Capitolo 4: sfumature di un tramonto - 2°parte

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Se da una parte Noemi fece di tutto per celare quanto fosse nascosto, dall'altra Rubino si impegnò per attirare su di sé l'attenzione miagolando senza sosta

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Se da una parte Noemi fece di tutto per celare quanto fosse nascosto, dall'altra Rubino si impegnò per attirare su di sé l'attenzione miagolando senza sosta. Non appena Viola inclinò il capo verso il basso, Rubino iniziò a scavare a fianco alla pala. Solo il movimento rapido di Noemi evitò il peggio. Prendendolo in braccio e immobilizzandogli le zampe con le mani, lo osservò con astio. Sguardo che fu contraccambiato dal felino in soffi e colpi di coda frenetici sul suo viso.

«Sono sollevata che ti sei ripresa. Come mai il micio di Neide si comporta in modo insolito?» le chiese spinta dalla curiosità.

«Nulla zia. Rubino si è arrabbiato perché gli ho sabotato il suo piano» le rispose proseguendo a fissare le pupille luccicanti di furbizia del micio.

«Capisco» pronunciò sorridendo per poi osservare con commozione l'ampliamento dell'orto.

Intravedendo che sua zia era propensa ad abbracciarla, mise per terra Rubino e si lasciò cullare dall'affetto di sua zia. «Grazie per questa sorpresa. Domani metterò delle piantine di zucchine. Mi raccomando, se hai ancora intenzione di vangare l'orto è meglio che utilizzi la forca piuttosto che la pala» le suggerì smettendo di abbracciarla.

«Oggi hai lavorato più del dovuto. Entra dentro che dobbiamo cenare» concluse volgendole le spalle.

Un miagolio le fece voltare entrambe e prima che potessero raggiungerlo, Rubino aveva già graffiato un ciuffo di lattuga. Sventolando la coda fuggì con balzi atletici dal giardino, orgoglioso per aver arrecato nuovi danni.

Micio furfante pensò fra sé per poi voltarsi verso Viola. «Arrivo fra qualche minuto. Devo riporre la pala nel capanno.»

Non appena sua zia entrò in casa, Noemi sollevò la pala e osservò l'ortaggio iniziando a parlare sottovoce. «Mi dispiace che hai fatto questa fine, ma il tuo sacrificio non lo scorderò. Diventerai dell'ottimo concime.»

«Noemi, è tutto pronto» la chiamò Viola affacciata alla finestra della cucina.

«Arrivo» le rispose iniziando a coprire con la terra l'ortaggio. Dopo aver chiuso la porta del capanno, entrò in casa e si diresse in cucina.

C'era un insolito silenzio mentre cenavano insieme, e Noemi osservò con preoccupazione il viso di sua zia. Per tutto il tempo si limitò a indicarle con la mano di sedersi o di passarle la terrina di zucchine grigliate, senza pronunciare nessuna parola. Intuendo che qualcosa la stesse turbando smise di mangiare, e avvicinandosi con la sedia la fissò negli occhi.

«Zia, ti vedo pensierosa. C'è qualcosa che non va?»

La donna le fece un sorriso forzato prima di risponderle. «È tutto a posto. Sono solo stanca.»

Ma era solo una bugia perché ad angosciarla era un problema più grande della stanchezza. Una questione passata, che si faceva sempre più vivida nel presente.

Era trascorsa mezz'ora da quando si era conclusa la cena, e Viola era intenta a riporre con cura i piatti in un mobile della cucina. Le stoviglie tintinnarono con la stessa intensità con cui i pensieri e i timori si scontravano nella sua mente. Assicurandosi che sua nipote dormisse, si diresse in soggiorno e aprì un cassetto del tavolo iniziando a pensare fra sé. Non avrei mai immaginato che sarebbe successo così presto. Ma per il momento è meglio che la tenga all'oscuro di tutto. Domani mattina mi limiterò a informarla sui suoi genitori.

La Fenice del vento - Fiore di Peoniaحيث تعيش القصص. اكتشف الآن