Capitolo 38: leggendaria Nomade -3°parte

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I due giovani salirono le scale, e man mano che incontrarono i fanti quest'ultimi vennero tramortiti con la magia

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I due giovani salirono le scale, e man mano che incontrarono i fanti quest'ultimi vennero tramortiti con la magia. Dopo aver messo fuori gioco una sentinella posta a sorvegliare il corridoio del terzo piano, la fanciulla si slacciò la maschera in pizzo che le copriva il viso.

«Questo era l'ultimo soldato» gli riferì scaraventando contro il muro la guardia priva di sensi.

«Stai facendo progressi con la magia però non dovresti perdere tempo in questo modo. Dove si trova il suo appartamento?»

«Mi stavo solo divertendo un po'» gli riferì giocherellando con un pugnale. «La stanza è in fondo al corridoio, la numero trecentotrentasei» gli rispose facendo rimbombare la sua voce in tutto il corridoio.

«Non parlare ad alta voce. Potesti svegliare tutti» le suggerì guardandosi intorno.

«Di che ti preoccupi! Stanno dormendo. Ho pagato un'inserviente per far mettere in tutte le stanze delle candele speciali. Sono così tanto soporifere che nemmeno un terremoto potrebbe svegliare questi mocciosi.»

Pronunciando una breve frase magica, Gabriele aprì la porta ed entrò nella camera. Dopo qualche istante, la bellezza fatale si mise a fianco a lui.

«Quindi è questa la ragazza di cui ha tanto parlato il re.»

«Sì» gli rispose annuendo. Con una mossa fulminea gli schioccò un bacio sulla guancia. «Abbiamo poco tempo a disposizione prima che si sveglino le guardie. Purtroppo sono abituati a ingerire grosse quantità di birra, e saranno in breve tempo sobri. Fai in fretta.»

Non se lo fece ripetere due volte. Il ragazzo si avvicinò a Rachele e scostando le coperte le afferrò un polso. Sollevò con delicatezza la manica di seta lasciandole il braccio scoperto. Dopo aver appoggiato una mano sulla pelle candida e soffice della nobile, il ragazzo pronunciò una breve frase magica e sul braccio della contessa comparve un simbolo.

Quando uscì dopo dieci minuti, dall'appartamento numero trecentotrentasei, il volto di Gabriele era pallido. Anche i suoi occhi avevano assunto una colorazione più chiara come se la neve gli avesse spruzzato di bianco tutta la superficie delle iridi. Si asciugò con un fazzoletto la fronte imperlata di sudore mentre osservò la bellezza fatale chiudere la porta con uno scatto deciso.

«Non avrei mai immaginato che succedesse così in fretta. Il re sarà molto contento di saperlo» tossì a più riprese strofinandosi gli occhi. Nell'attimo in cui li riaprì erano ritornati color nocciola. Con una rapida mossa la strinse fra le braccia.

Rimanendo impassibile all'abbraccio, gli rispose entusiasta. «Alessandro sarà molto felice per la lieta notizia. Sbrighiamoci a uscire da qui» gli riferì impedendogli di darle un bacio sulle labbra. «Non affrettiamo le cose. Ci conosciamo appena» gli sussurrò all'orecchio per poi liberarsi dalla stretta.

Tramortirono diversi fanti prima di uscire dal castello. Non appena raggiunsero il bosco, i due giovani salirono a cavallo e si allontanarono con rapidità. Correndo sempre più veloci, i quadrupedi sollevarono una fitta nuvola di polvere che si scagliò contro gli occhi della fanciulla.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaWhere stories live. Discover now