Capitolo 21: furia delle dune -2°parte

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Il tono del fornaio si fece più serio indicando con la mano la finestra rotta

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Il tono del fornaio si fece più serio indicando con la mano la finestra rotta. Per un certo senso, gli sembrò di assumere il ruolo di un fratello maggiore mentre ammonisce la sorella più piccola. «Non senti anche tu il chiasso che si sta spargendo a macchia d'olio nelle vie, e le campane che proseguono a suonare? Sono convinti che sia stato un terremoto. Tuttavia se fossi riuscita a richiamare la spada, non solo le autorità ti avrebbero dato la caccia. Ma anche Noemi sarebbe stata un bersaglio. Alessandro non ha smesso di cercare quelle armi. Non gli importa se sono supposizioni, dicerie o voci ma chiunque sia sospettato di possederne una viene rinchiuso in una cella della capitale. La stessa sorte a cui sarebbe andata incontro la ragazza. E di certo il tiranno non l'avrebbe liberata fino a quando lei non gli avrebbe consegnato una spada degli elementi. Ma sappiamo bene entrambi che lei non è una custode perciò l'avresti condannata a un'esistenza infelice.»

Più ascoltò le parole del suo amico, e più sprofondò nel rimorso per essere stata così impulsiva da ignorare tutte le conseguenze che ci sarebbero state. Si era lasciata accecare dalla vendetta e grazie a lui ora poteva valutare con giudizio la gravità delle sue azioni. Vergognandosi, secondo dopo secondo, per aver usato la forza contro la persona che l'aveva confortata e aiutata in tutti quegli anni. Dispiacendosi per ogni incantesimo lanciato all'interno di quelle mura, ma soprattutto per aver messo a repentaglio la vita di sua nipote. Non osò più guardarlo negli occhi chiudendosi in un muto silenzio. Del tutto incapace a pronunciare una singola sillaba, e limitandosi a fissare i frammenti di vasi e i volumi aperti a metà sul tappeto. Sbeccati, ammaccati e infranti come la sua autostima.

Notando che le lacrime scendevano con maggiore intensità dagli occhi di Viola, il fornaio le porse fulmineo un fazzoletto ma lei scosse la testa tastandosi più volte il vestito. Un lieve cenno di sorriso per ringraziarlo del proposito, e poi la donna iniziò a frugare all'interno delle maniche del vestito non trovando nulla. Dispiegò in seguito le pieghe della gonna rovistando invano fra le tasche dell'indumento. Ma solo quando puntò gli occhi sul grembiule si ricordò di aver inserito al suo interno ciò che cercava. Una candida stoffa ricamata uscì infine dalla tasca centrale, ma nell'estrarla la lettera di Claudia cadde sul pavimento tintinnando. In quel frangente di tempo avvenne l'impensabile.

Entrambi rimasero rigidi come statue. Per quanto si sforzassero a muovere le dita delle mani non ci riuscirono fintanto che il suono metallico echeggiò all'interno del salotto. Si era impadronito dei loro muscoli ma non dei pensieri. Quelli vorticarono agitati più che mai. Nella mente di Agostino divampò come un incendio la certezza che la busta non fosse identica a quella che aveva ricevuto mezz'ora prima notando che fosse più raffinata. Di conseguenza non ci mise troppi secondi per intuire che anche il contenuto fosse diverso. Mentre si rammaricò per aver rivelato alla sua amica di Gualtiero, le riflessioni di Viola non fecero altro che intensificarsi. Quale oggetto era in grado di immobilizzare in un lampo una guerriera del suo livello? Ipotizzò mille teorie cercando di dare un nome al mistero, ma alla fine tutte si dissolsero all'evidenza: nessun manufatto che finora aveva mai visto nella sua vita.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaWhere stories live. Discover now