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Veronica

L'altro ieri sono tornata a casa e ho buttato da lavare subito i vestiti insanguinati prima che mi vedesse mia madre. Mi ha chiesto come mai sono tornata così presto ma poi per fortuna non ha fatto domande.
In questi due giorni ho chiesto come stava Dylan e tutti mi hanno risposto che è vivo ma mal ridotto perciò non possiamo andarlo a vedere, io però ne ho davvero bisogno. Prendo il cellulare dal comodino e lo accendo, poi scrivo a Dylan.

Dylan non ho la più pallida idea se risponderai a questo messaggio perché qui nessuno mi dice come stai. Penso che tutti sanno le tue condizioni, ma non me lo vogliono dire. Ti prego dimmelo tu. Ho come l'impressione che mi vogliono farti dimenticare, o forse lo vuoi anche tu??
Guarda che non mollo finché non ti sarai aperto con me. Se non uscirai presto da quell'ospedale vengo io e ti trascino fuori🙂

Sorrido alla mia cordialità e invio il messaggio, non aspetto una risposta a breve, perciò lo metto via e mi rigiro nelle coperte, chiudo gli occhi e dormo.

                  ***
All'uscita della scuola chiedo esattamente le stesse cose ad Andrea e William. Andrea lo precede guardandolo male e mi risponde per poi andarsene.

«Ma solo a me sembra più strano del solito? Anche tua cugina, mi sembrano entrambi più distaccati, anche fra di loro.» Laura giarda per terra mentre parla, poi rivolge lo sguardo su di me e entrambe lo posiamo su Willi.

«Anderson, ora devi dirmi tutto quello che sai. TUTTO.» Lui sta in silenzio finché Andrea non se ne va e poi ci guarda. Quando sta per parlare ci raggiungono le nostre amiche con i loro ragazzi. Tirano via William da noi e iniziamo a parlare di calcio. Sembrano tutti simpatici e i ragazzi ideali delle mie amiche. Palestrati e belli, probabilmente anche intelligenti. Le mie compagne si accorgono dell'orario e una coppia per volta se ne va. Alle 13:30 rimaniamo ancora noi tre davanti alla moto infangata di William.
«Stiamo aspettando.» Lui si sfrega gli occhi, ma non sembra avere intenzione di parlare.

«William Anderson! Adesso ci spieghi cosa sta succedendo oppure non mi fiderò mai più di te!» Laura lo minaccia severa e lui si sistema il ciuffo.

«Non vivresti mai senza di me.» Si attacca come un koala alla mia migliore amica e la inizia a baciare sul collo. Lei cerca di opporre resistenza ma fallisce miseramente.

«Sai una cosa? Andrò a trovare Dylan con o senza il vostro consenso.» Giro i tacchi ma William mi ferma subito.

«Non puoi.»

«Dimmi perché allora.»

«Mi dispiace Veronica, non volevo, io avrei dovuto fermarli.» Inizia a mordersi il labbro inferiore.

«Cosa stanno facendo? È l'ultima opportunità che ti do per spiegarti.»

«Andrea e altri vogliono separarti definitivamente da Dylan, non vogliono fartelo vedere.»

«Chi sta partecipando?» lui mi guarda ma non parla.
«Devo ripetere la domanda forse?»

«Andrea e Galli, Giulia sta cercando di farli ragionare ma...» Mi libero dalla sua presa e me ne vado, lasciandolo con Laura che inizia a urlargli contro che è uno stupido.

Percorro lo stretto, freddo e bianco corridoio che porta alle stanze dell'ospedale, salgo velocemente il piano e guardo il numero di stanza: 110. È la camera giusta. Respiro profondamente e busso alla porta. Quasi non ci credo che lo sto per rivedere. Mi è mancato. Assurdo ma vero. Sento una voce dirmi di entrare e apro la porta piano. Vedo un dottore andarsene e richiudere violentemente la porta dietro di sé, facendomi sobbalzare. Guardo verso il letto bianco e vedo la figura di Dylan che mi sorride. È pallido e dimagrito, di poco. Istintivamente sorrido anche io e mi avvicino al letto.

«Non sei venuta a trovarmi gli scorsi giorni.» Non so se raccontargli la verità sul conto del suo migliore amico, ho paura che lo ferirebbe più di quanto già sia.

«No, no sono venuta è vero. Come stai?»

«Male.»

«Sei ancora a rischio di morte?»

«Se la ferita non si rimargina bene, può darsi.»

«Che bello! Quanti punti?»

«15 e fanno male.» Inizio a ridere e mi guarda male.
«Cosa c'è?»

«15 sono pochi e di dolori ne ho sopportati di ben peggio.»

«Anche io.» Il suo sguardo si rabbuia e chiude gli occhi sofferente.

«Per lo meno è bello il taglio? È artistico?»

«È brutto e guasta totalmente Dane.»

«Non me la ricordavo più Dane! Almeno la tua ferita sarà sensata, ti ricordi di questa?» Mi scorro un dito sul mento e lui annuisce.
«Una notte, tornando con alcuni miei amici a casa, dopo aver guardato le stelle cadenti, sono scivolata mentre risalivo un prato bagnato e sono caduta sul bordo delle beole. Al momento ho messo le mani per terra ma ho colpito il mento sul bordo del marciapiede che era più alto perciò non è servito a niente. Sono rimbalzata due volte e poi mi sono rialzata in piedi. Abbiamo riso di brutto, poi mia sorella ha guardato il taglio da cui colava il sangue si è preoccupata, io ridevo ancora. Avevo alcuni sassolini dentro la ferita più grande così li ho tolti con il disinfettante e alle 23:30 sono andata al pronto soccorso con mio padre. È stato davvero epico. La cosa che non capisco è che mi sono rimaste tre diverse cicatrici sul mento di cui però solo una è stata ricucita.» Lui guarda il mio mento e sorride. Poi si sposta nel letto facendo attenzione alle flebo e alla ferita per farmi spazio. Mi sdraio accanto a lui e chiudo gli occhi per ricordarmi meglio il suo profumo.

«Vuoi davvero sapere qualcosa di me Veronica?»

«Certo che lo voglio! Voglio aiutarti Dylan.» mi volto verso di lui e lui volta la testa verso di me. I nostri respiri accelerano, la sua mano sfiora la mia, per poi...

~spazio autrice~
Abbiamo superato le mille letture!!🎉🎉
Sono stra felice e vi ringrazio tutti quanti per esserci interessati alla mia storia❤

Cisa succederà oraaaa?!!?!?!!?!!?!?!

Ciaooo

Solo noiWhere stories live. Discover now