Capitolo 12

8.3K 286 0
                                    

I giorni seguenti passarono tutti uguali.
Matt continuava a venirmi a prendere fuori dalla palestra ogni giorno e mi divertivo molto parlare con lui. Non avevo ancora preso una decisione su cosa fare con lui dopo il nostro appuntamento e non ci pensavo più. Avevo deciso che avrei preso una decisione con il passare degli avvenimenti.
Marcus continuava a essere preoccupato per la sua vista ma io gli stavo accanto e sembrava essersi ripreso dallo shock iniziale.
Stavamo cercando ancora i soldi per l'intervento ed io, senza che lui lo sapesse, stavo cercando il migliore medico che si potesse trovare. Volevo il meglio per Marcus così da avere più probabilità di guarire anche se il denaro necessario sarebbe aumentato.
Simon non aveva ancora risposto alla mia mail e stavo iniziando a pensare che non volesse venire.
Per fortuna, Alice sembrava stare meglio quindi per ora potevo continuare a stare tranquilla, anche se non era facile visti tutti i miei problemi.

Quel sabato, però, volevo godermi la serata e non pensare a niente.
Ero seduta nell'ufficio di Marcus da almeno dieci minuti. Mi stava dicendo che la settimana successiva sarebbe dovuto andare a Chicago per un controllo alla vista e che avrebbe chiuso la palestra per tutta la settimana.
La mia mente era stanca, come del resto tutto il corpo, e non riuscivo a seguire il suo discorso. Vedevo la sua bocca muoversi ma non sentivo nessun suono.
Sulla scrivania aveva una cornice, iniziai a giocherellare con quella. La foto all'interno ritraeva noi due abbracciati uno di fianco all'altro. Se non ricordavo male era il giorno del compleanno di Marcus, infatti, sullo sfondo si vedeva la torta che gli avevo fatto io.
Mi vennero subito in mente un mucchio di ricordi bellissimi e di momenti fantastici passati insieme.

