Capitolo 6: Anno della Lira - 1° parte

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo. 27 luglio 495, anno della Lira.

Per lunghi mesi avvolto dalla quiete, il cassetto venne scosso dalla tenacia con cui Viola lo tirò verso di sé. Era un debole sussulto che non bastò per indurlo a emergere dalla cavità del mobile. Rimase composto nella sua caparbia rigidità, temprata dall'umidità e dal susseguirsi delle stagioni. Serrando ancora di più le dita, la donna non si arrese e tirò con maggior vigore l'anello metallico che fungeva da maniglia. Appoggiando una mano sul bordo del mobile fece un ultimo sforzo. Seppure fosse bombato, il cassetto iniziò a scricchiolare e a vibrare. Fu vano il suo tentativo di resistere perché i righetti impolverati lo accompagnarono all'esterno del mobile, facendolo fuoriuscire. Ora sì che collabora pensò sollevata tirando fiato.

Ma era ancora avventato credere che il peggio fosse passato, poiché l'oggetto custodito al suo interno le fece sussultare il cuore. Un brivido di commozione che raggiunse in breve tempo la sua anima. Come se fosse sotto l'effetto di un incantesimo, il rotolo di seta blu scuro appariva nel pieno dello splendore. Non aveva perso la tonalità color lapislazzuli, e nemmeno si era logorato il cordoncino intrecciato da sfumature dorate e nere. Era rimasto intatto come il giorno in cui l'aveva riposto all'interno del cassetto. La sera stessa che le era stata affidata Noemi.

Si destò dai pensieri accorgendosi che la ragazza fissò con accesa curiosità l'oggetto. Estraendolo dal cassetto, la donna lo appoggiò sulla superficie del tavolo e tirò un'estremità del fiocco con l'obbiettivo di slegare il cordoncino. Affondando le dita nel tessuto sottile quanto le ali di una farfalla, srotolò la stoffa trattenendo il respiro a ogni piega distesa, per ciascuna rotazione compiuta.

Dopo lustri trascorsi in compagnia dell'oscurità, la collana d'argento brillò per il tocco della luce che penetrava dalla finestra. Anche le iridi di Noemi risplendettero, soffermandosi a osservare meravigliata ogni particolare del gioiello. La catena robusta e flessibile sorreggeva il peso di un ciondolo anch'esso d'argento. La forma del pendente assomigliava a una goccia allungata, impreziosita da piccoli brillantini che abbellivano tutto il contorno. Nonostante fosse cavo, all'interno del ciondolo era incastonata una gerbera d'argento. Al centro del fiore una piccola perla nera, mentre i petali erano incisi con notevole maestria.

«Apparteneva a tua mamma. Portala sempre con te» le spiegò porgendole la collana.

La ragazza l'afferrò senza indugiare. Con altrettanta velocità depose il ciondolo nel palmo della mano mentre la catena d'argento oscillò nel vuoto. Stringere fra le dita un oggetto appartenuto a sua mamma, la scosse nel profondo. E mentre fissava il pendente, intravide fra i luccichii del metallo dei piccoli guizzi di luce. Convinta che si trattasse solo di un gioco di luce, non intuì che quelle pagliuzze dorate fossero in realtà scintille d'affetto che i suoi genitori avevano impresso all'interno del gioiello. Incise nell'argento al solo scopo di farle presente che loro avrebbero vegliato sempre su di lei. L'ennesimo atto d'amore, per darle la conferma che la stavano amando ogni istante, seppure fossero distanti.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora