Capitolo 6: Anno della Lira- 2°parte

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Proseguì a intensificare i pensieri, fino a quando un lieve rumore di foglie calpestate la costrinse a spalancare gli occhi

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Proseguì a intensificare i pensieri, fino a quando un lieve rumore di foglie calpestate la costrinse a spalancare gli occhi. Ruotando il capo in più direzioni si rasserenò comprendendo che non ci fosse nessuno. Ma quando si voltò verso un'aiuola si alzò in piedi.

«Di nuovo tu!» esclamò la fanciulla puntando il dito contro Rubino.

Il micio la salutò con un soffio mentre si avvicinava rapido a lei muovendo frenetico le vibrisse. Sul punto di afferrare un secchio d'acqua, Noemi si fermò di scatto. Rimase incredula nel notare che il gatto non solo non avesse intenzione di graffiare le lattughe. Ma era anche attento a non sfiorarle nemmeno con la coda. Una stranezza che accrebbe nel momento in cui il felino cacciò alcune cavallette che stavano rosicchiando le foglie di bietola. C'era qualcosa di insolito nel comportamento dell'animale. Da aggressore si era trasformato in difensore degli ortaggi. Scosse la testa nell'attimo in cui lo pensò. No, non è possibile. Rubino non può mutare in modo così repentino. Vuole solo distrarmi per poi agire da furfante rifletté fra sé osservandolo guardinga.

«Come mai oggi sei così docile? Neide ti ha per caso limato le unghie?» gli chiese sorridendo, conscia che il micio non avrebbe mai capito.

Nell'attimo in cui pronunciò la domanda, il felino iniziò a osservare nei dintorni. Saltellando verso destra si avvicinò a un albero, e con tutta la forza di cui disponeva iniziò a graffiare senza pietà la corteccia del gelso. Schegge e polvere si adagiarono sul manto erboso sotto lo sguardo stupito della ragazza.

Mettendosi le mani sui fianchi, Noemi scrutò l'espressione di Rubino. Le sembrava che fosse più intelligente del solito. Ed ebbe la sensazione che potesse leggerle nel pensiero. Decise quindi di metterlo alla prova. Alzò un braccio verso l'alto, e un respiro dopo l'animale sollevò rapido una zampina. Quando lei si spostò verso sinistra, anche lui compì i passi nella stessa direzione. All'ennesimo gesto imitato, Noemi lo fissò perplessa. I dubbi iniziarono ad affollare la sua mente, fino a quando decise di togliersi ogni perplessità.

«Prova a ruotare su te stesso» pronunciò poco convinta nell'attesa di comprendere se gli episodi accaduti qualche attimo prima erano soltanto frutto della coincidenza.

Il micio non esitò un solo istante per avanzare verso di lei. E mentre socchiudeva gli occhi, vorticò veloce. A quel punto la fanciulla rimase senza parole, e fissò stupita le rotazioni che compiva.

«R-riesci a c-capire il linguaggio degli umani, n-non è v-vero?» balbettò retrocedendo di qualche passo.

Scorgendo che il felino annuiva, Noemi si sedette sulla panchina mentre le sue gambe stavano vacillando per l'incredulità. «Quindi è così! Comprendi ogni singola parola che pronuncio!» lo puntò esterrefatta.

Procedendo con andatura gagliarda, Rubino saltò sopra la panchina e si mise a fianco a lei. Intravedendo che la fanciulla fosse in procinto di alzarsi, l'animale appoggiò una zampa sulla gonna e artigliando il vestito le impedì di allontanarsi.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaWhere stories live. Discover now