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Veronica

Scavalco la recinzione mentre tante mani cercano di tirarmi indietro. Corro  il più velocemente possibile, evitando gli altri piloti che cercano di frenare. Intravedo il corpo pieno di sangue di Dylan e mi butto accanto a lui sporcando le mie ginocchia scoperte di rosso. Le lacrime scendono sulle mie guance mentre stringo una sua mano.

«Dylan...» sussurro il suo nome mentre le urla della gente si fanno lontane.

«Veronica?» Sento la sua voce e vedo i suoi occhi aprirsi di poco.
«Non saresti dovuta venire.» Tossisce e sputa sangue sulla mia maglietta.

«Stai zitto.» La mia voce trema in confronto alla sua.

«Eri te con Galli in moto vero?»

«Sì.» Accenno a una risata.

«Mi dispiace Veronica per dover vedere questo, te l'avrei risparmiato volentieri.» Il suo respiro diventa quasi assente.

«Dylan! Resta con me ti prego.» Urlo disperata mentre singhiozzo.

«Ci sono, stai calma.»

«Non puoi morire perché mi aspetto ancora una spiegazione da te! Giuro che se mi lasci ti ammazzo.»

«Ma se...»

«Zitto.» Delle mani cercano di prendermi ma oppongo resistenza per baciarlo un ultima volta, se dovesse morire. Appoggio le labbra sulla sua fronte mentre sorride e vengo portata via, vengo separata da lui.  Scalcio e urlo finché capisco che è inutile. La gara è interrotta definitivamente e sospesa, io mi ritrovo al fianco di Laura e Andrea che mi tengono per le braccia. Vedo la barella entrare dell'ambulanza e andarsene. Il ragazzo, caduto per terra durante la gara, si rialza e guarda la sua moto distrutta e insanguinata, poi volge lo sguardo verso quella di Dylan ancora intatta e la rialza, come per ringraziare Roberts di non averlo schiacciato e esser finito all'ospedale al posto suo.
«E la sua moto ora?» mi schiarisco la voce e mi asciugo gli occhi.

«La prenderà il suo coach o William, se ne occuperanno loro.» Andrea salda la presa su di me quando si avvicina un pilota, Laura invece si butta tra le braccia di William.

«Veronica, mi dispiace.»

«Grazie Francesco, ora però voglio tornare a casa. Anche voi ve ne andate?» guardo l'unica coppietta del gruppo e Laura annuisce. Sposto i miei occhi su Francesco.

«Andiamo.» Lui mi parla, ma ora sto guardando Andrea ancora fermo fra di noi.

«Andrea come sei arrivato qui?»

«Ho preso un passaggio da alcuni ragazzi.» Sembra preoccupato per me, quasi.

«Allora trovati ancora un altro passaggio.» Prendo Francesco scioccato e lo trascino alla moto.

«È il tuo ragazzo?»

«Oh no no, è il ragazzo di mia cugina.»

«Allora Roberts è il tuo ragazzo.»

«No è un amico o forse solo io lo considero tale.»

«Ma hai un ragazzo?»

«Io?!» inizio a ridere e mi guarda male mentre prende i caschi.
«No, non ho un ragazzo.»

«Strano, sei davvero simpatica e bella.» Spalanco gli occhi e arrossisco, poi infilo subito il casco. Saliamo in moto e partiamo. Un'oretta dopo finalmente scendo e mi stiracchio. Penso a Dylan che sarà in sala operatoria, che starà soffrendo mentre io sono qui. Il mio sguardo fissa il vuoto e Francesco mi scuote per farmi riprendere.
«Stai bene?»

«Non tanto...»

«Hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti?» ripenso a quanto tempo ho fatto passare prina di parlare sul serio con Dylan.

«No, ma grazie lo stesso.» Gli sorrido e gli ridò tutto.
«Grazie anche per il passaggio.» Mi giro e inizio a camminare spedita verso casa. Non penso che dirò a mia madre cosa è successo.

«Aspetta!» mi rigiro e mi ritrovo davanti la faccia di Francesco, con i suoi occhi azzurri e i ciuffi che ricadono sulla faccia.

«Cosa c'è Francesco?» Lui azzera lo spazio che c'è fra di noi e i nostri nasi si toccano.
«Francesco...» Non faccio in tempo a finire la frase che le sue labbra sfiorano le mie. Mi ritraggo d'istinto e lo guardo severa. Lui abbassa la testa e mi fa quasi pena.
«Francesco, non voglio essere più di amici, ti ringrazio infinitamente per quello che hai fatto per me ma non ci conosciamo neanche. Approfondirei volentieri l'amicizia ma non so niente di te, neanche la tua età per ora.» Gli sorrido e me ne vado.

«Ti piace lui vero?» mi rigiro di nuovo.

«Chi?»

«Il campione, ti piace Roberts?»

«Francesco...» Non so perché ho evitato il suo bacio, lui mi piace, dicevo anche più di Dylan, ma forse non è così.

«Scusami di averci provato, pensavo di piacerti.»

«Non da niente Francesco, ma stasera non è proprio giornata.» Mi guardo la maglietta ancora macchiata e trattengo le lacrime. Non so se Dylan è ancora vivo, forse è già morto e io non ne so niente.

Solo noiWhere stories live. Discover now