfetta, anzi potrei dire che fa quasi appena caldo. Prodigi della domotica: il termostato si aziona da solo, in modo da avere le condizioni ambientali sempre perfette, in qualsiasi stagione. Costicchia, ma il comfort ne vale davvero la pena.

Adagio Zahira sul letto. Non ha sentito nulla, continua a dormire beatamente.

Mi cambio in fretta, togliendomi di dosso il completo che sa di vino e sigaro. Non ho saputo resistere: l'ho fregato al vecchio, dalla sua riserva privata di sigari cubani.
Io dormo così: intimo e basta, in qualsiasi stagione. Ma Zahira?

La Frattura [Completa - In perpetua revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora