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Scendo dalla macchina e saluto mio nonno. A fianco di mia cugina entro a scuola e ci fermiamo davanti alla mia classe.

«Dopo scuola ricorda al nonno che non ci sono a mangiare.»

«Veronica, guarda che non sono stupida. Sei in punizione con Dylan? Vero?» abbasso lo sguardo e annuisco.
«Dylan è un ragazzo complicato, non dovevi farlo. Non prenderti le sue colpe. Hai un cuore troppo buono.» Arrossisco e mi passo una mano tra i capelli per lasciarli e districare i nodi.

«Puoi non dirlo in giro? Neanche ai nonni.»

«Certo, sai che usciamo alle tredici però?»

«Sì, mi comprerò qualcosa al bar.»

«Ok allora ci vediamo domani.» La saluto e vengo assalita da Laura. Mi trascina al mio banco e inizia a parlare.

«Cosa è successo ieri?! Non mi hai più scritto!» rido e lei mi guarda male.

«Non è successo altro è per questo che non ti ho scritto.»

«Ah ok pensavo avessi trovato qualcun altro da stressare.»

«Mai.» Mi sorride e separiamo i banchi per una verifica. Non ho aperto il libro e spero vada bene comunque👍. Ottimo.

Sparo a caso tutto e consegno la verifica. Dalle facce delle mie compagne penso che anche a loro non sia andata bene, ma tanto prendono 8 lo stesso. Mi confronto con loro all'intervallo e capisco di aver sbagliato tutto nella vita. "Finalmente ci sei arrivata."
Supero anche l'ora di fisica e mi avvio alla mensa. Mi siedo su una sedia vuota e mangio la piadina presa alle macchinette. Tiro fuori dei compiti e faccio qualche esercizio ma il rumore non aiuta, giuro che potrei sclerare davanti a tutti. Non esce un esercizio che sia uno come al solito. Guardo l'orologio e vedo la mensa svuotarsi come i corridoi. Ora che è suonata l'ultima campanella tutte le classi escono e mi avvio dalle bidelle.

«Guarda un po' chi si rivede, ti sei divertito ieri pomeriggio?» in tono acido sputo queste parole in faccia a Dylan. Vedo il suo sguardo rattristirsi per poco.

«Molto.» Si inumidisce le labbra e mi guarda negli occhi.

«Mi fa piacere.» Fingo un sorriso e le bidelle ci mandano a pulire le classi ancora.
«Se cadi stavolta non ti aiuto più quindi fai il bravo.» Alza il pollice e se ne va. Entro in un'aula e inizio a strofinare i banchi, poi passo al pavimento. Mi avvicino a un angolo e vedo qualcosa muoversi. Spalanco gli occhi e guardo meglio. Un mega ragno sta camminando sul muro, cavolo. Caccio un urletto e schizzo fuori per cercare Dylan. Ho schifo dei ragni e il mio orgoglio si può mettere da parte questa volta. Corro e finalmente lo trovo. Appoggio le mani sulle ginocchia e tento di parlare.
«Io... di là... enorme... schifoso.»

«Ehi, riprendi fiato.» Mi appoggia un mano sulla spalla e mi alza il mento. Sembra quasi preoccupato.

«Vieni.» Lo tiro per la maglietta e lo trascino nell'aula che stavo pulendo. Gli indico il muro all'angolo e lui si avvicina al punto. Cosa fa? Ride.

«Ma cosa cavolo ridi, è enorme quel coso. Ti prego uccidilo.»

«Uccidono le zanzare, non lo ucciderò.»

«Non uscirai vivo da questa classe se non lo fai.» Si avvicina al ragno e lo fa salire su una sua mano e si volta verso di me con un ghigno. Io fingo un conato e lo guardo schifata.
«Ma che schifo stai facendo?! Non ti avvicinare.» Lui non mi ascolta e si avvicina sempre di più. Non posso scappare e mettermi a urlare come una bambina perciò stringo i denti e serro i pugni.
«Non provarci.» La sua mano e sotto il mio naso. Lui sta continuando a ridere beatamente e il ragno sale sulla mia maglietta. No, stavolta non trattengo un urlo.
«Ma che schifo! Toglimi sto cosa di dosso! Ti prego! Aaaaaaa! Sta camminando! Se arriva ai capelli ti uccido, cavolo!!» inizio a correre per tutta la classe senza un motivo apparente e quando capisco che è troppo tardi perché si stacchi il ragno di dosso inizio a sfilarmi la maglietta urlando. Non mi interessa se c'è qualcuno che mi vede, io il ragno me lo levo di dosso anche a costo di rimanere nuda.

