Capitolo 24: l'isola fiorita -2°parte

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Per quanto si sforzò a comprendere che cosa stesse mormorando la giovane, il cocchiere non riuscì a percepire con nitidezza nessuna sillaba che lei affidava alle folate del vento

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Per quanto si sforzò a comprendere che cosa stesse mormorando la giovane, il cocchiere non riuscì a percepire con nitidezza nessuna sillaba che lei affidava alle folate del vento. La vedeva cambiata all'improvviso. Un chilometro prima era euforica, ma ora scorgeva una ragazza diversa affacciata alla stessa finestra. Le lacrime le rigavano il viso e i singhiozzi non facevano altro che accompagnare il ritmo degli zoccoli premuti sulla strada di campagna. Si voltò un'altra volta verso di lei tentando di captare che cosa la stesse turbando ma fu inutile. Sospirando, iniziò a formulare diverse ipotesi. Forse era la nostalgia per il suo paese, oppure gli imprevisti incontrati durante il viaggio ad averla rattristata. In ogni caso doveva intervenire. Si guardò intorno in cerca di uno scorcio del panorama che potesse farla distrarre dai pensieri, e quando intuì cosa ci fosse al di là del frutteto si rallegrò.

«Noemi» la chiamò voltandosi verso di lei.

«Noemi» alzò il timbro di voce per tentare di attirare la sua attenzione. Tuttavia lei era così tanto assorta a fissare le pozzanghere sparse sul terreno che non si accorse di nulla.

«Signorina Noemi» ritentò con tono deciso sul punto di battere una mano sul tettuccio della carrozza.

La voce squillante che si vibrò nell'aria la fece voltare di scatto e non appena incrociò le iridi dell'uomo scorse un sorriso radioso espandersi sulle labbra di Alvise. «Tenetevi pronta perché fra poco vedrete qualcosa di spettacolare» le anticipò incitando i cavalli ad andare spediti verso una stradina laterale.

La fanciulla alzò il capo verso l'alto ma non vide nulla di insolito fra le fronde degli alberi. Le colline avevano lo stesso aspetto da diversi chilometri: ricoperte da piante rigogliose e cariche di frutta. Sul punto di ritrarsi dall'apertura della porta spalancò gli occhi. In una manciata di minuti l'orizzonte stava cambiando. Le alture si abbassarono d'altezza permettendo alle radure di modellare il paesaggio circostante. Anche il sentiero, trotto dopo trotto, stava mutando. I dossi fangosi ricoperti da ciuffi d'erba scomparvero sotto lastre di marmo sempre più ampie. Ne beneficiarono i cavalli che approfittando dell'assenza di buche e radici accelerarono il passo. Fu a quel punto che la ragazza inclinò il busto per scorgere che cosa ci fosse di fronte a lei. Ebbe solo il tempo di osservare le tuniche variopinte dei viandanti prima di comprendere che la loro destinazione coincideva con la sua: insieme avrebbero attraversato l'ampio ponte che collegava le sponde di un torrente. Il più lungo che avesse mai visto nella sua vita e che proseguiva sul versante opposto della valle impedendo a chiunque di intravedere dove conduceva, in quanto un dosso roccioso ne oscurava la visuale. Per questo motivo la nipote di Viola si alzò di scatto dal sedile impaziente di scoprire la prossima tappa del viaggio.

Volti pensierosi, sorrisi ricambiati e accenni di saluti si riflessero negli occhi di Noemi mentre la carrozza schivò alcuni carretti e piccoli gruppi di persone intente a dialogare fra loro in mezzo alla strada. Una moltitudine di chiacchiere a cui lei non prestò attenzione. Rimase con le labbra socchiuse ammirando la costruzione maestosa i cui archi cinerei erano incastonati sul letto del fiume a distanza ravvicinata. Una sferzata improvvisa verso destra, e poi i cavalli posarono gli zoccoli sulla pavimentazione del ponte galoppando con grazia come se stessero scortando una nobile di alto lignaggio. Incurante delle grida degli ambulanti, la fanciulla si liberò dai pensieri ascoltando il rumore dell'acqua scrosciante che scorreva sulla superficie dei massi, e che si infrangeva sui blocchi di pietra dei pilastri dando origine a piccole onde cristalline. Ma poi il paesaggio mutò ancora non appena il mezzo di trasporto superò un tornante, e la sottile lingua di terra che l'aveva accompagnata per chilometri si assottigliò fino a svanire permettendo al cielo di fondersi con il colore azzurrino del liquido che fluiva sotto di lei. Solo allora poté scrutare l'orizzonte libero da ogni ostacolo e a quel punto comprese di essersi sbagliata. Non era più un torrente ciò che scorgeva, ma una distesa d'acqua imponente ed estesa. Privo di forestieri affacciati sul parapetto ebbe un'idea chiara di cosa si trattasse: uno splendido lago nel quale un isolotto stava al centro di esso.

