Capitolo 22: due passi in avanti -1°parte

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo. 4 settembre 495, anno della Lira.

Trattenendo il respiro, Viola spezzò il sigillo con un movimento rapido, e dopo aver dispiegato il foglio iniziò a borbottare ad alta voce alcune frasi della lettera mentre altre le recitò a mente. Agostino non poté far altro che immaginare tutte quelle parole che la donna stava tenendo per sé interpretando e scorgendo fra i singhiozzi, le pause e i sospiri quali fossero le sillabe omesse delle righe scritte sulla pergamena.

«Mia cara Viola... mi rincresce addolorarti. Tuttavia le circostanze mi impongono di metterti al corrente di ciò che avverrà. Ti affido un peso. Due segreti che mai a nessuno ho finora rivelato. Neanche a mio marito. Agata mi ha fatto scorgere nella sfera alcuni eventi che accadranno. Alcuni lieti ma altri nefasti. Molti di essi riguardano mia figlia e uno in particolare mi ha spinto a scriverti questa lettera. A volte mi chiedo se il destino si diverta a farci soffrire, ma tu sai più di ogni altro quanto dolore c'è nell'amare una persona e perderlo di fronte ai propri occhi. Per questo non posso restare ferma a guardare perché il mio cuore di mamma non può esitare ad agire. Mi sento quindi obbligata a rivelartelo affinché proteggerai Noemi e farai di tutto per evitare che lei sia presente quel giorno» pronunciò commossa scorgendo delle grinze sulla carta. Non ci mise molto a capire che erano state proprio delle lacrime a modificare l'aspetto liscio del foglio rendendolo in alcuni tratti bolloso. Più proseguì con la lettura e più le increspature sulla pergamena divennero frequenti.

«So che sei arrabbiata perché non sei riuscita a trasferirti a Solarbiom. E se devi dare la colpa a qualcuno riversala su di me perché sono stata io a vietare a mio marito di consegnarti una cifra più alta. Ho visto nei riflessi del cristallo con quanto amore hai cresciuto la mia bambina confermandomi che ho fatto la scelta giusta nel chiedere al mio amato di affidarla a te. Ma se ho agito per ostacolarti è stato solo per un bene più grande. Agata era affaticata per la gravidanza perciò l'avevo convinta a non usare troppo a lungo i suoi poteri affinché non mettesse a rischio la creatura che portava nel suo grembo. Per quanto le immagini fossero frammentate, non ho fatto fatica a comprendere che...» la donna serrò di colpo le labbra stringendo con forza un lembo del grembiule per poi respirare con affanno. Abbassando lo sguardo e puntando di nuovo gli occhi sulle successive righe della lettera proseguì a parlare spezzando in più punti le frasi. «fiamme... case che crollavano una dietro l'altra...Tuttavia non potrò intervenire e non passa una singola notte a chiedermi perché il tempo è stato così tanto avido con me...» pronunciò esterrefatta scuotendo la testa mentre il volto di Agostino divenne sempre più turbato.

«... Per questo motivo, se non sarò più in vita per allora, consegna a mia figlia il pezzo di chiave che ti ho allegato insieme a questa lettera. Le sarà utile quando un giorno si recherà nella...» spalancò gli occhi e subito dopo li direzionò su ciascuna sillaba che componeva il nome di un luogo leggendolo prima con il pensiero e in seguito ad alta voce.

«... nella città fantasma per raggiungere la cima dell'impero dei Draghi alati. Fino ad allora custodiscila in un luogo sicuro, e solo quando arriverà il momento propizio affidala a Noemi. Sarebbe deleterio nasconderti che nella scuola del Sole la mia bambina avrà più nemici che amici» Viola si alzò di scatto dalla sedia aumentando il timbro di voce affinché il fornaio ascoltasse con attenzione le parole successive.

«Che combatterà i draghi neri mettendo a repentaglio la sua stessa vita. Se ti ho riferito ciò che avverrà nel futuro è solo per evitare che...» in quell'attimo la donna si zittì e in seguito emise un breve urlo per poi posare una mano sulla bocca.

