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Veronica

«Signorina è arrivata al capolinea.» Una vecchietta mi scuote per la spalla e mi sveglio. La ringrazio e scendo di corsa per tornare a casa. Sono stanca, più del solito. Arrivo a casa e ignoro le domande di mia madre. Mi butto sul letto e ricostruiscono per l'ennesima volta il mio muro di cemento armato. Salto anche la cena e mi metto direttamente a dormire.

Dylan

La guardo andare via. Ho combinato un pasticcio come sempre. Non sarebbe dovuto andare così. Sono stato uno stupido incosciente che si è lasciato scappare uno spiraglio di felicità. Sono destinato a non combinare nulla di buono nella vita. Io volevo solo aiutarla e ho fallito. Aveva bisogna di me e io ho ignorato la sua richiesta di soccorso.
Finisco il cibo e pago, poi esco dal bar e salgo sulla mia moto per dirigermi all'ospedale. Faccio un salto lì e poi vado a motocross. So che non dovrei farlo, ma il desiderio di adrenalina è più forte di me.

Veronica

Metto una felpa larga e scendo di sotto evitando di fare colazione perché sono in ritardo. Silvia mi trascina fuori di casa e corriamo verso la macchina di mio nonno. Stiamo in silenzio durante il tragitto fino a scuola.
Scendo con Giulia dalla macchina e ci avviamo verso la mia aula.

«Sicura di stare bene?» guardo Giulia stranita dalla sua domanda.

«Io sì, sto bene.» Le rispondo così per non farla preoccupare.

«Va bene, ci vediamo dopo scuola.» La campana suona e vado verso Laura. Lei mi sorride e mi viene incontro.

«Laura ti devo chiedere una cosa.»

«Spara.»

«Perché hai parlato con mia cugina ieri?»

«Cosa c'è? Non posso parlarle?» so che mi nasconde qualcosa ma non voglio insistere.

«No no, sei libera di fare ciò che vuoi.» Mi siedo al mio posto e iniziano le lezioni. Seguo qualcosa e scarabocchio tutto il quaderno.

«Tu.» Alzo lo sguardo verso la professoressa che mi sta indicando. È viola. "Come cavolo fa a essere viola?!"

«Vieni alla lavagna.» Non capisco proprio i professori che non hanno ancora imparato i nomi degli alunni a meno di poco tempo dalla fine della scuola. Mi passo una mano sul collo e noto che è tutto sudato. Mi alzo e vedo l'arcobaleno sul muro. Faticosamente arrivo alla cattedra e appoggio entrambe le mani sulla cattedra. Respiro profondamente più volte per calmarmi.

«Si sente bene?» la docente mi guarda stufa di aspettare. Ora è gialla. Prendo un pennarello e lo stappo. Mi avvicino alla lavagna e guardo i miei compagni. Sento una vampata di caldo investirmi in pieno. Cerco di dire qualcosa ma esce un verso strozzato. Piano piano perdo il controllo dei miei sensi e la vista si oscura. Sento qualche urlo e poi il silenzio totale.

Laura

Veronica mi chiede perché ho parlato con sua cugina ma non le voglio svelare il segreto. So che non si arrenderà facilmente ma io lo sto facendo per lei perciò cerco di cambiare discorso. Lei fa finta di credermi e lascia cadere il discorso. Strano da parte sua.
Durante la terza ora la professoressa la chiama alla lavagna e lei si alza lentamente per poi appoggiarsi alla cattedra. È ovvio che non sta bene. È pallida e da come guarda qualunque cosa sembra che stia vedendo un alieno. La prof le chiede se sta bene ma lei non risponde. Si volta verso di noi e la classe sta in silenzio. Tutti la stiamo guardando. Cerca di dire qualcosa, sembra un avvertimento, ma dalla sua bocca esce un mugolio. La guardo negli occhi e vedo il suo sguardo perdersi nel vuoto. Poi cade. I suoi capelli biondi si spargono disordinatamente sul pavimento, le sue mani lasciano andare il pennarello che stringevano e le sue gambe si accasciano al suolo. Sento qualche urlo e l'intera classe circonda il corpo inerme di Veronica. Mi faccio strada e la professoressa ordina di chiamare l'ambulanza. Un ragazzo estrae il cellulare dalla tasca e chiana i soccorsi. Qui nessuno spegne mai il telefono. Mi siedo vicino a Veronica e sento se ha ancora battiti. Guardo la docente e annuisco. Lei sospira di sollievo. Do uno schiaffetto a Veronica ma non funziona.

«I soccorsi arriveranno tra poco.» Marco, il ragazzo che ha telefonato, spegne la chiamata.

«Qualcuno chiami una bidella, devono aprire il cancello della scuola.» La prof urla nella confusione generale e due ragazze escono di corsa dalla classe. Io guardo le altre del nostro gruppo e vedo che sono tutte sconvolte. Le aule vicine si aprono e dei ragazzi escono per chiedere di abbassare il tono di voce, ma quando vedono il corpo per terra rimangono fermi. Sempre più ragazzi si avvicinano e sempre più professori cercano di farli allontanare. Sentiamo le sirene dell'ambulanza vicine e dei soccorritori entrano con una barella in classe.

«Devo andare con loro in ambulanza!» Urlo ai due signori e alla professoressa.
«Veronica ha parecchi problemi che non conoscono e a cui devono essere a conoscenza per soccorrerla.» La professoressa annuisce e io seguo i due signori per salire sull'ambulanza. Mentre i dottori sistemano le cose parlo con Lucia.
«Avvisa sua cugina.» Lei annuisce e le porte dell'ambulanza vengono chiuse.

«Di cosa dobbiamo essere a conoscenza allora?» Mi rivolgo verso i medici e parlo di Veronica.

~spazio autrice~
Di che problemi devono essere a conoscenza? Ehehe, non lo saprete ancora per un po'.

Spero che vi siano piaciuti questi diversi punti di vista nel capitolo e se è così lasciate una ⭐😘

Ho già scritto altri capitolo e non vedo l'ora di pubblicarli.

Solo noiWhere stories live. Discover now