«L'isola fiorita del lago Tirica» la informò Alvise notando che in quel momento lei aveva spalancato la bocca dallo stupore. «Non la trovate anche voi incantevole?» le chiese in seguito sorridendole.

Non c'era nome più azzeccato per definirla lo pensò nell'immediato annuendogli. Desiderava pronunciare ad alta voce ciò che pensasse di quel fazzoletto di suolo, ma la verità è che non trovava le parole adatte per descriverlo. «Sì è bellissima» si limitò a dirgli con il cuore che le rimbalzava dalla gioia, e gli occhi fissi sulla scogliera presente ai lati dell'isola. 

Respirò a pieni polmoni direzionando lo sguardo sugli uccelli che volteggiavano spensierati nel cielo limpido immaginando di volare insieme a loro. Di sfiorare con le dita l'acqua cristallina dalle mille sfumature turchesi. Una porzione di terra emersa che seppure lontana la stava attirando verso di sé con il profumo intenso proveniente dalle chiome scarlatte degli alberi. Una distesa di rami fioriti che oscillavano armonici a ogni folata di vento e che brillavano di luce propria.

«È stupenda» bisbigliò euforica scorgendo la spiaggia candida e rilucente come la superficie di una perla nella quale bramava di affondare le mani. Di imprimere con i passi le tracce del suo passaggio in quello strato siliceo accarezzato dalle onde.

Ancor prima che riuscisse a chiedere al cocchiere se si poteva compiere una deviazione per visitarla, l'uomo le stroncò il proposito. «Si può soltanto ammirarla da lontano, ma è impossibile raggiungerla» le rivelò con tale schiettezza da azzerare a chiunque l'entusiasmo.

«Perché?» le venne l'impulso di dirlo ad alta voce protestando con gli occhi. Tenendosi salda allo sportello per evitare di perdere l'equilibrio dopo aver ricevuto il contraccolpo della delusione.

«Per quale motivo è irraggiungibile?» riformulò la domanda notando che l'uomo restava in silenzio fissandola di tanto in tanto.

Nei minuti seguenti, Alvise proseguì a tacere e a sospirare dando delle brevi occhiate alle spalle mentre udiva la supplica della fanciulla di modificare il tragitto ora che si scorgeva un bivio a pochi metri di distanza dall'uscita del ponte. Seppur dispiaciuto, scosse la testa e ignorò la richiesta passando a fianco alla biforcazione che li avrebbe portati sulle rive del lago. Vedersi negato qualcosa dopo averlo scoperto era peggio di non averlo mai appreso, e questo lo comprese anche il cocchiere nel scorgere sul volto imbronciato della giovane quanto ci fosse rimasta male.

Per questo motivo non esitò a darle una spiegazione in merito. Indicò con l'indice della mano sinistra un punto della riva del lago e iniziò a parlarle. «Riuscite a notare le barche che sono abbandonate sulle sponde?»

«Sì, le vedo» pronunciò Noemi inclinando il busto verso il basso sporgendosi quasi del tutto dalla finestra. Ciò che si riflesse nelle sue iridi furono cumuli di assi in legno, corde spezzate e relitti in parte inabissati.

«Le acque cristalline di Tirica traggono in inganno. Anche se non si percepisce nei dintorni alcun odore sulfureo, quel lago è in realtà la caldera di un vulcano dormiente. Nonostante è inattivo, da secoli preserva il suo lato letale. Bastano infatti pochi minuti per corrodere il legno di qualsiasi imbarcazione. Ciò che osservate laggiù sono i vani tentativi degli esploratori di approdare sull'isola» le riferì allentando la presa sulle briglie dei cavalli per poi proseguire.

«Tuttavia il calore costante che risale sulla superficie del lago permette agli alberi di fiorire. Anche se... » smise di raccontare mordendosi un labbro.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaWhere stories live. Discover now