La distanziò dalle labbra solo dopo una manciata di secondi reputando che fosse indispensabile ultimare in tempi rapidi la lettera. Aveva commesso l'errore di perdere il controllo delle emozioni fornendo ad Agostino la prova di quanto fosse nefasto il contenuto. Era più che certa che da un momento all'altro lui si sarebbe alzato dal divano con l'intento di strapparle dalle mani il foglio pur di scrutarlo per intero. E questo doveva evitarlo a ogni costo perciò doveva trovare un modo per distruggere il documento. Ma come poteva riuscirci senza l'uso della magia? Si guardò intorno cercando qualunque cosa che le potesse essere d'aiuto. Tuttavia non trovò nulla di utile alla prima occhiata: soltanto schegge di vetro, mobili sventrati, e manciate di pagine sparpagliate sul pavimento. Nessuna traccia di fuoco né tanto meno di fumo. Fingendo di tossire cercò di guadagnare dei minuti preziosi per scrutare ogni centimetro della stanza con più attenzione. Ciò che vide negli istanti seguenti lo riassunse in un'unica parola: devastazione. In quel caotico disordine di calici infranti e manufatti rovinati poté riscontrare quanto le sfere di luce erano state spietate rendendo inutilizzabili gran parte degli oggetti. Eppure la soluzione arrivò lo stesso nell'attimo in cui puntò gli occhi sulla finestra.

I colpi di tosse forzati. Il capo che ruotava frenetico in ogni direzione in cerca di qualcosa. Erano tutti atteggiamenti insoliti che indussero Agostino a fissarla dubbioso chiedendosi che cosa stesse architettando. Era rimasta così tanta turbata dal contenuto del messaggio da essere sconvolta? Improbabile dedusse dai passi decisi e per nulla traballanti che compiva la donna. Un'altra ipotesi si materializzò nella sua mente. Stava forse individuando una via di fuga? No, è impossibile ripensò un secondo dopo. Le finestre erano troppo piccole per poterle scavalcare, ed era troppo lontana dalla porta. In attesa di scoprire che cosa stesse tramando proseguì a osservarla e si allarmò studiando l'ennesimo comportamento. Non si capacitava perché ora lei alzasse più volte il foglio per poi abbassarlo sbuffando. Era tutta una messinscena oppure non riusciva più a vedere? Sul punto di premere le mani sul tessuto beige del divano per raggiungerla, ci ripensò un attimo dopo notando che la sua amica era in procinto a dischiudere le labbra.

La donna si apprestò a esporre ad alta voce le ultime righe mantenendo la calma e avvicinandosi a piccoli passi alla finestra. Mentre l'uomo non la perse di vista un solo secondo, Viola compì un unico movimento non appena raggiunse la destinazione. Appoggiò un gomito sulla soglia della bifora non facendo caso alla candela appoggiata sulla superficie di marmo. Era spenta e di conseguenza non le poteva essere di alcun aiuto. Inclinò la pergamena in diverse angolazioni fino a quando un raggio di Sole lo illuminò per intero. A quel punto riprese a scandire le parole a una velocità sostenuta, ma dando di tanto in tanto delle occhiate vigili intorno a lei mentre una leggera brezza le soffiava dietro il collo. Notando che il fornaio era ancora seduto sul divano, tirò un sospiro di sollievo. La sua messinscena aveva funzionato. Si era avvicinata alla finestra senza destare troppi sospetti. La parte più difficile del piano era stata quindi compiuta. Ora non rimaneva altro che compiere l'atto finale.

«Se le mie parole non saranno sufficienti per convincerti, promettimi che prenderai in considerazione il messaggio che a breve riceverai da mio marito a cui hai giurato fedeltà. Confido che la buona sorte assista entrambe e che un giorno ci rivedremo di nuovo» pronunciò riverente piegando il foglio, e sul punto di inserirlo nella tasca del grembiule lo strappò a metà. 

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