Capitolo 31: pernice dorata -2°parte

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«Ah sì? Come questa mattina quando mi hai riferito che Ademaro ha un dito in più nel piede sinistro?»

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«Ah sì? Come questa mattina quando mi hai riferito che Ademaro ha un dito in più nel piede sinistro?»

«Questa volta è diverso. Non è una diceria» controbatté interrompendolo. «Qualche ora fa, Anastasia ha notato un messaggero entrare nell'appartamento di Brancaleone. Non si è lasciata sfuggire l'occasione di origliare davanti alla porta, e ciò che ha scoperto ha dell'incredibile» gli rivelò abbassando il tono di voce scandendo le parole con enfasi. «Il barone ha confidato al soldato che il conte sposerà Rachele. L'accordo è stato stipulato un anno fa, ma la data delle nozze non è ancora stata fissata.»

«Questa è bella! Il migliore amico di Ademaro è al corrente dell'accordo. Quanto sei ingenuo! Se fosse vero credi davvero che il barone l'avrebbe mai saputo? Ti ricordo che i contratti matrimoniali fra aristocratici sono così tanto segreti da essere divulgati solo ai membri appartenenti alla stessa famiglia. È vietato per legge riferirli agli amici» ridacchiò per poi premergli una mano sulla spalla.

«Conosco il mantello scarlatto da tempo memore. Se anche fosse vero, lui non si azzarderebbe mai a infrangere alcuna regola. Quindi smettila di credere a tutte le baggianate che ti riferiscono. In particolare alle parole pronunciate dalle cameriere impiccione» lo ammonì dandogli una pacca sulla testa.

Con una rapida falcata Marcello si apprestò ad aprire la porta della carrozza, ma il cocchiere lo anticipò compiendo un balzo fulmineo. Nel momento in cui l'anta lignea si spalancò e la scaletta toccò il suolo, una mano rugosa si protrasse verso l'esterno in attesa di essere afferrata. Ameo non ci pensò due volte ad agire. Porgendo un breve inchino alla donna l'aiutò a scendere dal mezzo di trasporto. La gonna smeraldo scivolò rapida sui gradini fino a raggiungere dopo pochi secondi lo strato ghiaioso del terreno.

Ornata di gioielli tale da equipararsi a una regina, la cinquantenne arricciò le labbra sdegnata. Non c'era traccia di cameriere né di giullari. Neppure l'ombra di tavole imbandite con vivande e libagioni. Tuttavia ciò che la fece innervosire fu la musica di sottofondo. Canti stonati, urla e nitriti di cavalli tali da battere perfino la rumorosità di una taverna. Infuriata più che mai, non ci pensò due volte a esordire il suo disappunto.

«Dunque accogliete così i nobili illustri? Dove sono i mazzi di fiori e le trombe che annunciano l'arrivo della casata della pernice dorata?» squadrò dalla testa ai piedi le guardie tastandosi in seguito alcune ciocche cineree sfuggite dall'elaborata acconciatura.

«Mi rincresce mylady ma abbiamo avuto degli ordini precisi dal preside. Nessun corteo può accogliere gli studenti aristocratici» le spiegò diplomatico Marcello omaggiandola con un breve inchino.

«È scandaloso! È inaudito che alla scuola del Sole i nobili vengano accolti con tale disonore!» sbuffò infuriata. Protestò agitando le braccia per poi bloccarsi di colpo percependo qualcuno chiamarla.

«Madre posso uscire?» risuonò una voce squillante proveniente dal mezzo di trasporto.

«Certo cara» le rispose l'aristocratica con voce smielata facendo cenno a entrambi i soldati di distanziarsi. «Nessuno di voi è degno di sfiorare la mano della fanciulla più incantevole del regno» precisò stroncando il proposito di Ameo di compiere qualche passo in avanti. In seguito fulminò con lo sguardo il cocchiere facendolo trasalire. «Questo vale anche per voi» l'avvertì puntandolo con un dito. 

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora