Capitolo 9: calendario stellare- 2°parte

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La pioggia cadde sempre più copiosa, e se per molti abitanti della capitale fu un evento da festeggiare non lo fu per i domestici dell'imponente castello

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La pioggia cadde sempre più copiosa, e se per molti abitanti della capitale fu un evento da festeggiare non lo fu per i domestici dell'imponente castello. Le gocce intermittenti si infransero sulla superficie liscia dei coppi schizzando in seguito delle particelle più piccole d'acqua verso il basso. Rivoli trasparenti iniziarono poi a scendere dai gradini dell'entrata dell'edificio così come sui vetri delle finestre.

Affacciandosi a una bifora, Alessandro scrutò con indifferenza il susseguirsi dei movimenti frenetici della servitù nel togliere con rapidità lenzuoli e coperte appesi sugli alberi del giardino. Tenendo in mano un dipinto, il re riprese a osservarlo con disprezzo. Dapprima concentrato a fissare i volti ritratti, puntò in seguito gli occhi sulle corone dorate che erano appoggiate sui loro capi. Le sue labbra si arricciarono, e strappando in due la tela la gettò nel caminetto acceso. Le fiamme l'avvolsero centimetro dopo centimetro, ma per il sovrano l'avanzare del fuoco era troppo lento. Per lui sembravano secondi insopportabili da tollerare nell'attesa di vedere scomparire quei volti sorridenti. Schioccando le dita le lingue incandescenti aumentarono di volume, e in una frazione di attimi inghiottirono la superficie della tela per poi polverizzarla un istante dopo.

Alle sue spalle una donna avanzò cauta senza far rumore trattenendo con entrambe le mani i lembi del vestito vaporoso che indossava. Solo quando iniziò ad abbracciare il re, mollò la presa sul vestito di seta. «Dopo tutti questi anni, Astrid ricompare ancora nel nostro presente nonostante gli sforzi che stiamo facendo per distruggere le prove della sua esistenza. Quanti libri, dipinti e oggetti che la riguardano devono ancora ricomparire nella nostra vita?» gli chiese infastidita.

Alessandro si voltò verso di lei e le diede un bacio pieno di passione scostando dal volto della donna i lunghi boccoli dorati. Adorava tutto di lei. Amava le sue labbra sottili, le orecchie a sventola, il naso all'insù e quegli occhi zaffiro. Accennando a un lieve sorriso, le accarezzò in seguito la fronte per poi raddrizzarle la tiara di smeraldi che era appoggiata sulla chioma folta.

«Mia cara Alessia non temere. Lei non fa più parte del nostro presente né tanto meno del nostro futuro.»

Smettendo di osservare le fiamme del caminetto che via via si affievolivano, diede un breve bacio sulla fronte della consorte. E quando fece un passo indietro, la fissò negli occhi con tale intensità da far arrossire la donna. Ben presto l'uomo si immerse in quelle sfumature che gli ricordavano le profondità del mare. Lo stesso oceano di sentimenti che a distanza di anni pulsava ancora nel petto di entrambi. Il tempo aveva iniziato a velare la bellezza della regina, eppure l'astuzia e l'intelligenza che possedeva erano inalterate. Gli aveva dimostrato più volte che lei non era solo la madre dei suoi figli. Era colei che l'aveva aiutato a perfezionare i piani per far svanire ogni briciola del passato.

«Qualcosa ti turba, mio caro?» pronunciò la regina corrugando la fronte notando che suo marito si impensierì all'improvviso.

«No, mia amata. Nulla che valga la pena di ricordare ancora» la rassicurò accennando a un breve sorriso.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaМесто, где живут истории. Откройте их для себя