«Ma cosa stai facendo?» Dylan sembra quasi imbarazzato.

«Non si vede?! Solo grazie a te!» la maglietta non si vuole togliere. La tiro un po' presa dal panico e sento un crac. Ok, no panico, ho rotto la maglietta ma il ragno è vicinissimo al mio collo. Sento una leggera pressione sul petto e il ragno non c'è più. Ora è a terra e Dylan lo schiaccia con una scarpa.

«Te sei pazza.» Mi guarda trattenendo una risata e mi guardo la maglietta. Sono riuscita a sfilare solo un braccio e ho stracciato la maglietta. Lui cerca di non guardarmi ma vedo che è in difficoltà. Solo una parte di reggiseno è scoperto. Il taglio percorre dall'ombelico fino a sotto il seno la mia maglia.

«Devo andare a prendere un nuova maglia.»

«E dove?» Si sforza di guardarmi gli occhi.

«In infermeria ci sarà di sicuro.»

«Contaci.» Sbuffo e lo sorpasso.
«Ma dove vai?»

«Secondo te?!»

«Non ti lascio andare in giro per metà scuola così! Ti si vede tutto di reggiseno e ci sono adolescenti in preda agli ormoni che potrebbero svenire.»

«Ho altre possibilità?! E anche tu sei un adolescente...» quando sto per girarmi lui mi prende il polso e si sfila la sua maglietta. Rimango a bocca aperta.
«Ma- ma che fai?»

«Metti questa maglietta, io metterò la mia di educazione fisica. Almeno questa non è sudata o rotta.»

«Grazie.» Mi sfilo la mia e lui abbassa gli occhi. Infilo la sua e il profumo di lavanda mi investe.
«Hai un buon profumo.» Arrossisco e il fatto che lui è senza maglietta non aiuta. "Ma perché l'ho detto?!?!"

«Grazie.» Mi sorride e esce per andare alla sua sacca di motoria in bidelleria.

«Lo sai che ci sono anche le bidelle di sessant'anni che potrebbero avere un infarto guardandoti?» Lo sento ridere e gli guardo la schiena accelerando il passo.
«Cosa hai fatto alla schiena? È piena di cicatrici.» Va un attimo in panico e ne esce con una battuta.

«Le unghie delle ragazze.»

«Non sono nata ieri. Sono troppo lunghe.» Gli sfioro la pelle e si blocca di colpo, cosicché io gli vado addosso.
«Ehi!» Prende la maglietta di ginnastica e se la mette.
«Non hai intenzione di rispondermi vero?»

«Vero.» Scuoto la testa e guardo l'orario.

«Abbiamo ancora un'ora e mezza. Facciamo finta di aver pulito le classi?»

«Ben detto.» Chiediamo alle bidelle cos'altro dobbiamo fare e ci rispondono di tornare a casa. Sorrido felice e prendo la cartella. Faccio un nodo alla maglietta perché è troppo lunga e esco da scuola con Dylan.

«Ti riporto domani la maglietta.»

«Ok.»

«Dove hai messo la mia?»

«L'ho buttata.»

«Cosa?!»

«Non era recuperabile perciò l'ho buttata.»

«Povera maglietta, mi piaceva.»

«La prossima volta non la strappi per uno stupido ragno.»

«No, la prossima volta tu non me lo metti addosso. È diverso.» Mi sorride e io rimango incantanta a guardargli le tenere fossette che si formano sulle sue guance.

~spazio autrice~
Spero di essermi fatta perdonare per il capitolo corto precendente.

Mi ha divertito molto scrivere questo forse perché io reagisco veramente così quando vedo un ragno😅.

Solo io ho questi problemi?😂

Ciaooo

Solo noiWhere stories live. Discover now