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Veronica

Io e la mia famiglia ci trasferiamo nel residence di proprietà dei nostri nonni per tutta l'estate e Laura e la sua famiglia ci raggiungeranno tra qualche giorno con le altre famiglie e altri amici. Non so come porterò avanti la relazione con Francesco, ma vederlo il meno possibile mi da sollievo. Non dovrebbe andare così, ma non ci posso fare niente. Forse lo sto usando solo per dimenticare la mia relazione con Dylan... ma no, che sto dicendo, Francesco mi piace perché è gentile con me e non mi tradirebbe mai. Cammino per il bosco enorme che circonda le casette e le piscine comuni e mi fermo sotto un albero. Mi siedo e appoggio la testa all'albero, in modo da guardare la luce che si intravede tra le foglie fitte degli alberi. Mi rilassa sentire il silenzio, il vento tra le foglie, nessuno che parla, in questo modo posso pensare da sola. Forse non è la cosa migliore da fare perché pensare fa male e mi fa piangere, ma come sempre mi sono ripromessa di non versare più alcuna lacrima. Mi manca terribilmente Dylan e vorrei solo cambiare ciò che è successo, vorrei solo tornare a prima di averlo conosciuto. Ha sconvolto la mia vita e ora non so più come continuare.
Una telefonata interrompe i miei pensieri e io rispondo dopo qualche secondo.

«Pronto?»

«Ehi, come stai?» la voce di Francesco mi riporta alla realtà e mi riempie di brividi, non mi ero accorda dell'aria fresca del bosco. Io sono solo in pantaloncini e canottiera.
«Tutto bene?» Francesco sembra preoccuparsi del mio silenzio.

«Oh, sisi tutto bene.»

«Quando ci possiamo vedere?»

«Ehm non lo so... d'estate cambio casa e ora non sono più dove ero prima.»

«Cavolo Veronica! Non potevi dirmelo prima?»

«Se davvero ti piacessi, le distanze non conterebbero.» Lui se ne sta in silenzio e per la seconda volta sento morirmi dentro. Fa un respiro e parla.

«Certo che mi piaci, ma come facciamo a non vederci per tre mesi?»

«Verrò a vederti gareggiare e...»

«Sul serio?! Non è possibile...»

«Proviamoci.» Spero sul serio che accetti.

«Ok, proviamo. Ci vediamo giovedì pomeriggio al solito posto.» Lo saluto e chiudo la chiamata, respiro e mi addormento contro l'albero.

Mi sveglio e sento qualcosa farmi il solletico. Mi alzo in piedi e mi guardo la gamba impaurita. Vedo un ragno enorme salire sempre più in alto e caccio un urlo, scuoto la gamba, poi passo una mano per scacciarlo e corro lungo il sentiero per tornare a casa. Bleah, che schifo. È quasi ora di cena e mi sbrigo per non far preoccupare i miei, intanto chiamo Laura.

«Pronto?»

«Ciao Laura, ti devo dire una cosa.»

«Dimmi.»

«Tu andrai a vedere la gara giovedì vero? So che partecipa anche William, pure Dylan...» mi si blocca la voce e tossisco per farla ripartire.

«Sì, lo so e mi dispiace per Dylan. Sì, vengo. Mi da un passaggio il mi ragazzo.»

«Allora ci vedremo là, ciao.»

«Ciao.» Chiudo la chiamata e faccio per scrivere a Francesco se mi può passare a prendere, che mi arriva un messaggio di Andrea.

Ti passerò a prendere io, devo sfoggiare la nuova auto😊

Sbuffo e penso. Non so cosa dirgli, ma lui sicuramente vuole parlare con me.... però so che infondo pesa a Galli venirmi a prendere tutte le volte, allora decido di accettare l'invito di Andrea.

Grazie

Arrivo finalmente a casa e rispondo all'interrogatorio dei miei, poi ci sediamo a tavola e ceniamo tranquillamente.

                      ***

Accolgo tre giorni più tardi Francesco nella casa, quando i miei non ci sono.

«E questa è casa mia, non grande ma funzionale.» Francesco entra e mi abbraccia e bacia.

«Mi sei mancata.» A quelle parole non so cosa rispondere perché lui non mi è mancato particolarmente.

«Anche tu.» Dico poco convinta.
«Non pensavo che ti saresti presentato qui sotto.» Rido con lui e andiamo in cucina per mangiare e bere qualcosa.
«Cosa vuoi? Acqua, Coca-Cola...» lui dietro di me mi stringe e mi bacia il collo, mentre io rabbrividisco.

«Voglio te e basta.» Mi immobilizzo scioccata e scuoto la testa, ma lui continua a baciarmi con possessione.

«No, no e no.» Lo respingo via.
«Ho 14 anni e te 17, sono,troppo piccola e non voglio farlo.» Lui sbuffa e io mi giro a guardarlo.

«E allora non dovresti neanche avere una relazione seria con nessuno, dai, che assurdità dici?»

«Ti prego, non voglio.»

«Sei sempre la solita, rinunci e neghi tutto. Quando imparerai a vivere?!» la sua risposta mi fa male.

«Fuori di qui.»

«Come?!»

«Ho detto fuori di qui.» Inizio a spingerlo verso l'uscita.
«Non voglio peggiorare la situazione e fare una catastrofe, perciò esci e vattene prima che ti urli contro.»

«Non ti libererai di me così facilmente.» Fa un sorriso che mi fa rabbrividire e se ne va. Respiro e sigillo la porta.

~spazio autrice~
So che non è capitolo molto avvincente, però lo saranno i prossimi, spero.

Grazie per le letture e come sempre scusatemi degli errori di ortografia.

Avete sentito della morte di Cameron Boyce? Ci sono rimasta malissimo io...

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