Capitolo 3: il colore dei miei occhi- 1°parte

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo. 26 luglio 495, anno della Lira.

Con le dita ancora immerse nell'acqua cristallina, Noemi rimase incantata a osservare la macchia espandersi senza porsi limiti. Nulla le interessò più. Nemmeno di afferrare in tempo il pezzo di pane per evitare che venisse trasportato dal flusso rapido della corrente. Il luccichio del Sole riflesso sulla superficie del fiume donava ancora più brillantezza al suo sguardo ammaliato dal colore che stava catturando ogni suo pensiero. Ormai le sue iridi si fusero in quel mare turchese, mentre il movimento dell'acqua proseguiva a defluire di fronte a lei. Inarrestabile e repentino come lo scorrere degli eventi.

Imperlate dalle goccioline d'acqua, le foglie della lattuga si sollevarono e si abbassarono con i movimenti delicati di Viola mentre le immergeva nel fiume

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Imperlate dalle goccioline d'acqua, le foglie della lattuga si sollevarono e si abbassarono con i movimenti delicati di Viola mentre le immergeva nel fiume. Nell'attimo in cui le fece fuoriuscire di nuovo dall'acqua, qualcosa attirò l'attenzione dei suoi occhi. Le punte delle foglie iniziarono a virare colore, tingendosi di turchese. Nel suo viso attonito, il pallore si espanse sulle guance con la stessa velocità con cui la tonalità del corso d'acqua stava mutando. Allarmandosi, mollò la presa sulla verdura ancora bagnata che si schiantò sui sassi sporgenti del torrente. Chi può essere stato a fare questo incantesimo? pensò fra sé sfiorando con i polpastrelli la superficie dell'acqua.

Dei brividi iniziarono a scorrerle sulla schiena stando ben attenta a non pronunciare ad alta voce la parola magia. L'eco avrebbe raggiunto le orecchie dei curiosi, trasformando il chiacchierio in un torrente pericoloso che sarebbe giunto alle autorità.

Alzandosi in piedi, la donna ruotò il capo in direzione di sua nipote e si precipitò verso di lei. Il cestino di verdura appoggiato sulla sponda del fiume venne travolto dalla furia dei suoi passi, mentre osservò con inquietudine il torrente divenire sempre più verde turchese.

«Noemi, allontanati subito. Qualcuno deve aver versato nel fiume un colorante per tingere le stoffe!» esclamò agitando le mani in preda al panico.

La voce inquieta di sua zia la fece destare dai suoi pensieri, e allarmandosi ritrasse la mano dal fiume. Appena le sue dita fuoriuscirono dall'acqua, l'area turchese arrestò la sua avanzata per poi retrocedere, e in seguito iniziò a frammentarsi in piccole chiazze colorate. Dense più dell'acqua normale, le macchie turchesi si allontanarono lente tingendo ogni sasso, e ciascun filo d'erba che incontravano nella loro discesa verso valle.

Viola osservò sconvolta il procedere degli eventi appoggiando una mano sul petto. Era convinta che sua nipote avesse toccato l'acqua per curiosità, ma invece era stata proprio lei a fare l'incantesimo. Questa è stata la sua prima magia. Com'è potuto succedere così presto? Di solito i poteri si risvegliano al compimento del diciottesimo anno pensò fra sé incredula. Mentre proseguì a riflettere, sentì che qualcuno le stava strattonando il vestito di lino. Il ricamo floreale presente sul bordo della gonna era tenuto stretto dalle mani tremanti di Noemi.

Seduta su un sasso, la ragazza era presa dal panico e i battiti accelerati stavano rimbalzando come un'altalena nel suo petto. Appena gli occhi di sua zia si posarono su di lei, allentò la presa e supplicò con lo sguardo di ricevere rassicurazioni.

«Non riesco a spiegarmelo. In una frazione di secondo l'acqua ha cambiato sfumatura, e per giunta era identica al colore dei miei occhi. Sei sicura che si tratti di tintura e non di qualcos'altro?» commentò indicandole la superficie brillante dei massi impregnati di turchese.

La donna si guardò intorno in cerca di trovare un appiglio concreto per velare la verità. Una prova efficace per polverizzare tutti i dubbi di sua nipote. Ma non la trovò nell'immediato, e iniziò a tremare dentro di sé. Una delle qualità che più temeva in Noemi era la sua spiccata intelligenza, e in quella circostanza era emersa più folgorante che mai. Non sarebbe bastato ribadire che si trattasse di estratti vegetali. La fanciulla lo sapeva. L'aveva intuito nell'attimo in cui le aveva indicato con la mano le pietre. Anche se non l'aveva pronunciato ad alta voce, era conscia dei pensieri che affollavano la mente della giovane. Nessuna tinta naturale, infatti, avrebbe mai potuto imprimersi con tale intensità in una superficie così tanto liscia e per nulla porosa. Né tanto meno riprodurre uno scintillio simile al pulsare delle stelle. Respirò con affanno mentre intravedeva nelle iridi della fanciulla emergere un sempre più vivo scetticismo. Non appena abbassò lo sguardo, Viola si rallegrò scorgendo la soluzione al suo dilemma.

«Sì, ne sono certa. Osserva l'orlo del vestito. Non trovo nulla di insolito rispetto alle stoffe impregnate di colorante» le rispose decisa, con tale fermezza, che le perplessità della ragazza iniziarono a scricchiolare.

Inclinandosi con il busto e tirando le pieghe della gonna rosata, Noemi analizzò con stupore le macchie verdi turchesi sparse qua e là sul tessuto. Non si spiegava perché mai le avesse. Non si era accovacciata così tanto da sfiorare la superficie del fiume, e neppure erano stati gli schizzi d'acqua a imprimerli sulla stoffa di cotone. Il movimento del torrente era calmo e placido. Scorreva lento senza un minimo accenno di impetuosità. Seppur restia, lasciò da parte la questione per riflettere su ciò che di più l'aveva colpita. Volse delle occhiate frenetiche ai massi e al tessuto che stringeva fra le dita rimanendo infine dubbiosa.

«Sono diverse seppure hanno lo stesso colore» ribadì il suo punto di vista restando fedele alle sue convinzioni.

«In cosa sono differenti?» le chiese Viola sospirando ben conscia che sua nipote non ragionasse più come una bambina. Stava crescendo, e con essa anche la maturità della sua mente.

«Sono identiche per tonalità, ma solo le macchie dei sassi stanno brillando. Invece il mio vestito non risplende. Non riesco proprio a capire come sia possibile visto che sono stati tinti dalla stessa sostanza» motivò la sua opinione fissandola con maggiore intensità.

La ragazza non aveva alcuna prova, ma percepiva che sua zia le stesse nascondendo qualcosa. Impiegava troppo tempo a risponderle, ed era più silenziosa del solito.

«Quindi è questo particolare che ti ha fatto insorgere delle perplessità» le rispose scandendo con lentezza le parole con il proposito di guadagnare dei secondi preziosi.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaWhere stories live. Discover now