Capitolo 37: la tisana di osmanto -2°parte

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Accartocciando la pergamena che teneva in mano, il conte serrò gli occhi a due piccole fessure

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Accartocciando la pergamena che teneva in mano, il conte serrò gli occhi a due piccole fessure. «Dunque i miei sospetti erano fondati. Bene. Riferite ai vostri colleghi di continuare a portare dolci e bevande a quegli ingordi. Nel momento in cui non ordineranno più nulla recapitate da parte mia dieci torte di Rabarbaro. Voglio vedere stampato sulle loro facce i segni di una grave indigestione.»

Brancaleone osservò stupito il volto del conte. Era da tempo che non lo vedeva così tanto arrabbiato. La serata stava diventando sempre più ricca di eventi spettacolari. Rimanevano soltanto i fuochi d'artificio per rendere l'atmosfera scoppiettante. Però a quelli ci avrebbe pensato lui.

Il barone accavallò le gambe, in seguito appoggiò una mano dietro la testa. «Non sarebbe meglio dieci torte di Paudania, la pianta tipica della città di Lisos? Mi hanno riferito che oltre ad avere proprietà lassative è anche molto saziante. Avranno un'indigestione indimenticabile, e con molta probabilità sarà la peggiore della loro vita» intervenne sghignazzando.

Inarcando le sopracciglia verso l'alto, Ademaro si voltò verso il cameriere. «Avete sentito ciò che ha appena pronunciato il mio amico?»

«Certo, sarà fatto!» esclamò il giovane recandosi fulmineo in cucina.

«Grazie per il consiglio. Una volta tanto ti vengono delle idee geniali. Meritavano un'adeguata punizione. Sono alquanto sgarbati e maleducati» commentò Ademaro sbuffando per poi estrarre dalla tasca una sottile barretta di grafite.

«Figurati è stato un piacere consigliarti. A proposito, che cosa hai intenzione di fare con loro? Riferirai a Nicandro ciò che è accaduto stasera, o... »

«Non ho intenzione di essere indulgente con loro» lo interruppe fermandosi di scarabocchiare un piccolo foglietto. «A fine serata avranno un'ulteriore regalo da parte mia» gli rispose facendo cenno a un altro cameriere di avvicinarsi.

Mentre il conte conversò con il domestico, Brancaleone sghignazzò per qualche attimo. Ci va pesante Ademaro. Doppio strato di Paudania pensò fra sé cercando di comprende le parole che si scambiarono sottovoce. Tuttavia erano sussurrate così piano che non riuscì a capire neppure una sillaba.

Un attimo prima che l'uomo si voltò di spalle, Ademaro lo afferrò per un braccio. «Aspettate. Ho un'ulteriore compito da affidarvi. Portate a quel tavolo laggiù» glielo indicò con un cenno del capo «due tisane di Osmanto».

«Mi scusi, ma non credo che sia opportuno» controbatté perplesso. «La pianta di Osmanto è molto rara. È riservata solo ad aristocratici di illustre lignaggio. Da ciò che noto» gli indicò Noemi «sono delle semplici nobili. Sarebbe un tale spreco portare a loro una tisana così preziosa.»

Arricciando le labbra, il conte lo fissò furibondo. «Osate contraddire un mio ordine?» Il tempo di compiere un respiro, e poi gli riferì qualche parola all'orecchio dandogli in mano un piccolo foglietto.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaWhere stories live. Discover now