* flashback *
Respiravo affannosamente. Marcus era seduto accanto a me, vicino al sacco da boxe e mi continuava a ripetere che stavo migliorando e altre cose del genere.
Era quasi un mese che frequentavo la palestra.
Non capivo ancora il perché Marcus facesse tutto questo per me ma avevo rinunciato a chiederglielo visto che ogni volta mi rispondeva allo stesso modo:
« Perché tu hai bisogno di me come io ho bisogno di te!»
Non ne capivo davvero il significato visto che ci conoscevamo da poco.
Per rompere il silenzio decisi di fargli una domanda che mi tormentava da giorni.
« Perché hai deciso di aprire una palestra di boxe?»
Molte persone avrebbero riposto che era il loro sogno ma, non so come, sapevo che lui l'aveva fatto per necessità.
Non sapevo se si sarebbe aperto con me però tentare non nuoce no?
« Mi sembrava un'idea originale, da queste parti non ce ne sono e avrei avuto molti clienti.» disse.
Lo guardai con un'espressione che diceva che non gli credevo così lui continuò.
« Forse non è tutta la verità però in parte l'ho fatto per questo.» abbassò lo sguardo.
« Allora qual è la verità?» chiesi molto incuriosita.
« Nulla di veramente importante. Avevo solo bisogno di qualcosa per staccare dalla vita reale. Molte persone iniziano a bere, io ho deciso di aprire una palestra! Tutto qui.»
Sapevo che c'era dell'altro e lo incitai a continuare.
« Qual era la tua vita reale?»
« Sei proprio curiosa vedo!»
Sorrisi.
« Ti racconto tutto a patto che tu mi racconti perché eri in quel vicolo da sola un mese fa. Ok?»
Ero timorosa ma annuii lo stesso.
« Ok, allora, iniziò tutto il 14 marzo di due anni fa. Stavo insieme ad una ragazza da dieci anni. Quel giorno avremmo dovuto festeggiare il nostro anniversario e avevo intenzione di chiederle di sposarmi. Eravamo felici insieme, o almeno io ero veramente innamorato. Sembra una scena da film ma è successo veramente. Quella sera avevo prenotato ad un ristorante prestigioso e dopo aver cenato saremmo andati a fare un giro nel parco dove poi gli avrei chiesto di sposarmi. Avevo programmato tutto nei minimi dettagli ma non potevo calcolare gli imprevisti. Eravamo a tavola quando un uomo si avvicinò a noi e salutò Maya dandole un bacio. Non un bacio tra amici, la baciò sulle labbra. Io rimasi interdetto non feci nulla. Poi questo tipo mi porse la mano e si presentò come il suo ragazzo. Non dissi nulla, mi alzai e me ne andai. Lei non tornò mai per spiegare quello che era successo. Mentre stavamo insieme aveva avuto altri ragazzi. Mi ha tradito e io non me ne sono accorto per ben dieci anni! - fece una pausa e allentò i pugni che aveva stretto - Da quel momento in poi non ho avuto più ragazze e sono sempre stato sulle difensive con le donne.»
Non sapevo che dire.
« Mi dispiace molto Marcus» dissi con un filo di voce.
« Non sai quanto a me! Comunque ho aperto la palestra per distrarmi e sfogarmi. - mi guardò- ora sai tutto di me! Tocca a te a raccontare!»
Mi fissava aspettando una mia risposta, presi un profondo respiro e dissi.
« Quella sera quando mi hai trovata nel vicolo avevo appena seguito David in un bar. Ogni sera lui tornava da lavoro e andava a ubriacarsi in un bar per dimenticare quello che era accaduto qualche mese prima. Lo seguivo ogni sera, avevo paura che si facesse del male e mi sentivo quasi in dovere di prendermi cura di lui. Quella sera però è stato diverso. David doveva dei soldi a gente poco raccomandabile, si era messo nei guai, e quelle persone non volevano lasciarlo andare. Gli presero la testa e gliela sbatterono sul bancone fino a rompergli completamente il setto nasale e dopo lo malmenarono finché non perse i sensi. Un passante chiamò la polizia e l'ambulanza ma i malviventi se n'erano già andati. Io non riuscivo più a stare lì così corsi lontano e mi rifugiai nel vicolo in cui mi hai trovata. Avevo paura, David poteva essere morto! Piansi così a lungo che non vidi più a causa delle lacrime. Poi però tu mi hai trovata e... beh sai com'è andata.»
Non gli avevo ancora raccontato quella scena. Quando l'avevo incontrato gli avevo solo detto dei miei e di Crystal ma non di quello che mi aveva portata nel vicolo. Lui non me l'aveva mai chiesto fino a quel giorno.
« Lo sai vero che non è colpa tua?» chiese.
Annuii anche se non ne ero molto sicura.
« Élo ricordati che la vita è sua e le scelte che fa sono sue quindi tu non hai nessuna colpa ok?»
Annuii di nuovo e lo guardai.
Aveva lo sguardo dritto davanti a sé si vedeva che doveva ancora dire qualcosa.
« Sei l'unica persona di cui mi fidi!»
* fine flashback *

Mi ripresi dai miei pensieri.
« Non chiudere la palestra la prossima settimana! Sto io qui a controllare.»
Capì che non avevo ascoltato niente del suo discorso. Lo fermai prima che disse qualcosa.
« Avevi detto che ti fidavi di me quindi perché no?»
« Élo tu hai altro a cui pensare adesso, sarebbe solo un peso in più.»
« Mi distrarrei! Ti prego Marcus fammi questo favore.» feci gli occhi dolci e lui acconsentì.
Lo baciai sulla guancia e uscii per andare a prepararmi per il mio appuntamento con Matt.
Ero molto nervosa all'idea di uscire sola con lui però allo stesso tempo sapevo che mi sarei divertita.

Fight for youWhere stories live. Discover now