Capitolo 32: finchè avrò respiro -2°parte

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«Non oso infrangere i vostri ordini» esordì Andrea respirando con affanno

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«Non oso infrangere i vostri ordini» esordì Andrea respirando con affanno.

Il giovane annuì rimanendo serio. «Ed è per questo che vi ho nominato vice capitano dell'intero battaglione. Portate sempre a termine gli incarichi che vi affido, e mai una volta vi siete lasciato corrompere. Ciononostante ho alcune perplessità in merito all'osservanza delle regole. Mi è parso di capire, dalle parole che ha pronunciato il vostro collega, che in caserma c'è troppa libertà all'interpretazione del regolamento» si alzò di scatto osservandolo furibondo.

«In particolare sul tempo concesso per sistemare i letti» pronunciò inferocito per poi leggere ad alta voce una porzione di testo. «Un'impresa svolgere il compito in soli cento secondi tant'è che nessuno riesce a rispettare la tempistica. In fondo chi sarebbe tanto folle da tentare un'impresa del genere? Non si arriva nemmeno in sette minuti. Figuriamoci in meno di due» alzò il tono di voce. «Rammentate cosa avete risposto a Caligola?»

Notando che Andrea si limitò a scuotere la testa, il nobile inarcò un lato della bocca verso l'alto. «No? Orbene vi rinfrescherò subito la memoria. Ben detto Caligola! C'è pure quella regola fastidiosa. Non siamo affatto babbei da tenerla in considerazione. Siamo schiacciati da una moltitudine di obblighi pestiferi che fanno venire l'urticaria a chiunque.»

L'elmo gli cadde dalle mani. Le ginocchia gli vacillarono fino a toccare il suolo, e le labbra gli tremarono con intensità. Aveva esagerato con le parole, ma non era affatto pentito di aver detto ad alta voce ciò che pensasse sulle leggi della scuola. Ciononostante non osò difendersi né dire nulla in sua discolpa.

«Accetterò qualunque provvedimento intendiate prendere nei miei confronti» gli riferì temendo il peggio.

Il conte non tollerò di vederlo in ginocchio. Si alzò fulmineo dalla panchina, e avvicinandosi a lui gli porse una mano per incitarlo ad alzarsi. «Lo sapete perché non siete stato licenziato, e non avete neppure perso il ruolo di vice capitano?» lo pronunciò sospirando.

Il diciassettenne era sul punto di riferirgli che lo considerava un uomo leale e degno della sua fiducia. Che nonostante le divergenze, era il miglior vice capitano che avesse mai conosciuto nella vita. Tuttavia gli insegnamenti di suo padre lo indussero ad accantonare il proposito. Lo spinsero a indurire il cuore.

«Siete stato graziato in quanto la fanciulla ha creduto che stavate scherzando per tirarla su di morale. Soltanto per questo motivo» rimarcò le ultime parole con severità. «Ma» aggiunse squadrandolo dalla testa ai piedi «se oserete di nuovo lamentarvi e burlarvi delle mie leggi vi assicuro che il rimprovero avrà un epilogo differente nonostante abbia molta stima di voi» gli diede alcune pacche sulla spalla inarcando un sopracciglio.

«Lo terrò a mente» gli promise tirando un sospiro di sollievo.

Annuendo soddisfatto, il giovane riprese a parlare assumendo un tono cordiale. «Vi ho convocato non solo per ammonirvi, bensì per una questione della massima riservatezza. È da alcuni anni che il preside vi ha affidato il compito di sorvegliare la foresta. Siete perciò al corrente degli incantesimi che sono presenti al suo interno. Di quanto siano efficaci e impossibili da infrangere. Tuttavia mi è sorto un dubbio nell'attimo in cui Noemi ha oltrepassato la prima aquila. Ovvero che potrebbe ricapitare se un ospite si addentrerebbe nel bosco a vostra insaputa. Come agireste al mio posto per risolvere il problema? Applichereste il sigillo anche agli ospiti, oppure aumentereste la vigilanza delle sculture?»

Vedendolo indugiare, Ademaro lo rassicurò appoggiandogli una mano sulla spalla. «Sentitevi libero di esporre la vostra opinione. Non vi ammonirò neppure se sarete diretto. Ho bisogno di un parere sincero, e siete l'unico in questo castello che può fornirmelo» gli riferì sottovoce per poi distanziarsi. 

