~22

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Veronica

«Non mi vedrai svenire ancora non ti preoccupare.» Metto in bocca la pizzetta e dopo averla masticata la ingoio. Mi giro a guardare Dylan e lo trovo a guardarmi il sedere. Distoglie subito li sguardo per poi riposarlo su ogni singolo centimetro del mio corpo. Io faccio lo stesso con lui. Indossa una maglietta bianca e dei pantaloni che arrivano sotto le ginocchia. Ora che ci penso tutti i giocatori indossano quegli stessi pantaloncini.

«Hai finito di guardarmi?» abbasso lo sguardo imbarazzata e me ne vado. Mi faccio largo tra alcuni ragazzi che mi guardano come fossi uno spuntino e mi siedo accanto al muro, su un pezzo di cemento. Tiro fuori il telefono e guardo se almeno le mie compagne si stanno divertendo. Direi di sì, anche alla grande. Infilo le cuffiette e ascolto la musica. Sono solo le 20:35 e metà della gente è ubriaca, le mie compagne comprese, ma loro sono ubriache di felicità. Dylan si ferma davanti a me con due bicchieri in mano.

«Non bevo.» Gli dico.

«Non era per te.» Alzo un sopracciglio e lo vedo bere entrambi i bicchieri.

«Era alcolico?»

«Sì.»

«Non sei ubriaco?»

«Reggo piuttosto bene l'alcool.» Tra noi cala il silenzio ma lui rimane sempre lì in piedi.
«Hai qualcosa sotto l'abito?» gli tiro un calcio negli stinchi e gli faccio male.
«Era una solo una domanda! Ma devo capire che non hai niente.» Sorride e divento rossa.

«Non sono certo affari tuoi.»

«Qui sono tutti ubriachi e non risparmiano azioni. Per lo meno se avessi qualcosa sotto avrebbero più sorprese.

«Stupido.» Mi alzo e faccio per andarmene e lui mi ferma.

«Non hai risposto.»

«Ma saranno affari miei se indosso biancheria o no?!» Parecchie persone si girano a guardarci ma non fanno troppo caso alle mie parole perché sono troppo andati.

«Scusa.» Stacco la presa e me ne vado, ma lui mi rincorre.
«Ho detto scusa!»

«Pensi che serva solo quello?!»

«Sì.» Blocca la mia mano che stava per tirargli un ceffone e la rivolta portandola dietro alla mia schiena. Mi libero subito prima che possa vedere la mia schiena e me ne vado in cerca delle mie amiche. Ci riuniamo e balliamo insieme. Prendo in disparte Laura e le dico che voglio tornare a casa. Lei ride e scuote la testa.

«Assolutamente no. Lo vedi William? Lo ho conosciuto oggi ed è simpatico, mi sta aspettando e voglio divertirmi con lui.»

«Ti prego Laura, Dylan mi sta stressando da quando siamo arrivate.»

«Sono solo le 22! Divertiti un po' Veronica.»

«No.» Mi saluta e torna da Anderson. Sbuffo e mi avvicino al banchetto per evitare i ragazzi che ballano.

«Veronica! Non ti stai divertendo?» Dylan toglie le mani da una mora e mi si avvicina.

«No.»

«Ti faccio divertire io?»

«Neanche morta.»

«Lo prendo come un sì.» Lo guardo preoccupata quando corre verso di me e mi prende in spalla. Tiro dei pugni sulla sua schiena e scalcio con le gambe mentre urlo, ma lui mi tiene dalle cosce in modo saldo. Spero che il vestito non si alzi con il vento.

«Cosa vuoi fare?! Mollami!»

«Pronta??» i ragazzi intorno a noi gridano e fischiano, battono le mani e ridono.

«Ti prego!»

«Via!» lui salta nel vuoto e io vedo sotto di me la piscina. I nostri corpi entrano in collisione con l'acqua. Lui mi porta a fondo e mi guarda sorridendo. Io lo spingo via e torno in superficie. Nuoto fino alle scalette mentre sale anche lui. Tutti ridono. Afferro il manico delle scalette e mi tiro su. Il mio abitino si attacca al mio corpo magro, lasciandolo intravedere. Tutti mi guardano, o meglio, guardano il mio corpo e mi sposto di lato i capelli per strizzarli.

«Cavolo guardate?!» urlo e tutti si buttano in acqua. Intravedo anche le mie compagne con i ragazzi senza maglia. Sembrano felici. Tornano in superficie e giocano ad affondarsi. Strizzo le ultime ciocche e il vestito. È completamente rovinato come il trucco. Mi fa male la schiena.

«Veronica!» una lacrima scende dai miei occhi. "Non devo piangere e soprattutto lui non lo vedrà!" Mi metto a correre cercando di scappare da Dylan. Arrivo ai cancelli in lacrime ma lui mi ferma. Mi blocca le spalle e ha un'ampia visuale della mia schiena.
«Veronica...»

«Mollami.» Lui mi volta versi di sé e ci guardiamo. Ha la maglietta appiccicata agli addominali e i pantaloni fradici. I capelli sono tutti spettinati e pieni di goccioline. Passa i suoi pollici sotto i miei occhi chiusi.

«Che cosa è quella cicatrice?» L'ha vista. Ha visto una mia cicatrice.

«Niente che ti interessi. E se ora mi lasciassi mi faresti una favore! Mi hai già rovinato l'abito, il trucco e la serata puoi smettere per favore e tornartene da qualche ragazza?!»

«Non volevo.» Sussurra. Il suono della sua voce è quasi impercettibile.

«Ma sei serio!? Continui a chiedermi scusa, ma poi sbagli ancora! Mi sono stufata Dylan delle tue scuse, mi sono proprio stufata!» gli urlo in faccia queste parole.

«Mi dispiace di averti rovinato.» Mi lascia le spalle e abbassa la testa. Io non trattengo più le lacrime e singhiozzo cadendo per terra. Mi si sbucciano le ginocchia e mi si grattano i palmi delle mani. Lui corre al mio fianco e mi rialza poi mi stringe. Il suo calore mi riscalda. Smetto di piangere e lo abbraccio. Ne avevo proprio bisogno.

~spazio autrice~
Mi è piaciuto scriverlo, davvero. Dovrei fare i compiti ma non ne ho voglia. Questo capitolo è uscito poi tardi di quando l'ho scritto perché mi sto portando avanti scriverli.

Ciaoo

Solo noiWhere stories live. Discover now