Nonostante fosse ancora imbarazzato per aver subito un rimprovero da un ragazzino arrogante, per giunta minorenne, Andrea non esitò a dischiudere le labbra. Per nessuna ragione al mondo si sarebbe lasciato sfuggire l'opportunità di essere schietto con il nobile. Soprattutto se aveva l'occasione di scrollarsi di dosso un fardello pesante.

«La barriera invisibile è senza dubbio un incantesimo efficace per impedire a determinate persone di oltrepassare le aquile marmoree» gli rispose rilassando le spalle. «Però crea parecchi grattacapi» gli rivelò sbuffando.

«Perbacco! non avete idea di quante volte sono capitati spiacevoli incidenti! Ad esempio, l'anno scorso sono stato importunato da un gruppo di nobili che erano inciampati di fronte alla seconda scultura. Mi avevano riferito che alcuni di loro erano stati rimbalzati a diversi metri di distanza. Altri che avevano avuto l'impressione di essersi scontrati con un muro invisibile. Soltanto uno aveva riportato un livido al volto tale da richiedere l'intervento del cerusico. Se non avessi inventato che nel bosco dimora un fantasma dai denti aguzzi, mi sarei trovato una flotta di curiosi ogni giorno» si sfogò per poi schiarirsi la voce. «Ritengo perciò opportuno assegnare ad alcuni fanti il compito di sorvegliare le statue a distanza ravvicinata, in modo che nessun studente o ospite si avvicini più del dovuto alle barriere. Se staranno lontani da esse, nessuno sarà trasportato in infermeria. Ergo il presidente non si adirerà» gli rispose tutto d'un fiato.

Al pensiero di riceve un rimprovero da suo padre, il nobile approvò senza riserve. «E sia allora. Vi affido il compito di scegliere i soldati più adatti per svolgere tale mansione. A proposito. Avete impresso il sigillo a Noemi? Anche se d'ora in poi ci saranno le guardie a sorvegliare le statue, le barriere rimarranno comunque attive ma senza quel sigillo sono inutili. Non bisogna correre il rischio che per un momento di distrazione da parte dei soldati, la ragazza possa oltrepassare la barriera della seconda statua e le successive. Come avete potuto constatare è dotata di una discreta intelligenza nonché da un'eccessiva curiosità.»

«B-bè... ecco... i-io... io... m-mi sono d-dimenticato» balbettò impacciato.

Ademaro lo fissò con severità, e anche il suo timbro di voce assunse delle note di rimprovero. «È inammissibile! Com'è possibile che vi siete scordato di applicarle il sigillo!?»

Mentre il soldato cercò di giustificarsi, il conte gli fece cenno di tacere. «In via del tutto eccezionale, non vi dimezzerò lo stipendio per i prossimi due mesi. Mi auguro però che provvederete quanto prima a imprimerle il sigillo.»

«Mi dirigo subito dalla fanciulla» pronunciò con il proposito di svignarsela. Tuttavia non riuscì a compiere un singolo passo indietro. 

«Non occorre affrettarsi. Starà già dormendo. Ci penserete domani mattina a rimediare alla vostra mancanza. Prima di andarvene ho un compito urgente da affidarvi» pronunciò il mantello scarlatto facendo un sorriso sbieco.

«Un compito urgente?» sgranò gli occhi chiedendosi quale incarico si potesse svolgere a notte fonda.

«Siete la persona più indicata per comunicare la lieta notizia ad Armando» gli riferì avvicinandosi alla panchina.

Trascorsi una manciata di secondi, Ademaro si presentò di fronte al trentacinquenne tenendo in mano un grosso volume. «Ho dedicato parte dell'estate per scriverlo» gli riferì orgoglioso. «Sono le ulteriori leggi che ogni soldato della caserma è tenuto a rispettare. Entreranno in vigore il prossimo anno. Tuttavia stasera mi sembrava doveroso premiare il capitano per aver indetto una festa clandestina» arricciò di colpo le labbra. «È il primo che deve dare il buon esempio. Ergo sarà anche il primo che dovrà impararlo a memoria con largo anticipo. Può leggerlo mentre sorseggia il vino, o se preferisce può sfogliare le pagine tra una canto e l'altro. L'importante è che entro domani mattina lo sappia a memoria. Ciascuna frase» rimarcò deciso. «Altrimenti gli sarà proibito recarsi nelle taverne di Solarbiom per sei mesi.»

Mentre Andrea afferrò il tomo di regole trattene il respiro. La sua fronte si imperlò di sudore, e le sue mani tremarono con intensità. Avrebbe preferito di gran lunga pulire le latrine del castello piuttosto che svolgere quell'ordine. Non era affatto un incarico facile. Bensì fatale.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